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Creato il 28 maggio 2015 da Malvino

Cè modo e modo per appellarsi alla tradizione come argomento decisivo, ma quello più fessacchiotto sta nella pretesa che letimo dia immutabile natura a un termine. È il caso di Claudio Cerasa: «Se le parole hanno un senso, il matrimonio è quello che viene celebrato tra un uomo e una donna che si sposano sapendo bene che sull’etimologia delle parole non si può equivocare: matrimonio viene da matrimonium, è l’unione tra due parole latine, mater, madre, e munus, dovere, compito, ed è un’unione che esiste per sancire l’amore tra due persone che si amano e che desiderano rendere legittimi e tutelati i figli nati dall’amore tra due persone di sesso diverso. Il matrimonio è questo, con le parole non ci si può sbagliare» (Il Foglio, 27.5.2015). Questo implicherebbe che il possesso di beni materiali non sia lecito a una donna, perché il patrimonium è prerogativa di un pater, e che un ciao sia attestato di soggezione, perché viene dal veneto sciao, che a sua volta viene dal latino sclavus, che vuol dire schiavo (vostro). In tutta evidenza siamo dinanzi alluso più infelice della logica che assegna un senso alle parole, ma sarà che Cerasa viene da cè rasa, e sottintende tabula

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