2a Domenica di Quaresima - Anno B

Creato il 28 febbraio 2012 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

4 marzo 2012

2a DOMENICA DI QUARESIMA Anno B


Antifona d'Ingresso Sal 26, 8-9 Di te dice il mio cuore: «Cercate il suo volto».
Il tuo volto io cerco, o Signore.
Non nascondermi il tuo volto.

CollettaO Dio, Padre buono, che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito, ma lo hai dato per noi peccatori; rafforzaci nell'obbedienza della fede, perché seguiamo in tutto le sue orme e siamo con lui trasfigurati nella luce della tua gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Gn. 22,1-2.9a.10-13.15-18
Il sacrificio del nostro padre AbramoDal libro della Gènesi In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».
Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
  • Parola di Dio

Salmo Responsoriale Dal Salmo 115
Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice».
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli. – Rit.
Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore. – Rit.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo,
negli atri della casa del Signore,
in mezzo a te, Gerusalemme. – Rit.


Seconda Lettura Rm 8,31b-34 Dio non ha risparmiato il proprio Figlio
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!
  • Parola di Dio
Vangelo Mc 9,2-10 Questi è il Figlio mio, l'amato
[In quel tempo Gesù cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare. Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini»]
Dal vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. - Parola del Signore
  • Resta inteso che i libri che leggiamo non sono una riflessione puramente umana e neppure un racconto di qualcosa di fantastico.
Lo stesso Pietro dice, in una sua lettera, di inseguire non delle favole, ma dei fatti. Questa premessa non va mai dimenticata, perché la Parola produce fatti. In questo momento vuole produrre fatti. Noi dobbiamo ascoltare la Parola con questo particolare: la notizia è di un fatto che succede anche ora qui, perché questa Parola è annunciata per far essere una storia reale. Questa promessa è legata a tutta la Parola del Vangelo.
Nel testo, scritto e letto, forse siamo stati ingannati dai due caratteri di scrittura; un testo non previsto dalla liturgia che però dà senso alla seconda parte. Questo accostamento rispetta lo sviluppo storico. La parte scritta in piccolo riguarda fatti che precedono la seconda parte. Il senso pieno sta nell’incontro dei due tratti del vangelo. Il primo tratto è sorprendente: ci troviamo di fronte ad una tentazione non fatta dal diavolo, ma da un discepolo che Gesù, in questo contesto, definisce ‘Satana’. Pietro reagisce, perché per mesi e mesi era stato insieme con Lui, aveva sentito la predicazione di Gesù e si era fatto un’idea alta di Gesù e di lui stesso diventato amico di Gesù. Con sua sorpresa, Gesù prevede, annuncia che stava camminando verso Gerusalemme e che fra poco tempo sarebbe stato preso, processato, condannato, ucciso e che dopo tre giorni sarebbe risuscitato. Pietro non coglie la parola finale, ma è colpito e disorientato da tutte le parole che precedono. Che Gesù fosse preso e ucciso era l’ultima cosa da immaginare. L’intervento di Pietro è un rifiuto del progetto di Dio e della missione del figlio suo, Gesù. Gesù stesso chiarisce il contrasto: Pietro pensa secondo gli uomini, Gesù pensa secondo Dio. In questa situazione, lo scontro è concreto e preciso e la persona che pronuncia la tentazione ha un nome preciso. La tentazione prende corpo concreto sul modo di vivere in contrasto con quello di Dio che vuole salvare il mondo dando suo Figlio, rovesciando la situazione di Abramo. Nella prima lettura, è Dio che chiede ad Abramo il figlio; qui è Dio che dona il Figlio. Gesù reagisce in modo netto: fa tacere Pietro. Strana contraddizione, perché, dopo 6 giorni, sul monte, Pietro dirà: è bello essere qui. Pietro è impulsivo e per questo è molto significativo questo cambiamento. È un cambiamento di prospettiva; anche Pietro sarà ucciso; in fondo, la sorte di Gesù sarà anche la sua. Senza volere, in quel momento diceva no alla sua sorte, anche se non gli era ancora nota. In seguito gli diventerà nota e l’abbraccerà. Cosa ha mutato l’atteggiamento di Pietro? Quali avvenimenti sono intervenuti? A grandi linee possiamo dire: lo sviluppo di una storia che porta a compimento le previsioni di Gesù. Pietro stava con Gesù; lo tradirà, piangerà sul proprio peccato, tornerà al Risorto e questo lo convincerà; poi ci sarà lo Spirito e diventerà annunciatore del Vangelo. Riflettere su questo percorso ci può guidare ad una fede più robusta, più fondata, che ci convincerà a spendere la vita per Gesù. Il Vangelo ci ricorda l’avvenimento che ha influito su Pietro e lo ha illuminato: è l’avvenimento della Trasfigurazione. Cerchiamo di cogliere la nostra storia in questa che viene raccontata. Gesù prende l’iniziativa di appartarsi sul monte per la preghiera con Pietro, Giacomo e Giovanni. Sono i tre a Lui più vicini, più esposti se si pensa che Giacomo e Giovanni hanno fatto di tutto per essere in vista e Pietro parla spesso a nome dei dodici. Gesù prende con sé i più autorevoli, e lì cosa succede? Ad un certo punto il suo volto fu trasfigurato. L’intervento di Dio mostra in forma di luce un fatto decisivo. Loro sono sorpresi. Il punto è questo: la presenza di Dio in un corpo umano. Dopo tanti secoli parliamo di incarnazione che vuol dire: Dio si fa presente; il suo Verbo infinito si fa presente nel limite di una condizione corporea di uomo, in Gesù. Questo essere profondo di Gesù si mostra in forma di luce, che è la forma della divinità, della vita. Vicino al sepolcro saranno gli angeli con la veste bianca, la veste battesimale. Ciò illustra la centralità di Gesù. Questa luce proviene da Gesù e non da qualcosa di esterno. Questa luce è in Lui e si mostra in termini di lucentezza umana. Al centro c’è Gesù trasfigurato e, con Lui, i due padri dell’Antico Testamento (che rappresentano la parola della promessa) e Pietro, Giacomo e Giovanni (= la realtà umana alla quale il Signore si rivolge). Gesù è la sintesi della preparazione e del compimento della profezia del Regno. Il Regno è Lui, e in Lui si compie il destino di tutta l’umanità. Ultimo elemento, la nube che li avvolge, il mondo del divino che scende e avvolge gli uomini. Fondamentale è la Parola. La nube è il Padre che si pronuncia sul Figlio e invita ad ascoltarlo. Nel Battesimo, lo Spirito scende su Gesù e lo identifica; qui la Parola del Padre invita i tre e tutti noi ad ascoltare Gesù. Gesù è la Parola da accogliere, perché in Lui è la vita. Cerchiamo di raccogliere ora la nostra esperienza. È mai successo anche a noi di sentire avversione per la croce? Di non spenderci per il Regno? Di fare il nostro gioco, forse sognando il successo? Ci è successo di avvertire la luce? Come trovarla? È un dono e una grazia. Di fronte ad una grazia, c’è da chiederla ed implorarla. Il testo che stiamo meditando ci dice che è la Parola di Dio che dice al mondo, per sempre: questo è mio figlio, il perseguitato, l’ucciso, il crocifisso, il risorto. Vediamo chiaro l’accostamento della Croce alla Resurrezione. Come conclusione direi di essere attenti, durante la Quaresima, alla scelta di Gesù e alla nostra scelta. Chi è Gesù per noi? È il glorioso crocifisso o il crocifisso non glorioso? Noi siamo chiamati alla fede nel Gesù Cristo crocifisso e risorto. “Crocifisso” vuol dire colui che ha cercato il regno di Dio, colui che è il Regno di Dio, esponendosi al rifiuto di tutti coloro che pensano alla loro vita in termini di interesse, di successo, di possesso, di ebbrezza, di rifiuto degli altri, in una parola di tutti coloro che hanno perso il senso del male e che solo in Gesù possono ritrovarlo. Gesù cerca l’uomo, anche se questo sfugge spesso con l’illusione di trovare vita vera altrove.
I due messaggi sul foglio. Il primo intervento suggerisce l’atteggiamento a cui noi siamo invitati attraverso la lettura di questa Parola. Gesù sia veramente il nostro riferimento, la nostra guida a cui diamo tutto, naturalmente accettando di essere in cammino, sapendo che da Lui tutto ci viene ridato in verità. Il secondo intervento ci invita a riflettere per assurdo sulla possibilità che Gesù avesse dato ragione a Pietro: non ci sarebbe la vita della Chiesa; e la vita del mondo e la nostra vita cosa sarebbero ?
Capìte ora :
  • l’importanza di salire sul monte, di dare spazio alla Parola, alla voce interiore che accompagna la Parola
  • l’importanza di affidarci al Signore e di riconoscerlo come la via, la verità, la vita
  • l’importanza di valorizzare le fatiche della realtà, specialmente quelle che si riferiscono alla battaglia quotidiana contro le potenze del male che oggi prendono la forma dell’indifferenza, dell’appiattimento (nel senso che tutto va bene).
Per noi, per la nostra famiglia, per il quartiere in cui viviamo potrebbe essere la paura di mostrarci come quelli che credono nella persona di Gesù.

  MESSAGGIO
Il richiamo più forte e significativo, la conclusione più semplice, l’impegno più urgente da assumere con coerenza, è l’adesione a GESU’ come luogo di incontro dell’uomo con Dio e dell’uomo con gli altri uomini.
Aderire a GESU’ al vero Gesù, a quello testimoniato dalle Sacre Scritture, ossia al Dio in carne umana, glorioso vincitore nella lotta col male e che per questo ha sofferto, è morto, ed è Risorto!
  Pietro tenta Gesù
COSA SAREBBE della Chiesa, profetica per vocazione, se in quel giorno lontano, in quel remoto angolo della Palestina, Gesù si fosse lasciato convincere dai ragionamenti di Pietro in apparenza così assennati?
COSA SAREBBE della Umanità, bisognosa di salvezza, se Gesù, anziché continuare nel cammino verso Gerusalemme, avesse cambiato strada e vita?
COSA SAREBBE di noi, così disposti al cedimento e al compromesso, se Gesù avesse rifiutato la croce per una vita tranquilla?
Non avremmo né croce né crocifisso. Ma neppure Dio in carne umana, Trasfigurato e Risorto.
Non avremmo Gesù perché non c’è Gesù senza croce o senza risurrezione.

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