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3 – Introduzione alla ricerca e Teorie di Psicologia della Comunicazione

Creato il 10 giugno 2011 da Antonio Conte

La nostra ricerca sulla televisione inizialmente è stato una sorta di viaggio nella mente, tra neuroni e sinapsi, e lungo tutte le interconnessioni cognitive, culturali, semantiche, linguistiche, di senso, eccetera per arrivare il più possibile, in profondità.

Un viaggio in cui si cercherà di annodare i nodi del discorso ai due capisaldi: uno è quello della televisione analizzata in chiave psicologica, come un medium che si configura e configura i suoi utenti, l’altro caposaldo, è l’analisi del livellamento linguistico dei suoi fruitori, ricercano le relazioni, le cause, gli effetti, sviluppi, e ogni implicazione possibile.

Ma poi il viaggio sarà interdisciplinare ed abbraccerà tutte le materie di studio: elettronica, riprese audiovisive, storia del linguaggio visivo, storia, italiano, e non so cosa altro, con la pretesta di tessere anche una trama nel periodo storico post unitario, cogliendo nei cinquantenari momenti più salienti. Cosa che ora può apparire come una gran “marmellata”. Per dirla meglio vorremmo tradurre in testo il ‘gran malloppo’ di immagini, ed ancora sbobinare, tradurre in italiano, in narrativa quanto appreso attraverso il tubo catodico e non solo, si tenterà di scrivere in narrativa tutto il ragionamento interiore, pubblico e privato sul tema Televisione e non può essere comunicato tra persone, se sono con la parola.

I temi portanti rappresentano quindi, il discorso sulla didattica dei docenti durante questo lungo anni di formazione. Sono tanti viaggi distinti ed intrecciati da dover tradurre in parole in codesto esame di stato.

Questa tesina di maturità, evidentemente non è stata copiata, perché sfido a trovarne una uguale, è di fatto una ricerca “sperimentale”, altra, specie in relazioni agli standard di genere.

A questo discorso sulla “Televisione” si possono applicare certamente le teorie note teorie della psicologia della comunicazione applicata al medium. Ad esempio si potrebbero applicare le teorie sugli artefatti,  sull’evoluzione del medium. Ovvero secondo la teoria del costruttivismo sociale come gli utenti l’anno cambiata, con le loro scelte (zapping) con i loro discorsi, con da meno con la pubblicistica e la TV cannibale, ovvero la TV che parla di se. Ed ancora con la visione della teoria del “determinismo tecnologico”, potremmo analizzare come questo medium ha prima scelto, poi cambiato il suo utente: nei comportamenti, nella linguistica, a livello cognitivo. Come infine, si fa comprare dal suo utente: TV classica (tubo catodico), LCD, Plasma, 3D, mobile, ecc..

Ma, come si diceva in capo al nostro lavoro, questo inizio di discorso, mi pare che sia solo il punto di partenza di un’analisi molto interessante ed avvincente. E tuttavia il livello di approfondimento è rimandato ad altra sede, rimanendo in questa ai cenni dei percorsi possibili.

Antonio Conte


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