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2+6=9 oddio no ehm umh

Da Centostorie

2+6=9 oddio no ehm umh

Visto che gennaio è un mese tecnicamente morto per la libreria, io e la mia socia abbiamo tirato i remi in barca e deciso di rendicontare giacenze, fare la conta di quello che c’è e non c’è, inventarci nuove proposte e valutare i progetti che ci arrivano.

E’ il tempo giusto per ricapitolare, catalogare, fascicolare etc. etc. Insomma, una noia bestiale, senza alcun esito di sorta, con il commercialista che arranca nel cercare di capire la mie scarse competenze contabili, traducendo ghirigori in fatture, oleogrammi in prime note, chimere in corrispettivi.

La regola nella nostra libreria è che noi e tutti quelli che ci aiutano devono essere capaci di fare tutto: competenze verticali, senza deleghe. Tuttavia, come in ogni famiglia, gruppo sociale ognuno ha le proprie propensioni e i propri gusti. Chiaramente, è facile dedurre che nell’elenco di cose da sbrigare si trovano ai primissimi posti le mansioni tipiche del libraio, del tipo: vendere i libri, leggere libri per bambini, comprare libri per bambini. E poi c’è il resto, circa il 92% del restante lavoro: fare la spese per la nostra caffetteria, preparare tramezzini e panini per le feste, lavare, lavare, lavare, pulire, pulire, pulire, andare in banca, effetturare i pagamenti, pagare pagare pagare e incassare (la proporzione 3 a 1 non è casuale). In fondo alla piramide, tanto in basso che preferiamo tutti pulire i cessi della libreria a mani nude, sta la contabilità.

Per chi come me vede i numeri, le somme e le sottrazioni come fossero occulti misteri dell’Universo, come magiche serie di cripitici enigmi il rapporto con i fogli excel è come una mordace avventura sul K2 in smanicato e infradito. E poiché per tutto tutti si offrono volontari e sono generosamente disponbili, ma non per registrazione fatture e compilazioni di varie ed eventuali prime note il concetto di competenze verticali su questo argomento viene paurosamente meno.

Quando il momento viene e il commercialista miracolsamente riesce a trovarmi in libreria, il giorno del giudizio si abbatte esclusivamente su di me in un fuggi fuggi generale. Ammantata dal mistero la mia telefonata con il santo patrono dei numeri diventa una conversazione a senso unico in cui lui sanziona gli errori e io mi affretto a rimediare, manco avessi preso la marmellata di soppiatto.

Tuttavia, devo ammettere che il sacrificio mi vale l’onore delle armi e il silenzio compito degli altri e per un brevissimo arco di tempo vengo assurta all’olimpo dei matematici.
E io che volevo fare la libraia…


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