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La trama (con parole mie): i due partners d'azione Jenko e Schmidt, archiviato un fallimento in campo aperto, sono richiamati sotto copertura in modo da essere spediti al college e scoprire un traffico legato ad una nuova droga pronta ad invadere il mercato.
Il ritorno tra i banchi di scuola, però, riserverà più di una sorpresa ai due inseparabili amici: le loro diversità, una ragazza e soprattutto l'ingresso di Jenko nella squadra di football della facoltà mineranno il loro rapporto e la complicità che ne è sempre stata, di fatto, il fulcro.
Riusciranno i due a superare gli ostacoli, lo spring break e la "crisi" in modo da risolvere il caso?
Con un'estate drammatica in termini di qualità delle uscite - anche quando si parla di prodotti di puro e semplice intrattenimento da neuroni in vacanza - come quella che stiamo attraversando, recuperi e celebrazioni a parte, l'unica soluzione per i vecchi viaggiatori amanti del Cinema resta quella di rifugiarsi nelle poche certezze - ammesso che possano definirsi tali - che la settima arte può ancora regalarci: i buddy movies fracassoni e scombinati, tendenzialmente volgari e divertenti, da sbronza con gli amici o da divano come se non ci fosse un domani sono una di queste.
La premiata ditta Lord e Miller, che già quest'anno era stata in grado di confezionare il pregevole The Lego movie, torna riprendendo personaggi e situazioni del piacevole 21 Jump Street di un paio di stagioni or sono, portando i suoi due protagonisti dal liceo all'università - ed ironizzando parecchio anche sul tempo che passa in merito - ponendo al centro dell'attenzione più che il caso con il quale Jenko e Schmidt devono confrontarsi il loro rapporto come se, di fatto, si trattasse di una coppia effettiva, e non soltanto di partners di lavoro.
Un'idea azzeccata che ripaga non solo il pubblico - le sequenze più divertenti sono proprio quelle in cui sotto i riflettori vi è il legame in crisi dei protagonisti -, ma anche gli autori, che probabilmente consci di non avere per le mani chissà quale materiale confezionano un giocattolo d'intrattenimento di grana grossa perfetto per questo periodo dell'anno, che rimanda a supercult recenti - Spring breakers, tra i titoli più discussi del duemilatredici - e finisce per accontentare sia gli appassionati di questo tipo di proposte che il pubblico occasionale, che se pronto a digerire qualche battutaccia di troppo potrebbe finire per farsi coinvolgere almeno quanto i fan hardcore - che, invece, andranno in brodo di giuggiole per l'incredibile sequela di ipotetici sequel che arricchisce i titoli di coda e le continue sparate da filmaccio teen indirizzato ad un pubblico principalmente maschile -.
Il resto è tutto già scritto, dalle iniziali difficoltà degli eroi al loro grande trionfo, che non solo rinsalderà il legame che pareva definitivamente compromesso ma si attesterà su livelli di esplosioni e roboanti sequenze mozzafiato che non hanno nulla da invidiare ai film action: certo, l'originalità non abita neppure vicino al ventidue di Jump Street, ma a conti fatti a titoli di questo calibro non serve più di tanto.
Si giustifica, in questo senso, anche un calo complessivo di qualità rispetto al primo film, dovuto di fatto ad un'assenza di originalità che, a ben vedere, ci sta tutta per questo tipo di prodotti di cassetta: l'importante, di fatto, è che si diverta chi li produce e soprattutto chi si ritrova in sala a guardarli, perchè come di recente è stato provato da cose abominevoli come Transformers 4 o meno abominevoli ma comunque decisamente brutte come Hercules ormai non è più così scontato che le blockbusterate da neurone spento siano davvero soddisfacenti nella loro natura di "scappatella" dal Cinema impegnato.
Dunque, prima di affrontare 22 Jump Street è lasciare in un cassetto i pensieri sensati e prepararsi per una dose robusta di risate con la coscienza piena di essere un riempitivo buono per vincere la noia o le brutture della quotidianità lavorativa, magari in compagnia di un paio di compari accuratamente scelti, schifezze da ingurgitare e parecchio alcool: Jenko e Schmidt, in questo caso, approverebbero.
E approvo anch'io, che sono già pronto a spostarmi dall'altro lato della strada per il numero ventitre.
MrFord
"Can you take me Higher?
To a place where blind men see.
Can you take me Higher?
To a place with golden streets."
Creed - "Higher" -
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