Quella di oggi è una storia di pianificazione partecipata e il tentativo di instillare nei più giovani la coscienza di una cittadinanza attiva.
Ma partiamo dall'inizio.
La legge n. 10 del 14 gennaio 2013, indice per il 21 novembre di ogni anno, la giornata nazionale degli alberi, in questa data vengono promosse, principalmente nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università e negli istituti di istruzione superiore, iniziative e pratiche per la diffusione di attività rivolte all'aspetto ambientale. La legge propone, in collaborazione con i comuni e le regioni, la messa a dimora in aree pubbliche, individuate d'intesa con ciascun comune, di piantine di specie autoctone.
Tutto questo al fine di attuare le disposizioni del protocollo di Kyoto, le politiche di riduzione delle emissioni, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la protezione del suolo, il miglioramento della qualità dell'aria, la valorizzazione delle tradizioni legate all'albero nella cultura italiana e la vivibilità degli insediamenti urbani.
Ad integrare l’aspetto filantropico della legge, vengono anche istituiti obblighi per le istituzioni pubbliche.
La normativa si inserisce infatti anche come modifica ed integrazione alla legge 29 gennaio 1992, n. 113 la quale obbliga il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica.
Il sindaco svolge ovviamente questo incarico attraverso le municipalizzate che si occupano di cura e tutela dell’igiene ambientale cittadina.
Bellissima iniziativa: muove alla tutela dell’ambiente, stimola le coscienze, apre la fantasia ad un mondo verde bosco e meno grigio smog. Ma nella realtà?
L’azienda municipalizzata per l’igiene urbana del comune di Verona ha condotto la scorsa primavera una nuova sperimentazione. Ha arruolato quindici ragazze dagli undici ai sedici anni facenti parte di un gruppo scout cittadino e ha chiesto loro di collaborare per poter portare a termine questa esperienza di cittadinanza attiva.
La sperimentazione ha visto come luogo d’interesse un piccolo parco giochi della prima periferia della città. Il lavoro si è prima svolto dal punto di vista topografico. In collaborazione con il dott. Daniele Madella, topografo professionista, le ragazze hanno innanzitutto definito il perimetro del parco giochi ed in seguito perfezionato il rilievo definendo il posizionamento di tutti gli alberi presenti. In un secondo momento, in collaborazione con il Dott. Giuseppe Magnabosco, agronomo, le ragazze hanno catalogato tutti gli alberi presenti, schedandoli per specie, caratteristiche e stato di salute.
Per le giovanissime scout è stato un momento importante perché, oltre a muovere le loro coscienze dal punto di vista sociale, ha potuto avvicinarle ad un nuovo mondo di competenze cui non sono abituate. Infatti, prima di procedere con le operazioni di catalogazione vere e proprie, ciascuna di loro ha avuto modo di seguire delle vere e proprie lezioni di topografia e botanica.
Nei nostri approfondimenti potete trovare la relazione completa redatta dalle ragazze.