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31. Fantafestival: “La progenie del diavolo” di Giuliano Giacomelli e Lorenzo Giovenga

Creato il 09 giugno 2011 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

progeniedeldiavolo

Scrittore di successo, Emiliano Saudato (Emiliano De Magistris) si reca in un paesino delle Marche intento a documentarsi su alcuni eventi riguardanti la leggenda del Seme di Dio, per poter poi concepire il suo nuovo best-seller.

Realizzato in digitale e concepito con un budget di soli 2000 euro, prende il via da questa esile idea di partenza il primo lungometraggio scritto e diretto da Giuliano Giacomelli e Lorenzo Giovenga, entrambi provenienti dall’universo degli short.

Un vero e proprio horror d’atmosfera che, girato tra la provincia di Pesaro e Urbino, potrebbe apparire in un primo momento come l’ennesimo derivato di The Blair witch project-Il mistero della strega di Blair (1999), soprattutto nelle sequenze d’intervista agli ostili abitanti del posto, per poi lasciar emergere il look di effettivo omaggio a Pupi Avati (in particolar modo a quello de La casa dalle finestre che ridono) che fin da principio vuole essere.

Infatti, proprio come nelle pellicole di mistero firmate dal prolifico autore bolognese, è l’inquietudine derivata da una certa ambientazione rurale ad accompagnare l’intrigo che, fotogramma dopo fotogramma, s’infittisce per condurre in maniera progressiva all’inaspettata soluzione finale, in questo caso curiosamente accostabile a quella del quasi contemporaneo d’oltreoceano L’ultimo esorcismo (2010) di Daniel Stamm.

Mentre i due registi, che in fatto di difetti dovuti alla ristrettezza economica si trovano solamente a dover fare i conti con una recitazione non sempre convincente ed un audio di taglio amatoriale, dimostrano di saper gestire a dovere il ritmo narrativo; tempestando il tutto, da bravi appassionati del genere, con omaggi e citazioni che spaziano da una frase storica derivata dal kinghiano The night flier (1997) al mitico quadro visto ne L’uccello dalle piume di cristallo (1970) di Dario Argento. Senza dimenticare di chiamare un personaggio Salvatore Bàccaro, evidentemente in onore del compianto Sal(vatore) Baccàro visto in un’infinità di commedie nostrane, ma ricordato dai fan del gore e del trash per aver concesso anima e corpo al “mostro” violenta-fanciulle del nazi La bestia in calore (1977).

Selezionato presso il XXXI Fantafestival.

Francesco Lomuscio


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