Torino Film Festival 2015: quarta giornata nel segno di "The Assassin" e "Nasty baby"
Inizio della settimana e quarta giornata al 33° Torino Film Festival. Dopo aver vinto il premio per la miglior regia al Festival di Cannes, è stato presentato a Torino The assassin, nuovo film del maestro taiwanese Hou Hsiao-hsien, ambientato nella Cina del IX secolo, con protagonista Nie Yinniang (Shu Qi), una combattente esperta di arti marziali che riceve l'ordine di uccidere il cugino governatore. Messa in scena sontuosa e barocca e una regia dalla clamorosa leggerezza pittorica: Hou Hsiao-hsien realizza un wuxiapan che ribalta alcuni stilemi del genere e in cui il combattimento e i duelli sono quasi sempre fuori campo. Opera in perenne movimento, The assassin è soprattutto un melò sussurrato che opera con i sentimenti con la stessa limpidezza con cui è girato.
Tra i film della giornata la sorpresa , diretto dal regista cileno Sebastián Silva: il film racconta di Freddy e Mo, una coppia omosessuale che sta tentando di avere un figlio con l'aiuto dell'amica Polly. Un intenso dramedy che cerca e trova una propria sensibilità nel raccontare desideri e dubbi dei personaggi, forte di una sceneggiatura mai forzata e interpretato da un notevole cast, tra cui la comica Kristen Wiig, qui in un ruolo drammatico. Nasty baby, oltre alla sua struttura da cinema indie, è una riflessione amara sospesa tra speranza e dolore su quanto il destino possa incidere nelle vite di ognuno.
Dal concorso ufficiale del Festival proviene l'interessante Les loups, diretto dalla regista canadese Sophie Deraspie. Ellie (Evelyne Brochu) è una giovane donna che si trasferisce su una piccola isola nel Nord Atlantico durante la stagione di caccia delle foche; la ragazza entra in contatto con la comunità, che inizialmente si dimostra diffidente nei suoi confronti. Les loups abbandona quasi subito la tematica di impronta ambientalista per assumere i toni di un dramma intimo e rarefatto su una donna alla ricerca di se stessa e delle sue origini. Riuscita la visione di una natura docile quanto brutale, allo stesso tempo ferita ma indipendente dalle sorti dell'uomo; il difetto maggiore è una sceneggiatura che fatica ad ingranare, ma lo sguardo sulla solitudine e sul bisogno di avere punti di riferimento rendono Les loups meritevole d'attenzione.
Giornata chiusa con due delusioni provenienti dalla sezione "After Hours": la commedia Moonwalkers di Antoin Jacquet e l'horror The devil's candy di Sean Byrne. Ambientato negli anni '60, Moonwalkers è il racconto di come un giovane manager musicale (Rupert Grint) e un ex soldato americano ossessionato dal Vietnam (Ron Perlman) si ritrovano coinvolti nella messa in scena dello sbarco sulla Luna. Farsa comica e postmoderna che miscela ironia e violenza, citazioni all'immaginario pop e nonsense: tutto questo per una debole commedia action dal fiato corto e con poche idee, a parte qualche riuscita gag. Infine The devil's candy è l'ennesima variazione sul filone della possessione demoniaca che coinvolge un pittore appassionato di metal: prevedibile dall'inizio alla fine e fortemente derivativo nell'immaginario da horror satanico. Ci si diverte poco e ci si spaventa anche meno, vista la scarsità delle trovate.
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