Uno strano supereroe accorre in aiuto di due contadini che risvegliano un’antica mummia dal suo eterno sonno.
Minacciata la popolazione di far saltare il ponte sulla diga, un barone senza più titolo e terre deve vedersela con il Pirata, eterno rivale che credeva di aver messo fuori combattimento.
Un gruppo di corridori in allenamento per raggiungere Roma ed uno di temibili briganti finiscono vittime di un ragazzino con il sogno di diventare meccanico e deciso a portare scompiglio nella tranquilla vita del paese.
Quattro particolari detective dell’occulto hanno il compito di scovare un manipolo di ex alieni “casinari”.
Rispettivamente intitolate Rockman, Il Barone, Il meccanico e Paranormal detective, sono le “Quattro storie senza alcun significato” cui fa riferimento la didascalia d’apertura dell’opera seconda di Simone La Rocca, realizzata un anno dopo l’esordio Motel (2008).
Con un cast comprendente, tra gli altri, Angelo”Sigaro”Conti, cantante della Banda bassotti, si tratta di un mediometraggio nato quasi per gioco e con un budget inesistente (dovremmo essere intorno ai 200 euro), quindi girato in bianco e nero e completamente muto.
Infatti, mentre il tutto viene raccontato attraverso l’uso di didascalie, proprio come si faceva agli albori del cinema, provvede una lunga serie di pezzi spazianti dagli anni Cinquanta al punk, passando per la musica classica, ad accompagnare i circa 64 minuti di visione, concepiti con professionalità e, soprattutto, forniti di notevole senso del ritmo.
Quindi, tra una Rock Billy boogie di Robert Gordon e una Zero zero UFO dei Ramones, l’impressione è quella di trovarsi nel bel mezzo di una spensierata, anarchica festa del passato, accompagnata, però, dai contributi video tipici di quelle attuali; mentre l’insieme assume sempre più le fattezze della comica vecchio stile, in particolar modo tramite l’inserimento delle risate fuori campo nell’ultimo episodio.
Senza dimenticare Stray cats, Buddy Holly, Platters e Damned, per un elaborato da guardare con il cervello totalmente spento e tanta voglia di rilassarsi.
Francesco Lomuscio