Allo studio di Enel Green Power nuove tecnologie per utilizzare al meglio l'energiaenergia
Fisicamente parlando, l'energia è definita come la capacità di un corpo di compiere lavoro e le forme in cui essa può presentarsi sono molteplici a livello macroscopico o a livello atomico. L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale è il joule (simbolo J) del sole. Un progetto di sviluppo industriale volano di crescita e valore per il polo tecnologico di Catania
Il sole è fonte inesauribile di energia, la risorsa più “abbondante” cui attingere per superare la sfida della lotta ai cambiamenti climatici. Un fonte rinnovabile per la produzione sostenibile di elettricità, in cui Enel, attraverso la controllata Enel Green Power, continua a investire per innovare e perfezionare le tecnologie fotovoltaiche e non solo.
In questo contesto si inquadra l'accordo di collaborazione sottoscritto in primavera con l'Enea, che prevede la costituzione di gruppi di ricerca per sviluppare e sperimentare soluzioni innovative per l'ambiente, il clima, la produzione di energia dal mare e il solare di nuova generazione.
Alla collaborazione con l'Ente nazionale di ricerca si è affiancato più di recente un progetto industriale per rilanciare la controllata 3SUN e valorizzare il polo tecnologico di Catania: una vera “road map” per rafforzare la leadership di EGP nelle tecnologie fotovoltaiche in Italia, per valorizzare il polo siciliano e per esportare queste innovazioni nel mondo.
Il piano ha alla base un programma di ricerca su celle solari e materiali innovativi il cui obiettivo è mettere a punto una tecnologia definita a “eterogiunzione”. Una soluzione ibrida che unisce le caratteristiche migliori del film sottile, vale a dire la elevata producibilità energetica nelle regioni con climi caldi (principale target del mercato dei parchi fotovoltaici), con l’alta efficienza di conversione, tipica della tecnologia del silicio cristallino o multi cristallino. Un altro vantaggio del “pannello a eterogiunzione” rispetto a quelli tradizionali, è che permetterebbe di raccogliere la luce diffusa anche dal retro del modulo e quindi di produrre almeno il 15 per cento in più di energia.
