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30 giorni di buio: dark days

Creato il 09 febbraio 2011 da Soloparolesparse

Mettiamola così: 30 giorni di buio sta a Dark days come la prima serie di Buffy sta all’ultima di Angel.
Il che vuol dire che il seguito non ha nulla a che vedere col primo episodio. I 30 giorni questa volta sono solo una scusa e l’unico legame è dato dal personaggio di Stella.
Ma la differenza è soprattuto nella qualità del film… e non è che il primo fosse un capolavoro.

30 giorni di buio: dark days

Stella è l’unica sopravvissuta alla strage di Borrow e gira l’America cercando di convincere la gente che esistono i vampiri.
La reazione è quasi sempre una risata, e quando riesce a portare qualche prova… ecco la rete creata dai vampiri infossa il tutto.
Così finisce per incontrare altri tre sopravvissuti con un’esperienza analoga alla sua, e si unisce alla loro lotta contro i vampiri.

A capo dell’orda diabolica c’è Lilith, una specie di aper regina a cui tutti i vampiri fanno capo.
Nella loro ricerca scoprono che una nave sta partendo per l’Alaska per ripetere l’esperienza del primo film… e provano a fermarla.

La regia passa in mano a Ben Ketai, e la differenza si vede se è vero che le immagini migliori sono quelle tratte dal primo film.
Ma che sarà un film non all’altezza lo si capisce dal primo secondo, quando ci viene mostrata (tanto per cominciare) l’ultima sequenza di 30 giorni di buio… soluzione classica da telefilm ma non certo coinvolgente in un sequel.

30 giorni di buio: dark days

Il richiamo a Lilith è un evidente riferimento alla mitologia classica… ma se avessero chiamato il personaggio Carmilla almeno saremmo rimasti in tema coi vampiri.

In 30 giorni di buio: dark days non funzionano più nemmeno i vampiri, che perdono la cattiveria e la bestialità del primo film per diventare molto più borghesi e fighetti (Angel… appunto!).

Così finisce che la cosa migliore del film è la scena di sesso tra Kiele Sanchez e Rhys Coiro, molto verosimile e ben preparata con l’imbarazzo tra i due dovuto alla sorpresa della scoperta del loro sentimento.

Ci si riprende solo un minimo sul finale.
La sequenza dell’uccisione di Lilith è ben costruita e divertente, il finale è l’unica sorpresa degna di attenzione.


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