Ora: dopo aver comprato il biglietto numero due mi sono resa conto che al Palacio de Los Deportes, nell'anno 2008, ho visto il mio primo live de El Canto del Loco. L'annunciato afflusso di VIP, il viral marketing dei cartellini e la registrazione su DVD definisce altresí “importante” la doppia data live di Maggio. La consapevolezza ha dato il via ad una serie di trip mentali per cui mi sono chiesta se il romanzo che volevo scrivere non fosse in realtá il romanzo della mia vita che qualcun altro sta scrivendo per me. E siccome l'epilogo l'ho sempre immaginato tragico, potrete capire il tormento interiore. Altrimenti noto come cagotto incipiente. A sua volta altrimenti noto come “capite perché non ho bisogno di droghe?”.
Per scongiurare tutto ció, e cercare di ficcarmi in testa che non sono la protagonista di un qualche pseudo-film di fantascienza, ho maturato quest'elenco. Ergo, ve lo sottopongo; per dirla tutta, senza troppe speranze che vi possa interessare granché.
30 MOMENTI EPICI VISSUTI AL PALACIO DE LOS DEPORTES DI MADRID
1. L'addio a Jandro impresso sui monitor.2. Le bandiere italiane disegnate sul braccio a inizio concerto, nel piú perfetto stile Bimbeminkia.
3. L'ammasso indefinito di verde, bianco e rosso spalmato su tutto il corpo a fine concerto, nel piú perfetto stile Kiss Che Si Struccano.
4. Valeria sull'orlo del collasso.
5. Paco che mi solleva all'improvviso da dietro a metá dello show. Io che per un attimo penso :“sto volandooo, maccheffigoooo!”.
6. L'omaccione cattivo che mi strappa di mano il bruttissimo cartellone arancione a cui mi ero affezionata instaurando un rapporto tipo Linus con la sua coperta.
7. L'abitudine di Dani di tirarsi un secchio di acqua gelata in testa nel mezzo dello show e lanciare il suddetto secchio al pubblico una volta svuotato. Eleonora che, mi dicono, rischi per quel gesto la commozione cerebrale.
8. La concomitanza del concerto con la vigilia di una partita decisiva Spagna Vs. Italia agli Europei del 2008. L'intero Palacio de Los Deportes Sold Out che intona “Chi non salta italiano é” (e un sacco di altre cose molto meno carine). Io che, nel mezzo, cerco invano di nascondere la mia bandiera.
9. I Premios 40 Principales con il record di statuette per la mia amata band.
10. L'avvenenza non trascurabile del tizio all'ingresso.
11. La coppietta amorfa che il Destino m'assegna come vicina di posto in gradinate.
12. L'esaltazione con cui mi alzo in piedi ballando come una tarantolata alla prima apparizione de ECDL sul palco. Il che, visto che i miei amici sono tutti nel parterre e sto seguendo il galá da sola, viene visto dai miei vicini come un chiaro sintomo d' insanitá mentale. Il fatto che continui a ridere per gli sms che ricevo forse non gioca del tutto a favore di una smentita.
13. Il primo dialogo face to face con Dani Martín della mia vita. Lui indossa un giubbotto in pelle nera e il suo miglior look da Pablo Corso senza barba. Io, un naso da pagliaccio verde in plastica e un'espressione da ebete.
14. Il povero cantante del Perú che passeggia solo e sconsolato premio e riccioli per le strade di Madrid. Per poco non ci abbraccia commosso, quando gli urliamo in coro“enhorabuena!”.
15. L'amica di un'amica di una ragazza che non ricordo come si chiama e il suo personale dramma nel restare chiusa in bagno dopo lo sfollamento del Palacio. Sono abbastanza convinta che lo stia ancora raccontando ai suoi nipoti.
16. Cualquier Mariposa, La estrella polar, que viene sola y que solita se va. Con relativa coreografia da me opportunamente inventata.
17. Il Doblete prima della fine dell'ultimo tour de El Canto del Loco. Le solite dediche strappalacrime. Piú del solito, in quel caso.
18. Lato David. Il quale immancabilmente si scompiscia nell'osservare le mie accorate interpretazioni dei brani in scaletta. Chissá poi perché.
19. La bell'idea di farmi convincere a dormire all'addiaccio, priva di tenda, in una notte di Ottobre. Il Sacco a Pelo é stato gentilmente offerto da qualche sconosciuto mosso da pietá.
20. I riflettori. Quei cavolo di riflettori. SPEGNETE QUEI DANNATI RIFLETTORI!
21. Lo stordimento della notte insonne che mi induce a intrattenere una conversazione molto lunga e complicata con due amiche spagnole senza rendermi conto che sto parlando in italiano.
22. Lo stordimento della notte insonne che mi induce a intrattenere una conversazione molto lunga e complicata con tre amiche italiane senza rendermi conto che sto parlando in spagnolo.
23. Il café solo come invenzione del secolo.
24. Il tizio della security addetto al turno di notte, ubriaco quanto basta da intrattenere i presenti con un vasto campionario di gossip ancora (ma per poco) non raccolti dai giornali.
25. Patricia Conde e i suoi cocktail.
26. Iker Casillas che mi passa inosservato (dovevo stare davvero molto male).
27. La figlia di David che fa “ciao ciao” con la manina ai fan del suo papá oltre i vetri del Palacio, mentre lui é impegnato nel soundcheck. Premio Tenerezza 2009.
28. I tour di perlustrazione nel parcheggio con conseguente tentativo da parte delle mie compagne di fare di me una vittima sacrificale. Il tutto al grido di: “Ilaria tira fuori la bandiera che cosí Dani si ferma”.
29. L'emergere infruttuoso dal parcheggio suddetto. Javito che ci informa: “Sono appena usciti, voi da dove sbucate?”. Noi che, alzando indifferenti le spalle, indichiamo una botola rispondendo “da lí”. Il punto interrogativo che si dipinge sul suo volto.
30. I saluti malinconici tra bottiglie di birra vuote. Qualcuno che ci invita a far festa. Io che oramai posso aspirare a un ruolo da protagonista in The Walking Dead. Gli abbracci stretti di chi non verrá a Barcellona. E che, in certi casi, dopo di allora non rivedró piú.