Domenica in compagnia della terza e ultima commedia della selezione 2014 di “E tutti ridono…”. Ventata di aria fresca che quest’anno ci ha fatto assaggiare la risata dal punto di vista di ogni continente. Siamo partiti con l’Africa e la giovane AYA, ci siamo trasferiti in Costa Rica alla ricerca di una casa per un gallo da combattimento e ieri ci siamo spostati sin nelle lontane Filippine per scoprire cosa accada sul set di una soap-opera di successo.
Chi sono tutte quelle persone che circondano i bellissimi e ricercatissimi interpreti della saga familiare di turno, ricca di tranelli, sotterfugi e sorprese? Al seguito di Loida (Vilma Santos) ci alziamo una mattina all’alba, andiamo con lei al punto di raduno delle aspiranti comparse, ci stringiamo sino a soffocare su un pulmino sovraffollato, per raggiungere le campagne dove è allestito il primo set di una lunga serie, in cui verranno girate una cinquantina di scene senza sosta nell’arco di pochi giorni.
Photo: courtesy of 24° FCAAAL
Loida si trasformerà in una contadina, quindi nella controfigura di una diva troppo impegnata per tenere fede alla parola data e al contratto siglato, si improvvisa attrice per alcune battute marginali da dirsi in inglese, quindi è la facoltosa invitata ad un pranzo di nozze. Il tutto in una manciata di giornate di lavoro umilianti, sottopagate, faticose sino allo stremo, da cui la nostra protagonista uscirà a testa alta.
Senza mai dimenticare la propria dignità, senza calpestare le altre compagne di sventura, ricordando con ossessione la retta in scadenza della scuola frequentata dalla figlia, con orgoglio e voglia di non dipendere da nessuno o elemosinare alcunché all’ex-marito, la forte Loida condivide con noi il suo faticoso ruolo di indispensabile persona invisibile, facendoci provare curiosità, disorientamento, stupore, divertimento e tanta tristezza.
Il regista Jeffrey Jeturian
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Vilma Santos è sempre una certezza, oggi come ieri la sua recitazione ci piace. Non stupisce che qui sia diretta da Jeffrey Jeturian, veterano del tubo catodico e di quel mondo di soap che non è brillante come può sembrare. Capricci, incomprensioni, tanta stanchezza, insofferenza e insopportabile maleducazione regnano sovrani. Come spesso ci è capitato di provare sulla nostra pelle, se non siamo al vertice della piramide (non importa di quale realtà aziendale o sociale), dobbiamo ben presto imparare a digerire bocconi amarissimi. Talvolta, purtroppo, i gesti più insensibili non sono neppure voluti da chi li pone in essere e ciò è tremendamente frustrante.
Il film di Jeturian è la classica dramedy. Con sobrietà, senza mai far leva sul pietismo o scivolando della caricatura melodrammatica, senza strapparci alcuna lacrima e regalandoci qualche sorriso, ci mostra il mondo moderno: l’effimero, le esagerazioni e le insensibilità tutte del nuovo millennio, dimostrandoci – per la seconda volta in pochi giorni – come la globalizzazione abbia portato ovunque il medesimo (mal) costume e come l’essere umano abbia le stesse necessità e sensibilità ad ogni latitudine.
“Ekstra” è un’opera dal saggio equilibrio: senza eccessi, schiamazzi o calci nello stomaco riesce a dire tutto e a lasciarci la sensazione di aver trascorso due ore in compagnia di un bel film. Chapeau!
Vissia Menza
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