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27 gennaio 2015 – Giorno della Memoria. Quando l’anima comanda il silenzio: da “Night will fall” a Hannah Arendt. E “Se questo è un uomo”.

Creato il 23 gennaio 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
640px-Stamp_Hannah_Arendtdi Rina Brundu. Traduco qui la pagina wikipedica dedicata a Night will fall che attualmente esiste solo in inglese: “Night Will Fall è un documentario del regista Andre Singer che fa uso del metraggio originariamente girato dalla truppe inglesi nell’aprile del 1945 per il cosiddetto German Concentration Camps Factual Survey (“Cortometraggio sui campi di concentramento tedeschi”, meglio ancora “Rapporto verità sui campi di concentramento tedeschi”). Nel 1945 questo film rientrava nel progetto voluto dal Ministro dell’Informazione inglese Sidney Bernstein per far conoscere i crimini nazisti. Bernstein affidò la “sceneggiatura” a Richard Crossman e chiese a Alfred Hitchcock di occuparsi della regia. Il governo inglese però non lo mostrò mai al pubblico e non è ancora chiaro se fu relegato negli scaffali per motivi politici o perché si riteneva che altri progetti sarebbero stati più efficaci nel processo di de-nazificazione. Settant’anni dopo la sua produzione, settant’anni dopo la liberazione di Auschwitz, una versione aggiornata di quel lavoro – versione prodotta da Sally Angel e Brett Ratner – sarà trasmessa dal canale inglese Channel 4 il 24 gennaio 2015 e il 27 gennaio – Giorno della Memoria – da molte altre reti televisive in tutto il mondo”.

Per una volta si è felici di riportare che la RAI ha fatto le cose per bene, da servizio pubblico degno di questo nome. Di fatto questo straordinario documentario che attendo di vedere domani in versione originale sulla tv inglese, è stato trasmesso ieri notte da RAI3 in prima assoluta. Il programma è stato preceduto – sempre sulla stessa rete – da una puntata de La Grande Storia presentata da Paolo Mieli e sempre dedicata alla proposizione dei crimini e criminali nazisti. Mieli – col tipico stile misurato e knowledgeable – ha strutturato il suo programma in quattro sezioni marcate da fondamentali parole chiave: Scienza, per ricordare i crimini e gli esperimenti sui gemelli di Joseph Mengele – Propaganda, per raccontare “l’indefesso” lavoro di demonizzazione degli ebrei portato avanti da Julius Streicher – SS, che non ha bisogno di commenti – Organizzazione, per ripercorrere le “gesta” di quel Adolf Heichmann che durante il suo processo in Israele portò Hannah Arendt a descriverlo come “l’incarnazione dell’assoluta banalità del male”.

Farebbe bene allo spirito scoprire che ieri sera sono stati in tanti a sintonizzarsi su RAI3. Per quanto mi riguarda, non faccio fatica a dire che ho avuto grande difficoltà a guardare il film: non ho un rapporto pari-a-pari col dolore fisico, non so affrontarlo da “eroe”. Peggiore è il mio rapporto col dolore che annienta, annichilisce, umilia l’anima. In questi casi reagisco sempre col silenzio. Non credo che ci siano parole adeguate per commentare ciò che abbiamo visto poche ore fa. Non ce ne possono essere. Non mi soddisfa neppure quella celeberrima espressione della Arendt a proposito di Heichmann. A momenti ho infatti certezza che per “comprendere” bisognerebbe scavare dentro livelli dell’essenza dell’Essere che ancora non possiamo esplorare, non siamo attrezzati per farlo. Subito dopo penso che la Arendt potrebbe avere ragione e che le “cause” grandi e piccole di tanta disumanità siano più “estetiche” che “profonde”, quindi fondamentalmente “banali”.

Magari occorrerebbe evitare la tentazione di voler “comprendere” tutto e subito: date storie bisogna semplicemente testimoniarle e non dimenticarle. E in quel silenzio tremendo che faceva da paratesto a una visione sconcertante, mi riusciva solo di pensare che simili brutalità – sebbene fortunatamente mancanti della capacità di organizzazione logica della macchina di sterminio hitleriana – avvengono ancora adesso. In Africa, in Medio-Oriente, in Asia… in America…. In Europa. Avvengono mentre noi camminiamo, mangiamo, ci divertiamo… navighiamo in Rete e culliamo sogni. Avvengono mentre noi non facciamo nulla per impedirle. Avvengono mentre siamo egoisticamente occupati a curare il dolore sul dito mignolo, incapaci di alzare lo sguardo per vedere l’altrui corpo divorato dalla cancrena.

Giovedì prossimo RAI3 trasmetterà il film Hannah Arendt (2012), sarebbe opportuno non perdere neppure quello.

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via
Coricandovi alzandovi
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa
La malattia vi impedisca
I vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi

Featured image, francobollo dedicato ad Hannah Arendt.

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