Ventiquattromila euro al netto di tasse e contributi, mille al minuto, e volo in prima classe. È il compenso ricevuto dall'ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis per la partecipazione di poco più di venti minuti a Che Tempo Che Fa di Fabio Fazio il 27 settembre scorso. A rivelarlo è stato lo stesso economista sul suo blog, scatenando le proteste del centrodestra, a partire da Renato Brunetta, particolarmente sensibile sul tema delle spese e della trasparenza della tv pubblica. Varoufakis, in risposta ad articoli di alcuni giornali britannici, ha reso noto quanto ha ricevuto per le partecipazioni ad eventi pubblici dal 23 agosto scorso.
Solo in due casi ha ottenuto un compenso (il secondo per una conferenza a Singapore) e la Bbc, a differenza della Rai, non ha sborsato un euro e il volo era in classe economy. "Se la notizia fosse confermata si tratterebbe di un fatto gravissimo e inaudito", avverte il capogruppo di Forza Italia alla Camera, chiedendo ai vertici Rai "provvedimenti di moralizzazione, e non solo". La rete, Rai3, da parte sua, precisa con una nota in serata, che "l'ex politico greco è stato contattato dalla società produttrice del programma Endemol, che ha la gestione diretta economica degli ospiti della trasmissione, all'interno di un plafond complessivo e concordato, e che ha ritenuto evidentemente congruo il compenso richiesto dall'economista. Raitre ha espresso parere favorevole da un punto di vista strettamente editoriale per un'intervista di interesse internazionale". Ma la polemica è infuriata per tutto il giorno, ed è stato il centrodestra ad insorgere. "Gli italiani versano il canone Rai per pagare Varoufakis ospite di Fabio Fazio? Speriamo di no e attendiamo smentite dai vertici dell'azienda", scrive tra gli altri su Twitter Mara Carfagna. I parlamentari avevano atteso inutilmente in vigilanza una risposta dal presidente Rai, Monica Maggioni, e dal dg, Antonio Campo Dall'Orto, ascoltati dalla Commissione dove dovrebbero tornare la prossima settimana.
In ogni caso il dg Campo Dall'Orto, nella sua relazione davanti alla bicamerale, ha espresso un richiamo generico alla necessità di evitare sprechi a fronte dell'utilizzo di risorse pubbliche. Il dg, all'esordio a San Macuto, ha tracciato un quadro del sistema televisivo nazionale e non, aiutandosi con la proiezione di una quindicina di slide. "La Rai deve essere capace di colmare il gap di aspettative rispetto all'offerta digitale", ha sottolineato il manager, e di declinare i contenuti "sulle diverse piattaforme". Maggioni ha fatto il punto sugli obiettivi a breve termine, spiegando che la Rai "si trova a un punto di svolta", che occorre rapidità nelle scelte per diventare "attraente per chi paga il canone", che è "il vero editore" della tv pubblica. "Nel 2016 dovranno essere riscritte le regole del servizio pubblico - ha spiegato - e il dibattito intorno alla concessione è indispensabile, una grande opportunità per meglio definire il ruolo della Rai"
Più investimenti e meno burocrazia, anche per "ritessere i fili che si sono persi" con il pubblico degli under 35 "che sistematicamente ci ignora", facendosi trovare "su smartphone e altri device". Sono rimaste ancora senza risposta le domande anche sugli altri temi d'attualità. M5S E Pd chiedono chiarezza per esempio sulla vicenda dei presunti fondi neri destinati a dirigenti Rai finalizzati all'ottenimento di commesse per la fornitura tecnica e sulla mancata trasmissione delle risultanze degli audit interni alla Guardia di Finanza che indaga. A far discutere è anche la scelta del governo di destinare i fondi eventualmente recuperati dall'evasione del canone con l'inserimento nella bolletta elettrica al fondo per la riduzione fiscale, che ha già provocato le proteste dell'Usigrai.