Difficilmente ci si imbatte in un film simile e difficilmente lo si dimentica, questo perché ha avuto il coraggio -in un periodo simile dove si punta alla commercialata e al reboot- di sperimentare pur avendo a disposizione un budget importante.
Avendo rotto molti degli schemi classici ed essendo un film scritto e diretto dai fratelli Wachovski (oltre che da Tom Tykwer), la critica si è divisa in due fazioni antitetiche. Tra chi urla al capolavoro e chi lo considera sconclusionato e inguardabile, tendo decisamente verso primo gruppo.
Scrivevo questo post su in cima alla mia capanna tra gli alberi quando un rumore mi ha distolto. Mi sono alzato dalla scrivania e mi sono diretto verso l’uscio dove portando avanti la testa per sbirciare fuori ho realizzato con orrore che…
Venerdì raccoglieva della frutta: quando il padrone scriveva era imperativo non stare fra i piedi. Era fuori ormai da un po’ quando decise di tornare, e poi aveva le ceste piene a tal punto da poter mangiare macedonia per una settimana. Giunto ai piedi della capanna sull’albero sentì un rumore strano e per istinto guardò verso l’alto. Non ebbe il tempo di fare nulla: era troppo tardi…
Era un Ramphastos toco, ed era fiero di esserlo! L’oceano verde scorreva fluido sotto il suo corpo in volo, un oceano di piante tropicali e di frutta deliziosa. Si era separato da venti minuti ormai dal gruppo e presto sarebbe dovuto tornare, ma non c’era fretta: sapeva quel che stava facendo e mentre raggiungeva il cespuglio che fruttava le sue bacche preferite si destreggiava in maestose piroette e planate a pelo d’acqua sul fiumiciattolo che percorreva l’isola.
Subito dopo la grande palma solitaria migliaia di gemme celesti riflessero nel viola dei suoi occhi: il frutto più dolce e saporito di tutti. Scese in picchiata con le zampe protese verso il pasto e col becco pronto anch’esso a trasportare quanta più frutta possibile.
Con un colpo secco si procurò la cena e tornò in alto diretto verso la tana…
Lì in alto, oltre la capanna, Max il Tucano era giunto puntuale a recuperare il suo pasto; ma nello strappare a sé le bacche ne lasciò cadere delle altre. Venerdì ebbe solo il tempo di alzare lo sguardo, capì il meccanismo della vicenda in seguito: una bacca celeste grande quanto un’anguria immensa gli cadde in testa.
Per terra vidi il corpo di Venerdì con una sfera celeste al posto della testa e un cesto di frutta rovesciato. Non riuscivo ad aiutarlo a liberare la testa tante erano le risate!
Questo che ho appena scritto è un esempio che mi serve per spiegarvi la struttura del libro che ha ispirato il film. Nello scrivere L‘atlante delle nuvole, David Mitchell si è ispirato a Se una notte di inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Il romanzo comprende la narrazione di sei storie, di altrettanti personaggi di altrettante epoche che vanno dal 1850 ad un futuro remoto ambientato in un mondo regredito e tornato alle origini. Ogni storia è proposta a metà per ordine cronologico fino alla sesta che è completa e che è seguita dalle metà finali delle altre cinque in ordine inverso fino all’ultima che poi è la prima (e per quelli che stanno distorcendo la testa rileggete la storiella propostavi poco fa e capirete).
Questa lunga divagazione per dire che i registi, nello scrivere la sceneggiatura si sono trovati di fronte a non pochi problemi…
Erano in molti a considerare il romanzo non sceneggiabbile ma i Wachovski e Tykwer hanno accettato la sfida e per quanto mi riguarda l’hanno più che vinta.
Il punto forte di questo film a mio parere è decisamente il montaggio, ovviamente in stretta correlazione con la sceneggiatura; questo perché il film è fluido nonostante non si è abituati a vederne sei compressi in uno.
I temi principali, come si evince dal sottotitolo (tutto è connesso), sono la reincarnazione e l’eterno ritorno.
Il primo è supportato, oltre che da particolari che si ripetono nelle varie storie -come potrebbe essere la voglia a forma di cometa- dalla presenza degli stessi attori che interpretano personaggi differenti talvolta truccati così bene da risultare irriconoscibili (ma anche sul trucco c’è chi invece ha avuto da ridire…); ed è interessante notare il percorso che ogni anima compie nel corso dei secoli passando dal male al bene o viceversa o tenendosi neutrale.
Il secondo tema è evidente considerando la storia che apre il film ambientata in un mondo futuro che però si è spinto così oltre che l’umanità è regredita e tornata alle origini. Essendo Zachry (il protagonista di questa storia interpretato da Tom Hanks) colui che racconta il film a noi spettatori, nel suo tempo sembrano coincidere passato, presente e futuro. L’eterno ritorno inoltre evince anche dal montaggio magistrale (che non smetterò di lodare) che mostra in parallelo vicende accomunate per temi.
Questa caratteristica mostra come è stato importante il lavoro che ha portato il romanzo a diventare un film.
Questo vuole essere un piccolo parere personale oltre che un invito a recuperare il film per guardarselo, non mi spingo oltre perché non vorrei svelare troppo a sfavore di chi, dopo aver letto l’articolo, seguirà il mio consiglio.
Mi piacerebbe confrontarmi con chi lo ha visto, quindi non abbiate paura di commentare. L’unica cosa vi raccomando lo SPOILER ALERT nel caso in cui ci fosse qualche rivelazione importante.
Vi lascio una galleria di materiale recuperato e tradotto contenente mappe utili per avere ben chiare le storie… Chi non ha visto il film sappia che leggerle significherebbe essere svelati tutto manco si trattasse di Kevin Spacey (canzone di Caparezza che non consiglio agli appassionati di cinema che non hanno visto i film di questo elenco).
Chaochao!
P.S. Durante la scrittura di questo articolo non sono stati maltrattati schiavi-plagio o tucani di nome Max.