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Torino Film Festival 2015: la giornata d'apertura, da Sion Sono a "Cemetery of splendour"

La prima giornata del 33° Torino Film Festival si è aperta con il primo film del concorso, la notevole opera prima God bless the child (qui la nostra recensione), diretta da Robert Machoian e Rodrigo Ojeda-Beck: il racconto di una giornata di cinque fratelli che devono cavarsela da soli dopo che la madre li ha abbandonati. Un film dalla grande sensibilità umana, che evita uno sguardo compiaciuto, ma guarda con grande tenerezza ai personaggi e non li imbriglia in un immaginario rischioso come quello dell'America di periferia.

Proseguiamo con Tag, primo film dei tre in programma al Festival di Torino realizzati dal regista giapponese Sion Sono. Tag narra la vicenda di Mitsuko, una giovane studentessa in gita scolastica che si ritrova come unica sopravvissuta dopo che un vento assassino ha ucciso tutte le sue compagne; ma è solo l'inizio di una storia più complessa. Un po' commedia horror-splatter nella prima parte, il film si trasforma in un delirio sci-fi sugli universi paralleli e questioni metacinematografiche. Ennesimo, sterile divertissement cinematografico all'insegna del postmoderno firmato Sion Sono, ironico e divertente quanto si vuole, ma assolutamente inconsistente.

Il primo giorno di Festival si chiude con uno dei film più attesi dagli appassionati, Cemetery of splendour di Apichapong Weerasethakul, regista vincitore della Palma d'Oro nel 2010. In una ex-scuola adibita ad ospedale, alcuni soldati sono sospesi in un sonno profondo a causa di una malattia misteriosa. Intanto una signora lega con uno dei soldati, mentre una medium dichiara di poter parlare con i fantasmi. Film dall'estremo fascino, Cemetery of splendour richiede di lasciarsi cullare dall'apparato visivo costruito dal regista thailandese in una sorta di flusso delle immagini. Ma Weerasethakul imbastisce una "falsa" ghost-story che è anche una riflessione sull'eternità del passato e sulla possibilità di vedere l'immateriale.