2CELLOS: Virtuosa Attitudine Rock

Fa sorridere il rivedere due talenti della musica classica, indiscutibilmente innovativi, che giocavano a diventare rocker, esserlo diventati sul serio.

Fa sorridere perché l'originale idea non è mai stata priva di qualità e professionalità, ma adesso più che mai lascia trasparire il vivace talento dei due protagonisti, guidati sul palcoscenico dalle eccentricità del proprio io artistico.

I 2CELLOS, ovvero Luka Šulić e Stjepan Hauser, esibitisi per l'ultima tappa del loro tour italiano a Tarvisio (UD), si mostrano con sfrenata vanità al pubblico, ormai più che consapevoli della loro maturazione artistica e di una proposta dai contenuti unici: due violoncelli, due archetti che, stravolgendone l'indole classica, si muovono ad un irrefrenabile ritmo rock.

La simbiosi del duo è completa e persino scenografica: impossibile non essere calamitati dalla totale assenza di controllo visivo tra i due, che non ne hanno bisogno per dimostrarsi empatici anche nelle divagazioni al programma che ripercorre le musiche più care al rock e al pop, balzando avanti e indietro nel tempo. Dagli AC/DC ai Coldplay, dagli U2 a Michael Jackson, diverte ricordare e riconoscere i brani dalla loro intro e cantarli insieme ai due interpreti.

Le stesse canzoni vengono eseguite spesso senza sosta, con accordi che creano un continuum l'una con l'altra, sbalordendo.

Gli effetti nel complesso più caratterizzanti sono però, oltre all'idea in sé di suonare rock con strumenti cari al repertorio classico, l'interpretazione e la particolarità del sound.

Personalmente, li amavo di più quando il violoncello utilizzato non era ancora quello elettrico, perché nei bassi ne usciva più accentuato il dualismo tra dolcezza della melodia e uno spartito rock. Ora invece il suono è chiaramente più elettronico in quelle stesse tonalità, complici strumenti coreograficamente d'impatto.

Come i frenetici movimenti della testa di Luka, che non stentiamo a credere gli causino i microtraumi per cui necessita del fisioterapista ad ogni chiusura concerto. Stjepan, invece, si mette in mostra, è proprio il caso di scriverlo, per una diversa padronanza del palco, meno concentrata, più narcisista e colorita, da latin lover consumato, che sarebbe anche più divertente se, come solitamente accade per un bel gioco, fosse maggiormente contenuta. Ma gli eccessi sono parte della libertà del rock e questi brillanti musicisti la interpretano a loro modo diventando essi stessi (in)credibili icone di questo amatissimo genere musicale.

Insomma, vistosamente e virtuosamente rockettari.