Il lettore che partecipa ai cosiddetti gruppi di lettura (ma una situazione simile può verificarsi anche in un vagone ferroviario, complice un viaggio di una certa lunghezza temporale) può essere classificato in qualche modo. Eccovi dunque la mia personale tassonomia.
Il lettore che si impegna al massimoQuello che legge un romanzo e sembra che debba prepararsi a sostenere un esame universitario. Si documenta sull’autore, sviscera gli anfratti più reconditi del testo, si affanna a memorizzare interi brani a memoria, va a caccia di inediti aneddoti, tutto ciò per far bella figura con i suoi compagni. Ma hai sempre la sensazione che, nonostante tutto, non abbia compreso molto.
Il citazionistaQuello che cita a raffica, in maniera piuttosto avventurosa, frasi più o meno corrette, inzeppando Čechov con Baricco, confondendo Erica Jong con Carl Gustav Jung, Dante Gabriel Rossetti con quell’altro, di Dante. Che ci vuoi fare, amico mio, sono cose che capitano.
Il compulsivoQuello che compra libri su libri, che si allineano come soldatini sulle mensole delle sue infinite librerie. Magari sarebbe carino se lo leggessi anche, qualche libro, oltre che comprarlo.
Il riassuntivoQuello che i libri non li legge. Li sfoglia rapidamente e decide che non lo interessano. Però memorizza rapidamente quelle quattro cose che gli consentono di rivendersi una cultura fatta passeggiando, senza spendere un centesimo, tra gli scaffali della Feltrinelli.
Il lettore elettronicoLegge solo ebook, ma dato che la tecnologia cambia continuamente si è acquistato una serie di Kobo, Kindle, Momo, Gnogno, Tazio, Fresko. Non ha ancora letto nulla però in compenso si è riempito la casa di simpatici oggettini elettronici.
Il lettore enciclopedicoQuello che inizia sempre dalla “A”, come il personaggio della "Nausea" di Sartre e procede con metodo e rigore. Di solito muore alla lettera “G” perché, come diceva Massimo Troisi “io sono solo a leggere, ma quelli sono in tanti a scrivere!”.
Il lettore come me
Io ho letto molto, troppo forse. Ma due tre libri si sono scolpiti nel cuore e provo, nei confronti di chi li ha scritti, un sentimento di gratitudine. Ma forse per arrivare a quei due, tre libri che ti cambiano la vita occorreva leggerne davvero molti. Troppi, forse.
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