Magazine Diario personale

267° giorno – Ma quale stile…

Da Ayertosco

“Mi piace come scrivi…sei fluido…secco…originale…mi dai trasporto anche se spesso non capisco un cazzo”

“Beh…grazie”

La cosa che tutto è stato scritto e detto e pensato è vera…rimane giusto lo stile per emergere e far bere a nuove generazioni i soliti tre concetti con un ombrellino da cocktail diverso…si sa, è cosi, bravi tutti…ma sono in difficoltà. Con le storie…e personaggi. Forse è tutta è questa questione del diario…concentrarsi sulle cose quotidiane pitturandole un po’…far sembrare la mia vita interessante…non riesco a pensare e a scrivere oltre…i racconti che ho iniziato rimangono impantanati, i pochi nuovi che emergono dalla corteccia sono sterili e noiosi e comunque, iniziare a scriverli è quasi impossibile…non ne esce niente.

È stancante, tutto molto stancante perché il desiderio è reale…avere per le mani qualcosa che inizia e finisce e non squarci di qualcosa, coni di luce in un cielo nuvolo…e scrivere quando davvero sento di poterci mettere il talento e le idee e lo stile. Quello poi, lo stile…lo raschio in giornate come questa quando mi costringo a buttare giù due righe…non so nemmeno come finirlo il pezzo ad esempio…e credo che serva davvero una pausa ma ormai sono invischiato in questo progetto e nell’affinare giochi di parole e pensieri cosi che la folla esclami “che stile unico” e saranno gli altri a copiare da me.

Sto diventando nevrotico e malato…alla ricerca del Graal…per cosa poi, quando a stare senza pensieri e nuove metafore ci sarebbe un mondo enorme e vero da godersi, li fuori.



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