300-l'alba di un impero
Creato il 07 marzo 2014 da Veripaccheri
300-L'alba di un nuovo impero
di Noam Munro
con
Usa, 2104
genere, azione, drammatico
durata
Immaginiamo i sentimenti di
Noam Munro alla vigilia di un debutto importante come quello che gli si
prospetta davanti con l’uscita nelle sale di “300-L’alba di un impero”,
seguito, si fa per dire, del seminale “300″ di Zack Snyder,
lungometraggio la cui importanza va oltre la contingenze del film ma si
apre a prospettive di genere e di stile, che hanno influenzato non poco
il cinema che ne è seguito.
Stiamo parlando del connubio tra
cinema e fumetto, altrove assorbito con una mimesi cinematografica che
della fonte cartacea escludeva quasi completamente l’apporto visivo
fornito dalle chine dei disegnatori, e che invece il film di Snyder (
alla pari del Rodriguez di “Sin City”) riportava in primo piano con una
plasticità degli sfondi e delle figure umane che ne facevano un
tableau vivents dalla doppia natura: pittorica, propria della graphic novel firmata dal grande Frank Miller, e filmica, conseguente alla peculiarità dello strumento utilizzato. Un body double
artistico e concettuale che Munro ha ritrovato anche in sede di
sceneggiatura, con una storia “parallela” a quella degli eroi delle
termopoli. “300- L’alba di un impero” racconta infatti un altro episodio
della resistenza greca che si svolge contemporaneamente al sacrificio
degli eroi troiani, con la coalizione ellenica capeggiata da Temistocle,
impegnata a contrastare la flotta persiana al comando del re Serse, e
guidata dalla temibile Artemisia, abile guerriera mossa dal desiderio di
vendicare un antico soppruso.
Stesso scenario ed identiche
motivazioni che “300-L’alba di un impero” traduce con effetti speciali
che saturano la vista dello spettatore disegnando la superficie dello
schermo con cieli lividi di rabbia, paesaggi metafisici e contrasti di
colore che riportano inevitabilmente ad un desiderio di morte e
distruzione che il film nonostante i proclami di un possibile futuro (la
democrazia e lo spirito di libertà da una parte, la regalità ed sogno
di un impero universale dall’altra) ricerca nella moltiplicazione delle
occasioni di conflitto che non riguardano solo il campo di battaglia, ma
sono connaturate in un istinto primordiale e collettivo che sembra
placarsi solo nello scontro con il nemico, ricercato persino
nell’amplesso amoroso -tra Artemisia e Temistocle- che il film si
concede deponendo per un attimo le armi. Se l’obiettivo di Munro era
quello di un’identificazione che non facesse sentire lo scarto con il
modello di partenza, allora il risultato è raggiunto perchè “300-L’alba
di un impero” sembra davvero una costola del film di Snyder. Il problema
però è che il regista non riesce ad armonizzare la razionalità di una
messinscena perfettamente controllata, con la mancanza di inibizione ed
il velleitarismo legato ad un impresa – quella di Temistocle e dei suoi
valorosi compagni – che non prevede calcoli. Il risultato è un film
bello ma privo di pathos. Il paradosso meno adatto per un film che si nutre di mito e di leggenda.
(pubblicato su dreamingcinema.it)
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