Gli sviluppatori del progetto stanno perfezionando questa nuova tecnica che ha lo scopo di ridurre l’impatto ambientale della filiera dell’olio d’oliva. Un prototipo è già operativo in uno stabilimento di Granada, in Spagna.
di Cristiana Tomei
Convertire rifiuti organici derivanti dalla produzione di olio d’oliva in energia termicaenergia termica
Calore. ed elettrica. E’ possibile, secondo i ricercatori svedesi del KTH Royal Institute of Tecnology che si stanno cimentando nell’impresa. Un prototipo del sistema è già operativo in un oleificio a San Isidro de Loja, a Granada, in Spagna. Lo stabilimento produce fino a un chilowatt di potenzapotenza
Grandezza data dal rapporto tra il lavoro (sviluppato o assorbito) e il tempo impiegato a compierlo. Indica la rapidità con cui una forza compie lavoro. Nel Sistema Internazionale si misura in watt (W).; l’obiettivo degli sviluppatori adesso è quello di ampliarne la potenza fino a 200 kWkW
Unità di misura della potenza equivalente a 1.000 Watt.. Per soddisfare il 50% del fabbisogno energetico dell’azienda, soltanto con gli scarti del processo di trasformazione delle olive in olio.
Forma di energia ottenibile dalla trasformazione di altre forme di energia primaria (combustibili fossili o rinnovabili) attraverso tecnologie e processi di carattere termodinamico (ovvero che coinvolgono scambi di calore) che avvengono nelle centrali elettriche. La sua qualità principale sta nel fatto che è facilmente trasportabile e direttamente utilizzabile dai consumatori finali. Si misura in Wh (wattora), e corrisponde all'energia prodotta in 1 ora da una macchina che ha una potenza di 1 W. da rifiuti nella sua fattoria, ne vale la pena?" .Gli ho detto che è una cosa nuova e ancora non si può comprare, ma che speriamo presto sia possibile’.
Il meccanismo di trasformazione dei rifiuti organici delle olive in energiaenergia
Fisicamente parlando, l'energia è definita come la capacità di un corpo di compiere lavoro e le forme in cui essa può presentarsi sono molteplici a livello macroscopico o a livello atomico. L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale è il joule (simbolo J) avviene in tre momenti:
Fase 1 – gli scarti vengono immagazzinati in un biodigestore che li degrada, portando al rilascio di un biogasbiogas
Miscela di gas prodotti in seguito ad un processo di digestione anaerobica di materiale organico di origine vegetale e animale. Alcuni batteri provvedono a decomporre il materiale organico, in ambiente privo di ossigeno, producendo una miscela gassosa formata da metano (50÷70%), anidride carbonica (35÷40%) e tracce di altri gas. Le materie prime utilizzabili sono residui agricoli, zootecnici dell'industria agro-alimentare, acque e fanghi reflui.composto da metanometano
Idrocarburo che rappresenta il costituente principale del gas naturale., anidride carbonica anidride carbonica
(CO2CO2
Gas inodore, incolore e non infiammabile, la cui molecola è formato da un atomo di carbonio legato a due atomi di ossigeno. È uno dei gas più abbondanti nell'atmosfera, fondamentale nei processi vitali delle piante e degli animali (fotosintesi e respirazione).
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Gas inodore, incolore e non infiammabile, la cui molecola è formato da un atomo di carbonio legato a due atomi di ossigeno. È uno dei gas più abbondanti nell'atmosferaatmosfera
Involucro di gas e vapori che circonda la Terra, costituito prevalentemente da ossigeno e da azoto, che svolge un ruolo fondamentale per la vita delle specie, perché fa da schermo alle radiazioni ultraviolette provenienti dal Sole. Essa si estende per oltre 1000 km al di sopra della superficie terrestre ed è suddivisa in diversi strati: troposfera (fino a 15-20 chilometri), stratosfera (fino a 50-60 chilometri), ionosfera (fino a 800 chilometri) ed esosfera., fondamentale nei processi vitali delle piante e degli animali (fotosintesi e respirazione).e composti dello zolfo.
Fase 2 – il biogas viene convertito in anidride carbonica e idrogenoidrogeno
Primo elemento della tavola periodica, presente sulla Terra in forma combinata, soprattutto nell'acqua e nei composti organici. Esso è costituito da 3 isotopi: prozio (cioè l'idrogeno propriamente detto) per più del 99.9 %, il deuterio e il trizio. La forma molecolare dell'idrogeno (H2) dà origine ad un gas inodore, incolore, altamente infiammabile e molto più leggero dell'aria (ecco perché lo si trova in bassissime concentrazioni in atmosfera). che va ad alimentare le celle a combustibile, e nella terza fase viene introdotto in una cella assieme all’ossigeno.
Fase 3 – l’ossigeno, mescolandosi con l’idrogeno e la CO2, genera calore ed elettricità.
Un’elaborazione complessa che elimina la tossicità delle sostanze contenute negli scarti industriali dell’olio d’oliva che, dunque, possono essere smaltite in discarica senza alcun rischio.
Fonte: Key4Biz
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