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Venezia 72: Leone d’oro alla carriera a Bertrand Tavernier

Creato il 10 marzo 2015 da Af68 @AntonioFalcone1
Bertrand Tavernier (Wikipedia)

Bertrand Tavernier (Wikipedia)

Il Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera, ha reso noto oggi, martedì 10 marzo, l’attribuzione al regista francese Bertrand Tavernier del Leone d’oro alla carriera nell’ambito della 72ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2- 12 settembre).
Inoltre, per la sezione Venezia Classici, Tavernier selezionerà alcuni titoli rari, dimenticati o sottovalutati, che presenterà prima della proiezione, in veste di Guest Director della sezione stessa.
Bertrand Tavernier è stato due volte in Concorso alla Mostra, nel 1986 con Round Midnight – A mezzanotte circa (che ha ottenuto l’Oscar per la colonna sonora e la nomination per il protagonista, il sassofonista statunitense Dexter Gordon) e nel 1992 con il poliziesco Legge 627 (L.627); ha poi ricevuto l’Orso d’argento al 24mo Festival di Berlino per il suo lungometraggio d’esordio L’orologiaio di Saint-Paul (L’horloger de Saint-Paul, 1974), tratto dal romanzo di Georges Simenon (1954, L’horloger d’Everton) che diede il via ad una proficua collaborazione con l’attore Philippe Noiret, e nel 1995, alla 45ma edizione della Berlinale, l’Orso d’oro per il poliziesco L’esca (L’appât), mentre nel 1984 ha ottenuto il Premio per la miglior regia al 37mo Festival di Cannes con Una domenica in campagna (Un dimanche à la campagne).

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Bertrand Tavernier (Lione, 1941) regista, sceneggiatore e critico cinematografico, in quest’ultima veste ha contribuito ad una rivalutazione del cinema americano, un’attenzione che in seguito come autore gli ha consentito di conciliare spettacolarità ed incisività figurativa, senza dimenticare il suo saper spaziare all’interno di attente riflessioni politico-sociali distribuite in più periodi storici, così da analizzare vari mutamenti generazionali, spesso al centro di scontri familiari delineati privilegiando toni più soffusi ed intimistici. Nella motivazione del premio, Alberto Barbera ha infatti sottolineato: “Tavernier è anche un appassionato critico cinematografico, caratterizzato da un spiccato gusto antiaccademico e da una predilezione per la scoperta e la rivalutazione di artisti sconosciuti. Talento messo a frutto in testi memorabili che costituiscono opera di riferimento per chiunque voglia ripercorre la storia del cinema francese, americano e italiano in particolare, con l’aiuto dello sguardo raffinato e non convenzionale di un cinefilo che rifugge ogni tentazione dogmatica, facendo prova di un’apertura di spirito, di una curiosità e di una larghezza di vedute inconsuete”.


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