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29. Torino Film Festival: “The Catechism Cataclysm” di Todd Rohal (Festa mobile)

Creato il 01 dicembre 2011 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

29. Torino Film Festival: “The Catechism Cataclysm” di Todd Rohal (Festa mobile)

Anno: 2011

Durata: 75′

Genere: Commedia

Nazionalità: USA

Regia: Todd Rohal 

Nessuno lo ammetterà mai, sarà un guilty pleasure per molti, uno di quei piaceri che si gustano e non si confessano, ma uno dei film più amabili della 29ᵃ edizione del TFF è sicuramente The Catechism Cataclysm di Todd Rohal. La reazione nelle sale, dove le persone si sono tenute letteralmente la pancia dalle risate, ne è la testimonianza più evidente. Si tratta, infatti, di una commedia demenziale a basso budget dalla trama tanto improbabile quanto assurda. Volendo tentare una sintesi:  un giovane prete, fresco di seminario nonostante l’età abbastanza avanzata, completamente preso da passioni adolescenziali come l’heavy metal, riesce a contattare un suo vecchio, presunto, amico di liceo per fare una gita in canoa. La svolta avverrà quando incontreranno due belle turiste giapponesi accompagnate da una specie di grosso bonzo di colore.

29. Torino Film Festival: “The Catechism Cataclysm” di Todd Rohal (Festa mobile)

Sono i personaggi, e non la storia,  a rendere assai divertente The Catechism Catacyism. Interpreti volutamente sopra le righe raccontano storie surreali e si dimenano in un percorso di assurdità. A farla da padrone è il giovane prete che, ingenuamente, ne commette di tutti i colori, senza neanche rendersi conto di quello che fa. Paradossalmente il suo personaggio dà un’idea abbastanza realistica dello spaesamento dal mondo di molti ragazzi cresciuti con pane e religione, e il film non lesina nella scorrettezza politica da questo punto di vista. La tipologia  più vicina a cui si potrebbe accostare lo stile del film è l’iconoclastia fracassona dell’heavy metal, che viene a sua volta presa a soggetto. È forse uno degli aspetti più divertenti, ma che, allo stesso tempo, rende il film leggermente settoriale. Nonostante questo, si ride spesso di gusto e genuinamente, con tutte le cretinate annesse.

Fa riflettere come un filmetto del genere riesca ad avere una vis comica molto più di incisiva di tanti blockbuster italiani pensati per il grande pubblico, ma che non riescono a strappare una risata manco a pagare. A dimostrazione che la commedia è un genere molto più complesso di quanto si possa pensare.

Gianluigi Perrone


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