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30 Aprile 1779, lettera di Fersen (scritta da Barbara Risoli)

Creato il 02 marzo 2011 da Samilla

30 Aprile 1779, lettera di Fersen (scritta da Barbara Risoli)

 

30 aprile 1779

 

Mia Regina che mia non siete,

 

Annoio me stesso a tratti, mi trovo ridicolo e misero nello struggimento di questo amore impossibile e ingiusto eppure così deciso da farmi credere, nei momenti di più intensa follia, d’esser fortunato per questo sentore. Ancorato a ciò che di precario tra noi vi è stato, fuggo distante da voi cercandovi in altri occhi, in altri abbracci pur nella consapevolezza che voi non dimorate altrove, ma solo nel paradiso che visito silenzioso con passo felpato. Vi ho lasciata con la vostra gioia d’esser madre promettendo a me stesso un timido ritorno e ora mi dite ciò che mai avrei voluto. Innocente è la creatura che ancora allieta i vostri giorni in una nuova attesa, ma il mio animo di uomo egoista adesso ringhia e dice cose funeste. Questo il motivo del mio distacco, lasciate che il mio cuore riemerga dal buio del sapervi comunque di un altro re, lasciate che i miei pensieri riprendano il dritto sentiero della devozione al vostro signore che ignobilmente disprezzo perché non vi rende felice, che tristemente invidio per le sue mani colme dei diamanti del vostro essere e così distratte da lasciarli cadere e infrangersi nel fango dell’indifferenza. Siete solo colei che deve un erede al suo splendido regno e ciò mi addolora e fa tremare la spada che pende al mio fianco.

Perdonate il mio discorrere sconnesso, l’amore mi rende pazzo e infedele, il tempo e i vostri occhi che scruto lontano, mi renderanno l’animo che più volte avete affermato esser ciò che di me vi aggrada.

 

Confusamente vostro.

 

Fersen

(riprendono le nostre lettere che tentano di ricostruire l’amore tra Maria Antonietta e il conte Fersen)



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