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22/11/63 (di Stephen King)

Creato il 21 febbraio 2012 da Mcnab75

22/11/63 (di Stephen King)

11/22/63
di Stephen King
Sperling & Kupfer editore
767 pagine, 23,90 euro (cartaceo) 11.99 euro (ebook, ma solo in inglese)

Sinossi

Jake Epping ha trentacinque anni, è professore di inglese al liceo di Lisbon Falls, nel Maine, e arrotonda lo stipendio insegnando anche alla scuola serale. Vive solo, ma ha parecchi amici sui quali contare, e il migliore è Al, che gestisce la tavola calda. È proprio lui a rivelare a Jake il segreto che cambierà il suo destino: il negozio in realtà è un passaggio spaziotemporale che conduce al 1958. Al coinvolge Jake in una missione folle – e follemente possibile: impedire l’assassinio di Kennedy. Comincia così la nuova esistenza di Jake nel mondo di Elvis, James Dean e JFK, delle automobili interminabili e del twist, dove convivono un’anima inquieta di nome Lee Harvey Oswald e la bella bibliotecaria Sadie Dunhill. Che diventa per Jake l’amore della vita. Una vita che sovverte tutte le regole del tempo conosciute. E forse anche quelle della Storia.

Commento

Ogni volta che recensisco qualcosa di King devo fare determinate premesse.
Numero uno: per anni è stato uno dei miei scrittori preferiti.
Numero due: nonostante ciò non ho mai maturato qualcosa di simile al fanatismo nei suoi confronti.
Numero tre: reputo quasi tutti i suoi lavori degli anni ’90 davvero pessimi.
Numero quattro: questo non mi proibisce di parlare bene di un suo romanzo se mi piace. Cosa già accaduta per The Dome.

Bene. Detto ciò, partiamo con una cosa che vi deve essere chiara fin da subito: questo romanzo non è un horror, è fantascienza.
Ok, in realtà King ci ha infilato un po’ di ingredienti e di mestiere, scivolando di tanto in tanto in altri generi (compreso il mainstream), ma 22/11/63 è una storia di viaggi nel tempo e quindi di science fiction, che vi piaccia o meno questa definizione.
Un cambio di registro notevole per il “Re”, ma non del tutto imprevedibile, visto che già con The Dome l’horror sgomitava con altre suggestioni e con atmosfere colte da alcune tendenze cinematografiche degli ultimi anni.
Qualche fans di King piangerà, si strapperà i capelli o lo maledirà. Dio, quanto li odio. Molto meglio mantenere una lucidità di giudizio, la capacità di valutare non in base al curriculum di uno scrittore, bensì di volta in volta,  in base a ciò che troviamo a leggere.

22/11/63 è un ottimo libro. Togliamoci subito il dente e diciamolo ad alta voce.
Le storie che raccontano di viaggio nel tempo non sono poi così ricche di varianti. Di solito c’è una “missione” da compiere (in questo caso salvare JFK nel 1963), ci sono i tanti rischi di scatenare danni inimmaginabili al continuum spaziotemporale, c’è poi il rischio molto più terra-terra che il crononauta in questione si innamori di qualcuno nel passato, titubando così a tornare nel suo presente.
Fateci caso: sono linee guida rispettate praticamente in tutti i romanzi e racconti di questo genere. Io stesso che da tempo sto provando a scrivere qualcosa in materia sto sbattendo il naso (non troppo dolorosamente) su questi punti.
Anche King li ha rispettati, ricavandoci attorno una robusta storia che parte dal 1958 e arriva al 1963. Il protagonista è Jake Epping, 36enne professore di letteratura del XXI secolo, che si troverà casualmente coinvolto in un’anomalia temporale localizzata nel Maine del 1958.

22/11/63 (di Stephen King)

La copertina originale

Se la sua missione diventa presto quella di salvare JFK per sperare in un futuro migliore per l’America – senza Vietnam, senza Guerre nel Golfo etc etc – Epping verrà in realtà coinvolto nella sua nuova vita, specialmente nella storia d’amore con Sadie Dunhill, che ha occasione di conoscere in quel lungo lasso di tempo che lo separa dal fatidico 22 novembre 1963.

King è bravo a utilizzare lo strumento del time traveling per descriverci cosa erano gli States di quegli anni, nel bene e nel male. Lo fa con vividezza e con forza narrativa, attraverso persone e luoghi, così come riusciva a fare nei suoi anni d’oro.
Prima di spostare l’epicentro del romanzo a Dallas e dintorni, King ci regala una nostalgica deviazione a Derry, dove i suoi lettori di lungo corso troveranno delle bellissime citazioni e degli azzeccati rimandi a quel capolavoro che è IT. Pennywise, che non viene mai nominato, è lì e aleggia per un centinaio di pagine. Questa è però l’unica concessione all’horror “puro” che il Re inserisce nel libro.
La storia scorre via con armonia, senza calcare eccessivamente sul lato fantascientifico/ucronico, se non nelle ultime 100 pagine. Quello che sta nel mezzo tra Derry e la parte finale è puro King al 100%: costruzione di un ricchissimo nucleo sociale che fa ricco contorno al protagonista, pagine un po’ superflue alternate ad altre riuscitissime, dialoghi all’altezza e costruzione psicologica del personaggi molto riuscita. In particolare la protagonista femminile di 22/11/63, Sadie, è talmente ben caratterizzata, credibile e “viva” da trovarsi spesso a soffrire e a empatizzare con lei, ancor più che con il crononauta Jake Epping.

Questa volta il Re evita almeno uno dei suoi storici difetti: pur non riuscendo a limitare la sua innata prolissità si sforza quantomeno di regalarci un finale finalmente all’altezza. Pigiando il tasto sull’acceleratore della fantascienza, dei paradossi temporali e della storia alternativa riesce a venire al dunque senza rovinare il tutto come gli è accaduto fin troppo spesso in passato.
In più ci regala anche un mini-finale bis, che ha un risvolto meno “di genere” e più mainstream, ma che è altrettanto valido.

In sostanza 22/11/63 è un ottimo romanzo. Pur non aggiungendo nulla di nuovo sulle storie di viaggio nel tempo è ben scritto e avvincente. King sembra aver del tutto abbandonato la sterilità creativa che gli ha fatto sfornare almeno una mezza dozzina di pessimi romanzi e, cambiando genere, ha ricominciato a scrivere libri interessanti.
Speriamo non si fermi più.


Filed under: libri, recensioni

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