21 marzo 2011

Creato il 21 marzo 2011 da Soniaserravalli

“GLI ULTIMI”   -   Collage di opinioni

Parere riassuntivo di cittadino italiano da Facebook: “In Libia il popolo si è ribellato alla dittatura di Gheddafi che dura da decenni, sulla scia delle altre rivolte che hanno interessato l’Egitto e la Tunisia. Gheddafi però non ha la minima intenzione di abbandonare il potere e da qui la protesta è diventata battaglia tra due fazioni contrapposte: da una parte Gheddafi e il suo esercito e dall’altra i ribelli. Alla luce della situazione attuale e dei gravi crimini commessi ai danni della popolazione l’ONU ha imposto la no fly zone (è vietato a tutti gli aerei militari di sorvolare i cieli libici) sui cieli libici per impedire che i caccia dell’esercito di Gheddafi possano continuare a fare strage di civili… è il primo passo verso un’azione militare che possa prendere il controllo del paese per spodestare Gheddafi e riportare il paese alla normalità, considerando anche gli interessi “energetici” che ci sono in Libia che interessano e influenzano altre nazioni.”

Secondo parere di cittadino italiano: “Quanto ci piace farci prendere per il c***, la stessa storia: un cattivo che prima se la giocava ma ora non più, un rovesciamento pilotato che non riesce, bombardare per “salvare” la popolazione, invadere e pigliarsi tutto quello che con il cattivo non si poteva, mentre l’Arabia massacra in Bahrain ma loro sono amici e non se ne deve parlare. Intanto ne arrestano 100 davanti alla Casa Bianca ma lì c’è democrazia!”

Tratto dall’Archivio Pace Diritti Umani – Centro Interdipartimentale di Ricerca e Servizi sui Diritti della Persona e dei Popoli: “La Risoluzione 1973 è il naturale seguito della Risoluzione 1970 a fronte del rifiuto di Gheddafi di adempire a quanto in essa disposto, in particolare di porre immediatamente fine alla violenza, di andare incontro alle legittime domande della popolazione e di rispettare i diritti umani e il diritto internazionale umanitario.

La parte assolutamente nuova riguarda quella che possiamo chiamare la cabina di regia dell’intera operazione, pilotata dal Consiglio di Sicurezza attraverso l’apposito Comitato istituito dalla Risoluzione 1970 e il Segretario Generale. Di questa cabina fanno parte un nuovo organismo creato ad hoc, il “Panel di sette esperti”, e la Lega degli Stati Arabi. Dunque, a guidare e controllare che la delicata operazione si svolga nel rispetto della legalità internazionale, viene messa in opera una struttura politica per così dire pluralista, alla quale sono associate anche l’Unione Africana e la Organizzazione della Conferenza Islamica, espressamente citate nella Risoluzione.

In conclusione, quanto deciso con la Risoluzione 1973 va collocato in un contesto caratterizzato dal fatto che c’è la domanda esplicita di intervento della Comunità internazionale da parte di una popolazione che rivendica il diritto di autodeterminarsi liberamente, c’è la pressione dell’opinione pubblica internazionale, c’è la esplicita richiesta di Organizzazioni regionali quali la Lega Araba, l’Unione Africana, la Conferenza Islamica. E c’è la nuova politica del Presidente Obama, con la sua opzione per il multilateralismo istituzionale e per il ruolo prioritario delle Nazioni Unite (link qui).”

Sulla no fly zone, articoli per vederci più chiaro: uno:http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-01/libia-gheddafi-resistenza-stallo-125826.shtml?uuid=AaJjfYCD e due: http://www.ilpost.it/2011/03/02/no-fly-zone/ .

Ed ecco il testo integrale della risoluzione 1973 (2011) sulla Libia, approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 17 marzo 2011.
“Traduzione originale del blogger Alberto Cacopardo utilizzabile secondo licenza Creative Commons” riportata qui dall’Unità.

Parere di una cittadina italiana che stimo su un blog: “Ho scritto, stanotte, una nota sintetica su Facebook che vi posto qui sotto perché schifata di leggere commenti da bar o, nel miglior dei casi, da salotto. Possibile che per qualcuno sia impossibile astenersi da uscite del tipo “Alla Francia il petrolio, a noi la puzza di m…. degli immigrati” e non si riesca a guardare una volta, dico una volta agli ultimi? A posporre le conseguenze che avremo noi, ecc ecc, e la Francia che ha voluto arrivare prima, facendo lo sgambetto agli altri, per il petrolio eccerto, eccheccazzo! E guardare prima di tutto alla gente del popolo libico, calpestata nei diritti, oltraggiata nella dignità, massacrata, ferita, uccisa con armi da fuoco, per ordine del proprio capo di stato. Ma lo sappiamo noi italiani che il baciamano di Berlusconi voleva sottolineare il significato di un accordo d’amicizia per cui, nel caso, noi saremmo accorsi in aiuto di Gheddafi e non dei giovani, dei bambini , dei vecchi, delle madri, delle famiglie della Libia insomma!? Io non mi fido di questi “draghi”, come vengono chiamati nelle sacre scritture, e sto con gli ultimi.

E’ incredibile come gli individui riescano a vedere la realtà in maniera diversa. E qui la realtà è sangue per le strade, bambini, donne, uomini, vecchie e vecchi inermi, che sono stati feriti o uccisi dal fuoco ordinato da un dittatore fuori di sé, per sé. Io non sono riuscita a farmi venire in mente il petrolio e i soldi, o la grandeur francaise, o le mire di potere in questa realtà. Ho pensato all’ingiustizia, all’impotenza della gente di fronte ad un solo uomo. Io ho provato solo rabbia e paura, non ce l’ho fatta a pensare agli interessi. Scusate ma o sono troppo avanti io o lo sono, troppo avanti, quelli che non la pensano così come me. In ogni caso serve molto sangue per migliaia di feriti libici.”

La mia risposta: “Wow C., ci troviamo proprio sullo stesso piano, questa è esattamente la posizione in cui mi trovo io e oscillo da 24 ore su “o sono troppo avanti” o ho preso un abbaglio… Nonostante certe critiche bieche e poco civili ritengo di tenere sempre una porta aperta per non irrigidirmi e la ricerca della comprensione per me è un lavoro quotidiano,in fieri dunque, non basato su alcun preconcetto su cui invece si rifanno a mio parere molte di queste persone.”

E aggiungo qui, visto che qui la blogger sono io, che quello che ho appoggiato era una “no fly zone” = l’impedimento a un pazzo di continuare ad usare esercito e armi militari contro i suoi civili. Null’altro. Non interventi su civili, non compra-vendite petrolifere di americani o francesi o inglesi, non “esportazioni di democrazie”, non insabbiamento del bel marasma di Berlusconi di cui, ripeto, in territorio arabo (e io mi trovo in Egitto) a nessuno interessa niente – e vorrei che fosse chiaro che all’estero i suoi insabbiamenti hanno ben poco peso.

Invece, dopo tanta calorosa partecipazione per il popolo egiziano che si libera, resto basita di fronte :

1. la vigliaccheria degli atteggiamenti di molti italiani, nascosta bene dietro gli attacchi ai “soliti guerrafondai” senza mai offrire una valida alternativa (se l’avete pensata vi prego di comunicarmela); vigliaccheria confinante con l’assoluto egoismo del pensare solo a salvare il proprio quieto vivere – e il vicino si arrangia;

2. l’assoluta mancanza di considerazione per il popolo libico (in questo caso, ma se volete che parliamo anche di quello palestinese, saudita o yemenita o del Bahrein, ci sto: mi trovereste comunque dalla sua parte), mentre in quattro e quattr’otto tutto quello che interessa a molti dei miei concittadini benestanti dall’altra parte del mare – perché lì, ammettiamolo, siamo tutti benestanti – è attaccare ONU, America, Francia e chi più ne ha più ne metta, come se non contasse veramente niente di niente il vero protagonista di quel che sta succedendo in Libia da trentaquattro giorni: la gente, i lavoratori, gli studenti, le donne, tutti insieme scesi in piazza per diritti più giusti e più umani. All’improvviso, è a voi, evidentemente, prima ancora che ai grandi potenti, le cui mosse interessate tutti contestiamo, che il popolo non interessa più -, perché non è più nemmeno tema di discorso. E anche qui, se qualcuno ha modo di contraddirmi con dati concreti (e lo spero) mi faccia pervenire materiale, opzioni, punti di vista alternativi a quello del “di qua o di là” dei potenti, ve ne sarei grata. A me che mi trovo dall’altra parte del mare questa esperienza mi lascia la sensazione di un’emorragia. Tanta solidarietà, tanto caloroso spirito popolare, tanti sogni sulla liberazione tunisina ed egiziana, e all’improvviso, i papà, le mamme e i bimbi libici non contano più nulla, perché nel loro Paese c’è il petrolio e dunque il popolo sarà l’ultimo a far notizia?

Parere di cittadino italiano B.B.: “IN DIGIUNO CONTRO LA GUERRA. Ho iniziato oggi, lunedì 21 marzo 2011, un digiuno contro la guerra. Contro la guerra afgana, contro la guerra libica, contro la guerra nemica dell’umanità. Per una persona amica della nonviolenza il digiuno non è un modo per imporre qualcosa ad altri, ma per assumere su di sé una responsabilità. Vivo in un paese che nella sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana, ha scritto che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”: perché non sono stato capace, non siamo stati capaci, di far rispettare questa legge? Mi sono formato in una tradizione culturale che da Socrate di Atene a Gesù di Nazareth ha saputo affermare che e’ preferibile subire il male anziché commetterlo: perché non sono stato capace, non siamo stati capaci, di far rispettare questa legge? […]” (Peppe Sini, responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo Viterbo).

Egito: ieri referendum sulla riforma della Costituzione. Risultati:
* Emendamenti approvati: 77.2%
* Rifiutati da (coloro che volevano una modifica più radicale della Costituzione): 21.8%
* Invalidi: meno del 1%

Si tratta delle prime vere elezioni in Egitto non taroccate, l’entusiasmo di molti era alle stelle (sembrava dovessero festeggiare  i 150 anni di unità ), c’era un’atmosfera davvero frizzante e contagiosa nell’aria, ed ecco qui alcune belle immagini a rappresentare quel momento.
Quanto ai risultati, molto bella l’analisi del noto blogger egiziano Sandmonkey = Mahmoud Salem (qui in inglese). E di nuovo, quale blog più autorevole in lingua italiana su questo tema se non quello della mia amica italo/egiziana J. dal Cairo?



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