George R.R. Martin
Avrei voluto scrivere tutta la serie delle Cronache del Ghiaccio e del fuoco per evitare i risvolti funebri che mi hanno fatto "ostiare"( trad. non letterale dal dialetto bresciano: inveire) contro Martin.Mi vorrei peredere in dettagli ma mancanza di tempo e poca voglia di spoilerare a random mi fanno placidamente tornare al bellissimo tomo "Il Convitto Nazionale dei Cicognini, 1692-1992. Tre secoli di cultura" che descrive come si vestivano i bravi collegiali dei Gesuiti, cosa mangiavano, a cosa giocavano ( il gioco dell'oca: liberiamo l'oca, la lasciamo scorrazzare liberamente, la inseguiamo, il primo che l'acchiappa può tirarle il collo). Grazie a quest'interessante lettura ho aggiornato un blog che sembra stia agonizzando. Comunque più che riscrivere Le cronache daccapo, e da sola, mi piacerebbe essere Martin nel momento in cui ha iniziato ad ideare questa saga infinita e cattiva. Oppure mi piacerebbe almeno incontrarlo e....why ?!!!Dopo A Storm of Swords è l'unica cosa che vuoi fare: picchiare il pancione di Martin con i pugnetti per poi accasciarsi lentamente per terra e ritrovarsi in posizione fetale.
Perchè per me lui non è epico sbarra serio come Tolkien (che tende a sacralizzare i suoi personaggi), non è sbarazzino come la Rowling (Harry Potter come pseudo romanzo di formazione ), Martin è sadico! Ogni volta che succedeva qualcosa in A Storm of Swords me lo immaginavo seduto alla sua scrivania, a pensare la prossima scena, rimuginante, e poi zac, il suo colpo di genio, e me lo vedo scrivere scene tragicomiche con un sorrisetto sarcastico. Perchè?