"Chi dice che è impossibile, non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo" Einstein
LA “GRID PARITY” DELL’AUTO ELETTRICA
Può sembrare inusuale, e forse lo è, associare il concetto di grid parity al termine auto elettrica, ma specularmente sembra avere un suo perchè, tant’è vero che così come in ambito energetico la grid parity rappresenta il punto in cui l’energia elettricaenergia elettrica
Forma di energia ottenibile dalla trasformazione di altre forme di energia primaria (combustibili fossili o rinnovabili) attraverso tecnologie e processi di carattere termodinamico (ovvero che coinvolgono scambi di calore) che avvengono nelle centrali elettriche. La sua qualità principale sta nel fatto che è facilmente trasportabile e direttamente utilizzabile dai consumatori finali. Si misura in Wh (wattora), e corrisponde all'energia prodotta in 1 ora da una macchina che ha una potenza di 1 W. prodotta da fonti alternative raggiunge lo stesso prezzo dell’energiaenergia
Fisicamente parlando, l'energia è definita come la capacità di un corpo di compiere lavoro e le forme in cui essa può presentarsi sono molteplici a livello macroscopico o a livello atomico. L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale è il joule (simbolo J) prodotta da fonti fossili, in ambito automobilistico potrebbe rappresentare il momento in cui l’auto elettrica raggiungerà una sostanziale parità di costo rispetto alle auto tradizionali.
Insomma un sostanziale equilibrio nel costo di acquisto, che a quanto pare non è poi neppure così lontano.
Stando infatti ai risultati di un recente studio di Eurelectric “SMART CHARGING: steering the charge, driving the change” già nel 2020 il costo dei veicoli elettrici (EV) potrebbe eguagliare quello delle cugine tradizionali.
Un’ulteriore conferma di quanto appena affermato arriva anche dal MIT, Massachusetts Institute of Technology, che sull’omonima rivista ha pubblicato un articolo dal titolo emblematico “Inexpensive Electric Cars May Arrive Sooner Than You Think” dove si riflette su quanto il costo delle batterie, il vero tallone d’Achille che mantiene elevati i prezzi delle vetture elettriche, sia già oggi decisamente inferiore rispetto a quanto pronosticato dagli analisti: per maggiori dettagli si rimanda allo studio pubblicato su Nature dove si afferma anche che il costo delle batterie sta calando ad un tasso dell’8% annuo.
In conclusione, stando a queste premesse, ci sarebbero tutti i presupposti affinché le auto elettriche riescano finalmente a scacciarsi di dosso quella nomea di prodotto di nicchia che comunque ad oggi ricalca ancora la realtà dei fatti.
Nella maggioranza dei Paesi dell’Europa Occidentale infatti l’auto elettrica fatica a prendere piede e l’unica significativa eccezione è rappresentata dalla Norvegia che nel 2014 ha registrato il maggior numero di auto elettriche immatricolate: 18.649 unità su un totale di circa 65mila nuove eco-immatricolazioni, che comunque rappresentano uno scarso 0,5% sulla totalità dei nuovi veicoli immatricolati (dati Avere-France).
GLI OSTACOLI ALLA DIFFUSIONE SU LARGA SCALE DEI VEICOLI ELETTRICI
Finora abbiamo parlato di costo delle batterie come se questo fosse l’unico ostacolo alla diffusione su larga scala della mobilità elettrica. Ovviamente non è così. Infatti, oltre al costo, le attuali tecnologie per l’accumulo elettrico non garantiscono performance di autonomia soddisfacenti, se comparate con quelle delle auto tradizionali ed in più peccano di un’ulteriore limitazione relativa ai lunghi tempi di ricarica.
Ma chiudendo la parentesi (graffa) delle batterie va detto che esse non sono l’unico problema.
L’altro grosso gap è l’(in)disponibilità delle infrastrutture di ricarica: purtroppo in questo caso ci troviamo di fronte al cosiddetto “cane che si morde la coda” dal momento che senza auto elettriche le stazioni per la ricarica non hanno ragione di esistere e viceversa.
IL CONTESTO NORMATIVO ITALIANO
Per incentivare il mercato, per lo meno per quanto riguarda il contesto normativo italiano, la Legge n.134/2012 ha predisposto degli incentivi all’acquisto di cosiddetti veicoli BEC "Basse Emissioni Complessive" contestualmente alla rottamazione di veicoli tradizionali.
Il Legislatore ha quindi messo a disposizione un fondo nella misura di 50 milioni di € per l’anno 2013 e di 45 milioni per gli anni 2014 e 2015. A conti fatti gli incentivi erogati a fronte dell’acquisto/rottamazione del veicolo corrisponderebbero a circa il 15-20% del valore, per un importo compreso tra i 2 e i 5.000€ a seconda della classe di emissioni dell’auto acquistata.
Sulla base del Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati a energia elettrica, varato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nell’ottobre 2013 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale per mezzo di relativo decreto lo scorso dicembre 2014, si aprono inoltre nuovi scenari e previsioni per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica sia pubbliche, che da realizzarsi presso tutte le nuove abitazioni, nonché per la ricerca di nuove tecnologie di ricarica (anche a bordo dei veicoli stessi).
Gli obiettivi puntano entro il 2020 a vedere realizzate 130mila stazioni pubbliche di ricarica (che dovrebbero rappresentare circa il 10% del totale di tutte le nuove infrastrutture di ricarica realizzate), di cui 90mila entro il 2016.
I target sono ambiziosi, ma come prevede lo stesso Piano, si dovrà fare i conti con l’effettivo fabbisogno nelle diverse realtà territoriali. Una cosa comunque è certa: se i numeri verranno raggiunti, l’auto elettrica darà un vero e proprio “scossone” non solo al mercato dell’autovettura, ma a tutto il sistema della mobilità e dei trasporti.
Orizzontenergia.it
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Data: 28/04/2015