23 foto ti segnalano per l'ennesima volta l'abisso che separa la capitale d'Italia dalla capitale di Spagna. Veloce ripasso su Madrid

Creato il 03 marzo 2015 da Romafaschifo
Ogni volta che metti piede in Spagna ti chiedi come diavolo sia possibile che molti testi (e anche molti dati, a partire dal tasso di disoccupazione) considerino questo un paese in crisi. Sarà quel che sarà, ma qui sembra sempre funzionare tutto. E Madrid, sebbene non essendo quella città impeccabile  che era fino alla grande crisi del 2008, è una capitale dell'Europa latina lontana davvero anni luce da Roma. Eppure l'economia italiana è molto più grande di quella spagnola e la capitale italiana ha praticamente gli stessi abitanti di quella iberica. Le differenze sono più che smaccate e in questa ennesima passeggiata-confronto a Madrid le raccontiamo a mo' di didascalia sotto ogni foto. Iniziamo. 

Non solo le strade sono senza sosta ai lati, non solo c'è una bella ciclabile, non solo è protetta da una banda rumorosa, ma c'è una popo' di staccionata. Staccionata significa che la sosta abusiva, in questo tratto, diventa impensabile. Diventa uno sport estremo. Se sosti abusivamente perché hai visto il negozio che ti interessa, non lo puoi raggiungere ammenoché tu non sia l'omino dell'Olio Cuore. A Madrid hanno capito che non basta scrivere all'inizio della strada "divieto di sosta e fermata"...


Come dicevamo, e queste foto lo dimostrano, le strade vengono usate per altro. Non a come parking a cielo aperto. Anche perché a Madrid non sono stati a dar retta alle idiozie dei comitati e hanno fatto parcheggi interrati dove e dovunque. La sosta in superficie c'è, ma è un'eccezione. Per il resto le strade sono fatte per fare andare in flussi di auto, per far camminare i pedoni, per le ciclabili, per le corsie preferenziali. Non per trasformarle in autorimessa.

Anche la sosta sul marciapiede è repressa non con multe inesistenti, ma con del semplice arredo urbano. Che fa il suo lavoro sette giorni su sette e ventiquattro ore al giorno. Non chiede stipendio o, magari, straordinari per muovere il sedere, non fa sciopero e soprattutto non si fa corrompere: è sempre lì e, banalmente, evita che si possa parcheggiare dove non si può. Fine.

Un po' di sosta c'è, dicevamo. Ma ovviamente è tutta tassativamente a pagamento e più cammini e più trovi signore che dispensano multe a chi non paga. Dovunque, nei quartieri alti come in quelli bassi. Non c'è scampo e non si può sottrarsi ai loro palmari (non le multe col taccuino, i palmari). Ora chiudete gli occhi e pensate: quand'è l'ultima volta che avete intravisto un ausiliario Atac a far rispettare le strisce blu?


Passiamo dalle cose grandi alle cose piccole. Bella questa idea di riempire le aiuole degli alberi non di monnezza come da noi, ma di questi particolari materiali. L'acqua passa e la pianta può crescere e muoversi perché la parte rossa è spugnosa.

Una delle novità degli ultimi anni in città è l'apertura della grande stazione Sol della Cercanias. Cercanias è come da noi dire le linee FR: solo che qui si tratta di 10 linee pazzesche per puntualità e servizio: 370 km per 90 stazioni. Da aggiungre alla metropolitana. La città ha così di fatto 22 linee di metropolitana. Una delle stazioni più recenti è appunto a Sol, la piazza centrale della città per eccellenza. E' un po' come se a Roma facessero interrare la ferrovia urbana a Ostiense, la facessero passare a Piazza Venezia, con mega stazione in vetro e acciaio in superficie, e la facessero arrivare, sempre in sotterranea, a Termini e poi a Tiburtina e di lì ancora fuori. Pensate cosa significherebbe, per chi lavora in centro, potere arrivare in sei o sette fermate da Guidonia a Piazza Venezia o da Tivoli a Ostiense.

Sotto la metro le macchinette distribuitrici di biglietti che siano quelle di Renfe (le FS spagnole, che gestiscono le Cercanias) o quelle della Metro sono impeccabili. Si può pagare dovunque con la carta di credito, giusto per dirne una.

Da qualche mese è nato un servizio di bike-sharing. E' molto poco usabile perché costoso a differenza degli stessi servizi di Milano, Parigi o Londra: qui la prima mezzora non è gratuita e si pagano 2 euro l'ora. Le bici però sono a pedalata assistita, utili per una città con molti saliscendi come questa. Per non sapere ne leggere e ne scrivere hanno fatto subito, per prova, oltre 120 stazioni. 


Capitolo infrastrutture per la sosta. Madrid è tutta così: parcheggi sotto, pedonalizzazione sopra con oceano di tavolini all'aperto. Che speculazione edilizia eh? Questa è Plaza Sant'Ana, nel cuore del centro storico. Ovviamente, come vedete in piccolo in basso a destra, le occupazioni di suolo pubblico dei tavolini - tutte - sono delimitate da sei segnali bianchi sul pavimento. Tutte. Così tavolini abusivi ovviamente non ne esistono.


Il sindaco precedente, il grande Gaillardon, ha ralizzato il progetto Madrid Rio. Ad Arganzuela, ai margini del centro, una grande tangenziale urbana è stata interrata lasciando spazio ad un gigantesco parco che oltre ad essere grande qualcosa come 7 milioni di mq è arredato con standard inimmaginabili da queste parti. Semplicemente inimmaginabili. Cercatevi qualcosa sul progeetto Madrid Rìo che poi ne parliamo...


Il signore sulla sinistra in basso, con la sua fisarmonica, è l'unico "abusivo" che potevate trovare di fronte alla Cattedrale della città. Venditori di stick per selfie, lanciatori di palline, sparatori di bollicine. Nulla. E nulla vu cumprà. Ci sono anche a Madrd, per la verità, ma sono una eccezione, non il sistema. 


C'è lo stop per le vetture, lo stop per le moto e poi il passaggio pedonale. Giri per giorni e giorni e non trovi mai, dico mai, una motorino che si piazza sulle strisce pedonali per aspettare il verde. Mai. 


Cheppoi anche i madrileni quando possono si piazzano in seconda fila, eccome! Solo che grazie alle dimensioni corrette delle strade e all'arredo urbano non possono sgarrare quasi mai. E' loro precluso. Non è una questione culturale, è una questione di come è disegnata la città. E in primis di arredo urbano. 


Arredo urbano, appunto. Come quello delle corsie preferenziali che vengono protette da alti e robusti cordoli.


O arredo urbano degli angoli delle strade. Tutti allargati e protetti da paletti. Così pure in una zona popolare e complicata, come Lavapies (una sorta di Esquilino?), gli incroci sono così. Ovvio che gli incidenti siano un decimo dei nostri...


Sotto la metro gli addetti alla sicurezza (questo erano quei due signori) non si fanno i fatti loro ma stanno piazzati davanti ai tornelli (simili a quelli romani), così non ti passa manco per l'anticamera del cervello di fare un trenino. E se c'è qualche problema, come in questo caso, intervengono prontamente. 


Tu paghi e la metro però funziona: qui la promessa: riqualifichiamo tutte le scale mobili, ma ci mettiamo max 15 giorni ciascuna. Fantascienza. 


Chiudiamo con Atocha. La principale stazione della città sembra lo scalo di un paesino di provincia. Fuori non c'è nulla. Zero auto, zero caos, zero ovviamente ambulanti, cartelloni, bancarelle, sfaccendati e furfantelli. Tutto pulito in un modo irreale. Non fate confronti con Termini, perché se li fate vi viene il groppo alla gola.


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