300: Benito Jacovitti – Cocco Bill

Creato il 22 agosto 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Milano Libri Edizioni, 1975 (Italia, Cocco Bill, 1957)

“Una camomilla al ragù e panna”
“Ah! Ah! Chiede camomilla! Il figlio di mamma colla boccuccia sporca di latte ha preso il saloon per un asilo infantile…”
“Il figlio di mamma t’appioppa questo al ghigno!” (tirandogli un calcio)
“Un 42 in faccia non me l’ha piazzato mai nessuno!”
(dialogo tra Cocco Bill e un balordo)

Jac Lo Tonto, Tomas Bucapanza e Jean Coricò ovvero le molteplici espressioni di un un unico genio: Benito Franco Jacovitti.

Il western all’italiana nasce il 28 marzo 1957 con la prima entrata in scena di Cocco Bill. Successivamente è stato sviluppato, ampliato e definito da Sergio Leone e compagnia che ne hanno fatto un genere amato e imitato in tutto il mondo; ma fu Benito Franco Jacovitti ad iniziare, ideando una frontiera americana cosparsa di salami nostrani e fatta di eroi e brutti ceffi che tracannano alcool dai fiaschi di vino toscani e mangiano spaghetti al pomodoro.

E fu proprio l’eroe più famoso del grande artista molisano ad accompagnare un’intera generazione di italiani, cresciuti leggendo le avventure di Cocco Bill, il cowboy che beve solo camomilla e che spara meglio di Wild Bill Hickok e Buffalo Bill messi insieme, che si aggira per tutto il “far uest” sistemando i peggiori fuorilegge e raccogliendone gli onori insieme al suo fido cavallo Trottalemme.

A soli 34 anni e con all’attivo oltre150 storie a fumetti realizzate nell’arco di neanche vent’anni, Jacovitti, in quel lontano 1957, dà una svolta alla sua carriera creando un personaggio per molti versi unico nel panorama del fumetto italiano e non, che accompagnerà la sua vita artistica fino al 1997, anno della sua morte. Jacovitti disegnerà Cocco Bill in ogni decennio, dagli anni ’50 fino agli anni ’90, producendo oltre 70 avventure del suo eroe; tantissime, se si pensa che contemporaneamente realizzava altre storie a fumetti, oltre a disegni per la pubblicità, l’illustrazione e le mitiche vignette del diario Vitt.

Duello tra il Cocco e Peter Zing.

Personalmente ritengo che la massima creatività stilistica e narrativa del grande Jac sia da riconoscere nel lavoro svolto durante il ventennio che va dall’inizio degli anni ’50 fino all’inizio degli anni ’70: in questi anni, Jacovitti sfodera in sequenza una serie di personaggi del calibro di Tom Ficcanaso, Zorry Kid, Gionni Galassia, Gamba di Quaglia, Jack Mandolino e via dicendo, protagonisti di storie incredibili, veri e propri capolavori di comicità demenziale unita ad a un surrealismo che avrebbe fatto di Jacovitti il più geniale fumettaro comico europeo.

Naturalmente con Cocco Bill il suo genio raggiunge la massima espressione e in particolare in questa splendida raccolta, che racchiude il primo decennio di vita di Cocco Bill, si rimane stupefatti di fronte a tanta grazia artistica.

Vignette dense di dettagli, un linguaggio verbale fatto di parole spesso modificate, a simulare una pronuncia clownesca, un disegno che sarà fonte d’ispirazione e di imitazione di tutta una generazione di fumettari; questi sono gli ingredienti che lo stregone Jacovitti mescola nel suo prodigioso calderone; e il risultato è pura magia visiva, compositiva, narrativa, qualcosa che una volta letto si può e si deve rileggere all’infinito, perché non si corre mai il rischio di stancarsi di fronte a storie come Il sergente Cocco Bill, Cocco Bill in Canada, Kamumilla Kokobì e Cocco Bill e la revolucion.

Storie che ancora oggi non hanno perso un minimo di freschezza e originalità; storie che riescono a far divertire fino all’inverosimile; storie dense di personaggi carichi di un’espressività non solo facciale; storie con un livello di inventiva generato da un’illimitata fantasia orale; storie intoccabili, di cui essere gelosi con la stessa forza con cui si può esser gelosi per ciò che vi è più caro. E se non credete alle mie parole forse dovreste credere a quelle di Michele Mari che nel suo capolavoro letterario Tu Sanguinosa infanzia, rivolgendosi al figlio che deve ancora nascere, gli dice:

… Ma questi giornalini, Filippo, sono impartecipabili, sono il fiore della mia infanzia, capisci, dunque sono la mia essenza, se me li togli mi uccidi, toglimi la Divina Commedia, toglimi Moby Dick oppure prendi Aulo Gellio, tutta la Loeb, vuoi il Battaglia? Vuoi i Rerum Italicarum Scriptores, il Ramusio?
Ma non chiedermi Kamumilla Kokobì, non chiederlo mai….

Il genio compositivo e artistico di Jacovitti in una delle sue classiche vignette affollate.

E le storie di Cocco Bill rappresentano un viaggio interminabile, di cui vorrete essere gli unici viaggiatori; perché possiamo leggere Calvin e Hobbes innamorandocene, Charlie Brown intenerendoci, Arcibaldo divertendoci, ma quando leggiamo Cocco Bill, quando lo vediamo addormentarsi al chiaro di luna su un’amaca sorretta dalle gambe del fido Trottalemme, quando lo vediamo gustarsi una camomilla menando qualche malefico e ingenuo sgherro, quando lo vediamo a tu per tu con un puma che non “pumerà” più allora comprendiamo con innegabile chiarezza l’importanza di possedere queste prime avventure di Cocco Bill.

Ma tu non sai nulla” continua Michele Mari “nulla di nulla, che ne sai tu dell’Album de Il Giorno n. 7, uscito nei primi giorni del luglio del 1962? Si intitolava Kamumilla Kokobì, e ho detto tutto. Kamumilla Kokobì… Più o meno qualcosa come l’Iliade…

Del resto Jacovitti è un Omero del fumetto; e la sua Iliade è rappresentata da Cocco Bill.

Cocco Bill e la Revolucion: la rivoluzione secondo Jacovitti.

Curiosità

Per creare Cocco Bill Jacovitti dichiarò in un’intervista (rilasciata a L. Boschi, L. Gori e A. Sani e contenuta nel volume Jacovitti) d’essersi ispirato alle vecchie parodie western interpretate da Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. Il nome Cocco Bill fu scelto da Jac perché “suonava bene” e in qualche modo ricordava l’espressione cocco bello.

Nelle prime storie il cavallo di Cocco Bill è senza nome: solo alla fine degli anni ’60 verrà denominato Trottalemme.

Edizione consigliata

Il volume della Milano Libri è davvero bello e prezioso; racchiude le migliori dieci storie dal 1957 al 1965: Cocco Bill, Cocco Bill e gli Apaciones, Cocco Bill e la revolucion, Cocco Bill in Canada, Il sergente Cocco Bill, Kamumilla Kokobì! Cocco Cocco Cocco Bill, Cocco Bill nella foresta, Cocco Bill nell’Arizona e Ugh-ugh Cocco Bill. Le storie sono stampate in bianco e nero senza la pessima stampa dei colori tipici del Giorno dei Ragazzi, periodico nel quale le avventure del Cocco venivano pubblicate.

Eccellente e accurata prefazione del giornalista e autore teatrale Alberto Perrini.

Altre edizioni

Alcune delle storie racchiuse nel volume consigliato possono essere recuperate nel volume Il giorno di Cocco Bill pubblicato recentemente da Stampa Alternativa (Cocco Bill e la revolucion e Ugh-Ugh Cocco Bill) e nel volume della serie 100 anni del fumetto italiano-Cocco Bill ridere nel west del 2010 (Ugh-ugh Cocco Bill).

A sinistra: il volume realizzato da Stampa Alternativa e dedicato alle avventure di Cocco Bill pubblicate sul Giorno dei ragazzi. A Destra: Il volume della collana 100 anni del fumetto italiano dedicato a Cocco Bill e altri eroi del west italiano umoristico.


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