Magazine Diario personale

362° giorno – “Solo cinque minuti…”

Da Ayertosco

Mi dico “oggi scrivo” mentre il braccio se ne sta per una qualche percentuale fuori lì,  epidermide un po’ su plastica e un po’ al sole e al vento aerodinamico di una golf grigia scassata a 60 all’ora, specchietto rotto con l’aria che ci passa attraverso e che se ne esce dalle crepe fischiando come il clacson di un treno a vapore che lo so che non si chiama clacson ma il termine quello corretto non mi viene, non in italiano…che in inglese lo scriverei “steamy whistle” e comunque ci siamo capiti “no?”…che mica vi servono per forza le parole corrette per capire, anche se godete e ci marciate a fare i precisini su tutto…a consigliare sostantivi sostitutivi e lo so che qualcuno ha già pensato che avrei potuto scrivere ‘sinonimi’…non sono mica stupido…non sono cosi poco vocabolarizzato e ignorante…ho solo parlato di clacson di un treno a vapore e della mia golf scassata che corre nel suo natalizio mostrarmi mille spie luminose gialle e rosse e io che guido, sedile reclinato troppo che se appoggiassi la testa cosi…per un attimo…verrebbe da chiudere gli occhi e farli riposare un filo dopo queste notti senza tregua che te lo fanno meritare…è un diritto il riposo degli occhi per soli cinque minuti, chiuderli un attimo soltanto che la strada va via bella dritta e la gente nel mio paese sembra quasi che non sappia dei loro diritti in prossimità delle strisce zebrate…non passano, non attraversano, aspettano minuti e minuti senza avanzare un passo, quasi al sicuro su quei marciapiedi grigi mentre camion risciò scooteroni camion dei pompieri automobili sfrecciano incuranti di leggi e di loro pedoni vecchiette con la spese, pedoni bambini con cartelle, pedoni spacciatori di crack, pedoni vecchi con sorrisi e tristezze…ma sembra quasi che vada bene a tutti…come se i pedoni stessero bene nella loro lentezza e non fretta nel raggiungere posti e non disturbano gli automobili-guidatori con gesti e maledizioni e ‘no-no!’ fatti con la testa indignata, non li disturbano proprio mentre loro, invece, si arrabbiano con chi rispetta i limiti e le precedenze e i diritti degli animali bipedi e quelli che attraversano a 200 le rotonde come se solo loro ne avessero il diritto, ognuno un piccolo re della strada. Io sto a metà credo…fra i due mondi di pace e guerra yin e yang bianco e nero…io mi fermerei nelle piazzole a dormire se ci fosse un albero che fa ombra…e preferisco le strade con il panorama ai tunnel…e amo arrivare tardi al lavoro senza lotta per il parcheggio migliore…prendo quello lontano più lontano di tutti e va bene, non importa, un sacco di cose non importano, un sacco di cose non mi importano che prima mi importavano di più e invece adesso niente o molto meno…un sacco di cose mi importano ancora ma faccio finta di no e le lascio li nel cervello per quei cinque minuti che riposo dopo una notte di tortura sudata…tipo l’amore, la carenza di affetto, il futuro, la mia ex, cambiare macchina, cambiare casa, stato, universo, vita, scappare, imparare a cucinare, credere in qualcosa, svegliarsi con tanto entusiasmo…mi importano ma faccio finta di no, che siano solo piccoli sogni a cui non dare importanza per adesso, lasciarli li e vederli con la coda di un occhio appannato e aspettare ancora un po’ che “non sei ancora pronto per affrontare tutti questi spilli di passato presente e futuro”…c’è della pesantezza di mente e di fisico e di morale…rimanere a galla ecco, giusto quello…corrente che ti trasporta piano piano su questa piccola barchetta marcia e le onde, al timone, circondato da corde vecchie ma resistenti e questa fascia di legno attorno, cosi liscia per l’acqua di mare e piena di buchi, cosi inclinata che li, anche in mezzo alla veloce tempesta di quelle con l’acqua verde e schiumosa che pare possa tagliare come una lama e la schiuma bianca, che fa un rumore di quelli che ti mette i brividi e anche li dicevo, ti viene da appoggiare la schiena e poi anche la testa, ti appoggi e tutto attorno si muove, ti appoggi dove il legno è ancora più liscio…e te lo dici da solo che puoi…che tanto c’è da attendere il sole e l’acqua azzurra e le bestie del mare non vanno di fretta e non conoscono i loro diritti sulle imbarcazioni, non ti rompono le palle…”Puoi!” ti dici, chiudere gli occhi per quei cinque minuti…



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