Nel sito limare.com basta scrivere Riva nella casella ricerca e troverete sicuramente il libro o il modello che fa al vostro caso. Intanto ne citiamo alcuni per stimolare la vostra curiosità.
A sn. Riva pubblicato nel 2008. Il volume raccoglie le più belle e spettacolari immagini dei motoscafi Riva, scattate da alcuni fra i più famosi fotografi di mare: Carlo Borlenghi, Franco Pace, Benjamin Mendlowitz e Anthony Holder. L'autore, Riccardo Magrini, ricostruisce la storia dell'azienda creata nel 1842. Ogni modello in legno è descritto minuziosamente ed è corredato da una scheda tecnica. Al libro, in questa nuova edizione a tiratura limitata, completamente rinnovata, sono stati aggiunti tutti i nuovi modelli costruiti dopo il 1970.
A ds. Riva, pubblicato nel 2009, di Piero Maria Gibellini. Diviso in capitoli tipologici, il volume presenta tutta la produzione in serie di Riva, con puntuali informazioni tecniche e descrizioni rigorose capaci di mettere in evidenza le particolarità di ciascuna imbarcazione e delle sue varianti. Una ricca appendice riassume i dati tecnici di tutta la produzione modello per modello, anno per anno, con misure e motorizzazioni, rendendo di facile e rapida consultazione il panorama Riva per appassionati e addetti ai lavori.
Modello special del Riva Aquarama
Ecco il servizio pubblicato sul numero 78 di Arte Navale
di Riccardo Sassòli, fotografie Alberto Pedrali
A 45 anni dal primo varo tornano a ruggire due motori installati a bordo nel 1968 per volontà
di Ferruccio Lamborghini. Entra così nella leggenda un motoscafo unico, voluto da due miti della
motoristica Italiana del XX secolo. Padrino del secondo battesimo Carlo Riva in persona
La storia è davvero straordinaria e merita di essere raccontata anche con immagini uniche, realizzate sul lago d’Iseo; proprio il luogo dove tutto ebbe
inizio nell’ormai lontano 1968. I cantieri Riva erano allora nel pieno del successo e Carlo Riva aveva, già da sei anni, presentato sul mercato quella barca da tutti poi considerata la più bella mai costruita in tutto il Novecento: l’Aquarama. Un altro imprenditore motoristico italiano Ferruccio Lamborghini, desiderava possedere uno di quei motoscafi in mogano capaci di conquistare il mondo del "Jet Set“ in Italia e all’estero. Ma l’imprenditore bolognese non poteva non desiderare di installare due sue “creature” sul bellissimo motoscafo Riva. Dopo averne modificato alcune caratteristiche per poterli marinizzare e, nonostante le perplessità di Carlo Riva, una coppia di motori 12 cilindri Lamborghini iniziarono a far planare l’Aquarama ad una velocità mai raggiunta fino ad allora. “Fu proprio quel motoscafo” ci racconta Tonino Lamborghini figlio di Ferruccio “a suscitare in noi la voglia delle corse in motoscafo, una passione cresciuta così tanto da portarci a vincere numerosi titoli mondiali in classe 1 off shore”, quello del 1994 fu vinto, con nostri motori, proprio da Norberto Ferretti, oggi Presidente Onorario dell’omonimo Gruppo al quale appartiene anche il cantiere Riva.
I due motori sono attualmente esposti nel bellissimo museo di Tonino Lamborghini, vicino ad un modello in scala dell’Aquarama, nel paese di Dosso in provincia di Ferrara. E lì possono essere ammirati dai tanti visitatori appassionati della storia e dei prodotti Lamborghini. Ferruccio Lamborghini decise infatti di smontarli e tenerli per sé prima di vendere il suo Aquarama ad un medico bolognese i cui parenti, un paio di anni fa, ritrovandoselo in eredità dopo anni di abbandono, decisero di rivenderlo ad un imprenditore olandese del settore automobilistico, rimasto subito stregato dal nome che ancora era scritto sulla poppa della barca: Lamborghini! Il nuovo acquirente cercò di conoscere il perché di quel nome così blasonato dato allo scafo divenuto da poco di sua proprietà. Desiderò subito di poter vedere installati a bordo nuovamente quei due gioielli a 12 cilindri dei quali riuscì a sapere tutta la storia. L’impresa si presenta però abbastanza ardua perché il museo Lamborghini, al quale si rivolse subito per chiedere di acquistarli, gli spiegò che non era assolutamente possibile privarsi di quei due motori così importanti per la loro storia motonautica. Fabio Lamborghini, curatore del museo, si offrì però di aiutarlo a trovare due motori identici agli originali. La ricerca diede i suoi frutti e i motori furono acquistati uno in America e l’altro in Europa. Una volta entrato in possesso dei due “12 cilindri”, ha inizio la parte più complessa: la loro installazione a bordo. Sandro Zani, giovane e capacissimo restauratore di motoscafi Riva in Olanda, è il titolare di un’azienda il cui nome non dà spazio a equivoci: Riva World. Si prende in carico in prima persona dell’ambizioso progetto. Sandro non si perde d’animo e si rivolge subito all’Ingegnere per avere un supporto tecnico.
Carlo Riva e Fabio Lamorghini
Carlo Riva a sua volta lo indirizza a Lino Morosini che si occupò già nel 1968 proprio dell’installazione e dell’adattamento alle condizioni marine di utilizzo di quei fantastici motori. Ha così inizio un lungo lavoro di preparazione e di realizzazione dei componenti mancanti di cui Sandro e Fabio sono stati gli artefici, uno supportando con disegni e dime, l’altro individuando le aziende capaci di riprodurre le parti necessarie. Finalmente in Agosto di quest’anno la barca giunge in perfetta forma e in tutto il suo ritrovato splendore sul lago d’Iseo presso il Cantiere Bellini dove Romano e Battista sono pronti a riceverla. Sanno di dover organizzare tutto al meglio dando supporto ai fotografi, al pilota dell’elicottero e ai giornalisti per il grande giorno, quando, lo stesso Carlo Riva assieme a Fabio Lamborghini a Sandro Zani e al nuovo armatore hanno fatto ruggire nuovamente i 24 cilindri dell’Aquarama del 1968. Anche noi di Arte Navale eravamo presenti a questo storico evento e abbiamo potuto assistere alle evoluzioni e al test a cui l’Ingegnere (oggi novantunenne ma in forma smagliante e con un entusiasmo forse ancora maggiore di allora) ha sottomesso, mettendo al massimo le leve del gas, il “suo ritrovato” Aquarama # 278!