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28 luglio 1914, la Prima Guerra Mondiale

Creato il 28 luglio 2014 da Candidonews @Candidonews

un giorno nella storia IGM

Il 28 luglio 1914, esattamente 100 anni fa, aveva inizio il conflitto mondiale che avrebbe, in breve tempo, cambiato il volto dell’Europa , posto le basi per la nascita di fascismo, nazismo e di tutto quello che negli anni successivi sarebbe sfociato nella seconda guerra mondiale. La scintilla che fece esplodere il conflitto fu scatenata esattamente un mese prima. Il 28 giugno l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, veniva ucciso in un attentato ad opera di un nazionalista diciannovenne serbo, Gavrilo Princip.

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paradossalmente, l’arciduca era forse l’unico austriaco autorevole che fosse comprensivo verso i nazionalisti serbi, perché sognava un impero unito da un legame federativo

Le cause scatenanti

Naturalmente l’uccisione dell’erede al trono austriaco fu solo un pretesto per l’inizio della guerra. Le cause erano ben altre. Il potenziamento militare della Germania, le ambizioni smisurate del Kaiser tedesco Guglielmo II, il nuovo interventismo britannico, le tensioni all’interno dell’impero austro-ungarico, le paure francesi, la debolezza dell’impero ottomano.

Nei primi anni del 20° sec. andarono delineandosi due blocchi contrapposti: Francia e Gran Bretagna, da una parte, saldarono la loro alleanza nell’Intesa cordiale (1904) e portarono nel loro campo, progressivamente, Russia, Giappone e Italia; dall’altra, gli ‘imperi centrali’, Austria-Ungheria e Germania, legarono a loro l’Impero ottomano. Negli stessi anni le crisi internazionali si fecero ricorrenti, in particolare a seguito dell’annessione della Bosnia-Erzegovina da parte dell’Austria-Ungheria (1908), che alimentò gli scontri nei Balcani, principale focolaio di tensioni insieme con la competizione franco-tedesca, accesa dalla sconfitta francese di Sedan del 1870. La questione di Alsazia e Lorena, la rivalità navale anglo-tedesca, l’indebolimento dell’Impero ottomano dopo le guerre balcaniche e il problema degli stretti, gli irredentismi balcanici, la crisi dell’Impero austro-ungarico e le aspirazioni italiane erano tutti fattori che minacciavano la pace europea.

La guerra

Il 28 luglio ebbe inizio il conflitto, durò quattro anni:

Il conflitto ebbe inizio il 28 luglio 1914 con la dichiarazione di guerra dell’Impero austro-ungarico al Regno di Serbia in seguito all’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, avvenuto il 28 giugno 1914 a Sarajevo, e si concluse oltre quattro anni dopo, l’11 novembre 1918. A causa del gioco di alleanze formatesi negli ultimi decenni dell’Ottocento, la guerra vide schierarsi le maggiori potenze mondiali, e rispettive colonie, in due blocchi contrapposti: da una parte gli Imperi centrali (Germania, Austria-Ungheria, Impero ottomano) e la Bulgaria (questa dal 1915) e dall’altra le potenze Alleate rappresentate principalmente da Francia, Regno Unito, Impero russo e Italia (questa dal 1915). Oltre 70 milioni di uomini furono mobilitati in tutto il mondo (60 milioni solo in Europa) di cui oltre 9 milioni caddero sui campi di battaglia; si dovettero registrare anche circa 7 milioni di vittime civili, non solo per i diretti effetti delle operazioni di guerra ma anche per le conseguenti carestie ed epidemie[2].

Le prime operazioni militari del conflitto videro la fulminea avanzata dell’esercito tedesco in Belgio, Lussemburgo e nel nord della Francia, azione fermata però dagli anglo-francesi nel corso della prima battaglia della Marna nel settembre 1914; il contemporaneo attacco dei russi da est infranse le speranze della Germania di una guerra breve e vittoriosa, e il conflitto degenerò in una logorante guerra di trincea che si replicò su tutti i fronti e perdurò fino al termine delle ostilità. Man mano che procedeva, la guerra raggiunse una scala mondiale con la partecipazione di molte altre nazioni, come il Regno di Romania e il Regno di Grecia. Determinante per l’esito finale fu nel 1917 l’ingresso degli Stati Uniti d’America a fianco degli Alleati. Diverse altre nazioni si schierarono contro gli Imperi centrali, spesso non entrando nel conflitto armato, ma dispensando importanti aiuti economici.

La guerra si concluse definitivamente l’11 novembre 1918 quando la Germania, ultimo degli Imperi centrali a deporre le armi, firmò l’armistizio imposto dagli Alleati. I maggiori imperi esistenti al mondo – tedesco, austro-ungarico, ottomano e russo – si estinsero, generando diversi stati nazionali che ridisegnarono completamente la geografia politica dell’Europa.

 Aerei, carriarmati, bombe chimiche. Nuove Armi di distruzione di massa.

Il primo conflitto ‘tecnologico’, la rivoluzione industriale aveva prodotto i suoi frutti. Nuovi armamenti in grado di uccidere molti più uomini rispetto al passato:

Si presume che tra il 1914 e il 1918 vennero chiamati alle armi circa 70 milioni di soldati, di cui 60 solo in Europa. A ciò va aggiunto come la medicina, sia per quanto riguarda le malattie che le ferite, non aveva fatto molti progressi rispetto al secolo precedente: gli antibiotici non erano stati ancora inventati e la mancanza di igiene e ambienti sterili non faceva che aumentare la mortalità.
Ma in realtà, il motivo principale del grande numero di decessi della Grande Guerra fu l’introduzione di nuove armi che, in alcuni casi, possono tranquillamente essere definite come armi di distruzione di massa.

Comparvero così aerei in grado di bombardare le linee nemiche e le città, carri armati capaci di superare barriere fino a quel momento insuperabili, bombe a mano dall’effetto dirompente se gettate in una trincea o in una cavità fino ad arrivare ai terribili lanciafiamme e alle bombe chimiche.
Parallelamente, il potenziale distruttivo e l’efficacia di queste armi aumentarono per la scarsa attenzione, da parte di quasi tutti gli eserciti, nel creare delle “difese” adatte a queste novità e nel cambiare le tattiche militari, ormai obsolete e legate più alle guerre dell’Ottocento.

Le vittime della guerra

Attorno ai 20 milioni di morti, tra combattenti e civili. Più di 60 milioni se si contano anche le epidemie, in primis la Spagnola, favorite dagli eventi bellici. Qualche cifra, nella Grande Guerra morirono il 9% dei rumeni, il 13% dei Turchi, il 21% dei Serbi:

vittime

le cifre più accettate parlano di un totale, tra militari e civili, compreso tra 15 milioni e più di 17 milioni di morti, con le stime più alte che arrivano fino a 65 milioni di morti includendo nel computo anche le vittime mondiali della influenza spagnola del 1918-1919[1]. Il totale delle perdite causate dal conflitto si può stimare a più di 37 milioni, contando più di 16 milioni di morti e più di 20 milioni di feriti e mutilati, sia militari che civili, cifra che fa della “Grande Guerra” uno dei più sanguinosi conflitti della storia umana.

Fonti:

http://it.wikipedia.org/wiki/Conteggio_delle_vittime_della_prima_guerra_mondiale

http://www.treccani.it/enciclopedia/prima-guerra-mondiale/

http://it.wikipedia.org/wiki/Prima_guerra_mondiale


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