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3.600 enti per curare il territorio: “Ma che fanno?”

Creato il 31 marzo 2011 da Lapulceonline

alessandria, alluvione 1994Graziella Zaccone Languzzi, componente dei Comitati scrive a La Pulce: “In Italia sono 3.600 gli enti che si occupano di rischio idrogeologico, alluvioni, ambiente… ma che fanno?”. Di seguito la sua lettera aperta:

In questi giorni sui nostri giornali locali alessandrini e casalesi, territori di mio interesse per ciò che riguarda danni da esondazioni e franamenti non causati da maltempo perché il maltempo è fatto naturale, ma da annosa incuria di gestire il territorio con azioni di manutenzione e prevenzione. Eternamente mancano gli euro e qui sono sempre uniti nel lamento. Eternamente purtroppo non si parlano i vari preposti per coordinare progetti che vanno da monte a valle. Al contrario e nonostante mancano gli euro vengo stilati costosi progetti da prestigiosi studi professionali che poi stanno nei cassetti di chi li ha commissionati perché pagati quelli, pare che non ci sono più euro per procedere nella pratica…e anno dopo anno, mese dopo mese danni a infrastrutture pubbliche (beni di tutti), danni privati e puntualmente ci scappa anche il morto in molti casi e alla faccia di chi va a raccontare nei convegni, o agli organi di informazione di tempi di ritorno da esondazioni di 200/300/500 anni…

Sempre in questi giorni su un giornale economico viene spiegato come questi eventi che di naturale hanno nulla, fanno business e muovono denaro per la serie : “disastri spa”, ma questo l’ho capito da un bel pezzo ed è chiaro che poi mancano gli euro per fare i lavori. Ora: sul territorio non si fa nulla, solo chiacchiere fino alla prossima. Risarcimenti per i danneggiati privati e imprese scordiamoceli, eppure i danni non se li sono cercati. Alessandria zona nord: dal 2009 dopo un faticoso 20% a distanza di due anni è arrivata in questi giorni una integrazione inzuppata di “nobile sudore” di chi l’ha concessa e che magari si aspetta anche un ringraziamento. Per il saldo chiusura pratiche ho interrogato Nostradamus che ha allargato le braccia sconsolato, questa è l’unica profezia che non riesce dare.

Tornando per forza maggiore a una forma di serietà dato l’argomento, dalla pubblicazione “L’Italia delle Alluvioni- Un’analisi economica” di una alessandrina di nascita, Rita Cellerino Professore ordinario di Politica Economica nella Facoltà di Economia dell’Università del Molise, un curriculum importante, innumerevoli pubblicazioni tra cui temi di interesse di economia e politica dell’ambiente, analisi benefici-costi, analisi economica e ambiente, gestione del rischio idrogeologico, business ambientale, sta scritto che sono 1.300 le norme statali e regionali in materia di alluvioni emanate dopo la legge-quadro del 1989. Sono più di 3.600 gli Enti pubblici che hanno competenze in materia. Milioni di euro per finanziare opere idrauliche e risarcimenti alle vittime. Tralasciando i milioni di euro per finanziare le opere mi chiedo: 3600 gli Enti preposti per curare il nostro territorio, so chi sono, nella pubblicazione vi è l’elenco, ma che fanno? Che aspettano? Quando lo fanno?


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