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21/05/2015 - Energy Storage: Il buon anno per l'accumulo

Creato il 21 maggio 2015 da Orizzontenergia

Sistemi Accumulo Elettrico 2015 il buon annoIl 2015 sarà, forse, l’anno dell’accumulo. La fine dell’anno scorso, infatti, ha visto un paio di buone notizie sul fronte dell’accumulo elettrico, almeno sotto il profilo normativo. Sono arrivate due importanti delibere dell’Autorità per l’Energia ElettricaEnergia Elettrica
Forma di energia ottenibile dalla trasformazione di altre forme di energia primaria (combustibili fossili o rinnovabili) attraverso tecnologie e processi di carattere termodinamico (ovvero che coinvolgono scambi di calore) che avvengono nelle centrali elettriche. La sua qualità principale sta nel fatto che è facilmente trasportabile e direttamente utilizzabile dai consumatori finali. Si misura in Wh (wattora), e corrisponde all'energia prodotta in 1 ora da una macchina che ha una potenza di 1 W.
, la 574/2014/R/eel e la 642/2014/R/eel che fissando in maniera precisa quali sono le modalità d’allaccio di questi sistemi alla rete elettricarete elettrica
Insieme delle linee elettriche, delle stazioni elettriche e delle cabine elettriche adibite alle operazioni di trasmissione e distribuzione dell'elettricità. La rete elettrica può essere ad alta tensione (da 40 a 380 kV), a media tensione (da 1 a 30 kV) o bassa tensione (380 V).
, dando così certezze sia sul fronte tecnico, sia su quello degli investimenti, cose particolarmente importanti nel campo delle energie rinnovabilienergie rinnovabili
Una risorsa è detta rinnovabile se, una volta utilizzata, è in grado di rigenerarsi attraverso un processo naturale in tempistiche paragonabili con le tempistiche di utilizzo da parte dell'uomo. Sono considerate quindi risorse rinnovabili:
- il sole
- il vento
- l'acqua
- la geotermia
- le biomasse
, specialmente se si pensa al fatto che anche in assenza degli incentivi il cammino di queste fonti ha rallentato, ma non si è fermato.

In dodici mesi, a cavallo tra il 2013 e il 2014, si sono installati oltre 700 MWp di fotovoltaico che, vista la mancanza del Conto energiaConto energia
Il Conto Energia è una forma di incentivazione statale a sostegno della produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici.
Entrato in vigore con il Decreto Ministeriale del 19 Febbraio 2007, consiste nell'attribuzione di una tariffa incentivante, proporzionale all'energia prodotta, in base alla tipologia di impianto (non integrato architettonicamente, parzialmente integrato, integrato). Le tariffe vengono corrisposte per un periodo di 20 anni a partire dalla data di entrata in esercizio dell'impianto e rimangono costanti per l'intero periodo.
, sono con ogni probabilità destinati all’autoconsumo. Il combinato di queste condizioni dovrebbe (in Italia il condizionale è d’obbligo) aprire a una nuova stagione energetica all’insegna della generazione distribuita. Si tratta essenzialmente dei Sistemi Efficienti d’Utenza (SEU) che godono di un’esenzione parziale degli oneri di sistema e totale su quelli di rete, per quanto riguarda l’energiaenergia
Fisicamente parlando, l'energia è definita come la capacità di un corpo di compiere lavoro e le forme in cui essa può presentarsi sono molteplici a livello macroscopico o a livello atomico. L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale è il joule (simbolo J)
autoconsumata senza utilizzare la rete pubblica.

Molto interessante, in questo quadro, è l’utilizzo dei sistemi d’accumulo nel contesto degli impianti familiari che, grazie alla detrazione del 50%, come elemento essenziale del sistema fotovoltaico in un contesto di sviluppo dell’autoconsumo, dovrebbero svilupparsi, tenendo testa all’incentivo diretto messo a punto due anni fa dal governo tedesco con uno stanziamento di soli 100 milioni di euro in un biennio.

Sistemi Accumulo Elettrico 2015 il buon anno
Così, anche in Italia, si potrebbe costituire uno zoccolo duro per le nostre imprese del settore elettochimico che potrebbero in questa maniera reggere l’impatto della concorrenza estera, preparandosi a uno sviluppo del mercato che sembra essere promettente. Secondo alcuni analisti, infatti, il mercato mondiale dell’accumulo elettrochimico legato alla produzione fotovoltaica dovrebbe aumentare del 250% l’anno nei prossimi quattro anni, con l’Italia che sarà in prima linea, specialmente per il settore legato al terziario e alle PMI. E in effetti qualche esempio già si vede.

Piccole realtà, come quelle agroalimentari stanno installando sistemi sotto ai 20 kWp che in alcuni casi prevedono anche l’accumulo per ottimizzare al meglio l’autoconsumo con i ritmi di produzione. Oltre a tutto ciò non sono da sottovalutare i benefici che dovrebbe apportare questa tecnologia al sistema elettrico attraverso una riduzione dei costi di bilanciamentobilanciamento
Servizio svolto dal gestore della rete elettrica al fine di mantenere l'equilibrio tra l'energia immessa e quella prelevata.
del sistema e altri servizi di rete
che, se fossero remunerati per il valore che possiedono, aumenterebbero la “redditività” dei sistemi a energie rinnovabili dotati d’accumulo.

Industrie elettriche
Si tratta di politiche che potrebbero essere molto utili anche per il settore industriale elettrico manifatturiero, che trarrebbe di sicuro un giovamento sotto il profilo del mercato, anche al di fuori dell’Italia. Ma su un punto il nostro Paese potrebbe trovare il suo tallone d’Achille: quello della ricerca e sviluppo.

L’accumulo elettrochimico, infatti, per arrivare a una piena affidabilità sia tecnologica, sia di mercato, ha ancora della strada da fare. Ricerca e sviluppo sono necessari sia per ridurre i costi, che sono ancora troppo alti, sia per aumentare i cicli di carica possibili degli accumulatori affinché si riduca la necessità dei cambi delle batterie durante la vita dell’impianto di generazione.

Un bilancio circa l’andamento in tempo reale dell’accumulo lo si può fare, a due anni di distanza, analizzando lo scenario che si è costituito in Germania, dove le batterie per gli impianti fotovoltaici sono state oggetto di un’incentivazione in conto capitale. I sistemi installati nei piccoli impianti residenziali sono stati circa 15mila e hanno interessato il 2% degli impianti di piccola taglia, ma ciò è stato sufficiente a far calare, negli ultimi sei mesi del 2014, del 25% il prezzo delle batterie, segnale evidente che anche in presenza di un mercato “ridotto” le economie di scalaeconomie di scala
Relazione tra l'aumento della dimensione dell'unità di produzione di un bene e la riduzione dei costi medi. Questo significa che al crescere delle dimensioni dell'impianto, diminuisce il costo medio del bene prodotto perché le risorse utilizzate come input vengono "sfruttate" in modo più efficiente. Sulla curva che rappresenta il legame tra le grandezze (dimensione impianto -costo medio di produzione) esiste un punto di minimo al di sopra del quale non è più conveniente aumentare ulteriormente la produzione perché altrimenti si va incontro a diseconomie di scala. Le economie di scala vanno valutate in una prospettiva di lungo termine.
per l’intero sistema ci sono.

Picchi tagliati
Un’altra opportunità per l’accumulo potrebbe arrivare dalla riforma delle tariffe alla quale starebbe lavorando l’Autorità per l’Energia che sembra intenzionata a spostare gli oneri di sistema e rete dalla parte variabile a quella fissa, cosa che potrebbe spingere una certa parte dell’utenza a servirsi dei sistemi d’accumulo per tagliare i picchi, mantenendo così la potenzapotenza
Grandezza data dal rapporto tra il lavoro (sviluppato o assorbito) e il tempo impiegato a compierlo. Indica la rapidità con cui una forza compie lavoro. Nel Sistema Internazionale si misura in watt (W).
impegnata sul valore medio e non su quello di picco.

Si tratta di un uso degli accumuli che potrebbe essere utile anche per la cosiddetta “efficienza energeticaefficienza energetica
Con questi termini si intendono i miglioramenti che si possono apportare alla tecnologia per produrre gli stessi beni e servizi utilizzando meno energia, con conseguente riduzione dell' impatto ambientale e dei costi associati.
comportamentale” poiché abituerebbe l’utenza a utilizzare l’energia generando meno picchi
, ma spalmando i consumi in un arco temporale più vasto evitando sovrapposizioni.

E se a tutto ciò aggiungiamo i servizi di rete che i sistemi d’accumulo possono fornire è chiaro che questa tecnologia, assieme alla discesa del prezzo degli accumulatori, potrebbe arrivare a una rapida convenienza aiutando in maniera decisa le rinnovabili, ma sopratutto la transizione alle smart cities, settore dove l’intreccio tra generazione distribuita, accumuli, consumi intelligenti e information technology aprirà di sicuro scenari inediti e metodologie di produzione e consumo energetici che oggi si fa persino fatica a immaginare.

di Sergio Ferraris

Fonte: Il Pianeta Terra - ANEV


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