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rispolvero, voilà, le radici giudaico-cristiane. Poco importa quanto
strumentalmente siano rievocate, anche stavolta occorre non far troppa
differenza tra chi le tira fuori in buona fede, per la romantica inclinazione
all’allegoria dello scontro di civiltà o della guerra di religione, e chi non
vedeva l’ora che ricapitasse l’occasione buona, per rioffrirci la tesi della nostra
superiorità antropologica in cambio una firmetta in calce alla stanca
riedizione del solito manifesto clericofascista (Dio, Patria e Famiglia, e i
loro succedanei): poco importa, perché gli argomenti sono gli stessi. Riecco,
dunque, appena un po’ invecchiati, Bernard-Henry Lévy e Ida Magli, e
naturalmente chi li legge trovandoli convincenti. In solido c’è alleanza tra
chi taglia teste e chi le riempie di bubbole.
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