Sono stati 5 giorni, vissuti intensamente. 5 giorni in cui ho staccato la spina, certo, ma ho anche toccato con mano cosa significa essere al nono mese di gravidanza. Mica tutto rose e fiori! Perché le capacità di adattamento si abassano e quel che prima mi veniva naturale e semplice adesso richiede degli accorgimenti particolari, una certa organizzazione insomma. Tipo che la prima notte non ho dormito, per il letto duro, per il caldo, per le zanzare, per il cantiere che apriva alle 7 della mattina, perché non c'era Lui con me. Tipo che ormai ho quasi sempre le mani doloranti e gonfie, per non parlare dei piedi, che se sto troppo seduta (o in piedi) invece di passare la maggior parte del tempo sdraiata, me paro la Sora Lella! Ahahahah! Tipo che non sto più comoda, come una volta, da nessuna parte che non sia il MIO letto e il MIO divano e mi sono dovuta portare una serie di cuscini, anche per stare sulla spiaggia. Tipo che ho capito che l'unica è il lettino dello stabilimento e così ho ceduto ignobilmente.
Tipo che giovedì siamo andate alla clinica perché avevo il monitoraggio e la visita con l'anestesista e al ritorno ero una donna finita e stressata. Due grammi di energia bruciati sotto il sole, nel tragitto in macchina, sulla Pontina arroventata, in una saletta asettica su un lettino scomodissimo, per sentirmi dire che 'Sto bambino non è reattivo', solo perché Simo, cucciolo lui, dormiva. E mi sono pure beccata una shekerata di Panza a tradimento, senza preavviso, in un modo così brusco e invadente che fino a sera il rodimento di culo non mi ha abbandonata. Per svegliare Simone! Mi ha fatto pure male sta stronza! Ma dico io, si può? Ho sperimentato cosa significa sentirsi trattata come un involucro, con poca o nessuna voce in capitolo, laddove medici e ostetriche sembrano saperne più di te su tuo figlio e si arrogano diritti sul tuo corpo che tu mai ti sogneresti di dargli. Tipo che l'anestesista mi ha inserita nella macrocategoria di 'Voi Donne Incinte che venite qui a dire che finché reggete reggete e poi in caso fate l'epidurale' e giù a generalizzare, con supponenza e autoritarismo mascherati da innocui consigli e, che ci crediate o no, la cosa non mi è piaciuta. E' stato un pomeriggio di ansia, fatica fisica e psicologica, credo che mi rivedranno alla 40esima settimana per il prossimo monitoraggio, che prima non ho intenzione di tornare, per farmi suggestionare in modo negativo. Ho bisogno di tranquillità io, ecco. In quanto donna prossima al parto sono molto influenzabile e fragile, faccio difficoltà a difendermi e alzare muri quando serve. Assorbo tutto.
Nonostante ciò da venerdì tutto è cambiato, lasciati alle spalle tutti gli impegni mi sono potuta godere il mare, il relax, tutte le coccole e le attenzioni di zia Gi e di Lui e zio Effe che ci hanno raggiunte la sera. Non ero abituata, non lo sono mai stata, ma devo dire che mi riesce molto bene lasciarmi viziare, si si! Il leit motiv di questi giorni è stato: 'Nina, hai bisogno di qualcosa?'. Ah che piacere sottile!
E così mi sono potuta dedicare alla mia attività preferita, quella che mi riesce meglio da qualche settimana a questa parte: schiacciare corposi e goduriosi pisolini, ovunque mi trovo.
Ho dormito tantissimo, siesta sulla spiaggia, siesta dopo pranzo a casa sul lettone, piccoli attacchi di narcolessia mentre attendevo che preparassero la cena. Non ho alzato un dito che è uno, un sogno, un privilegio, un lusso. Servita, seguita, assecondata, sono una donna davvero fortunata io ad avere questo tipo di amore incondizionato attorno. E tra le altre cose mi sono anche goduta l'effetto che fa avere la Panza al mare. Io, che ho sempre ammirato le altre, dal basso della mia infertilità, io che sognavo i loro sogni e mi chiedevo cosa mai si provasse, ora lo so. E fa strano essere osservata da cento occhi, essere guardata, spiata, quando per anni ti sei sentita invisibile, chiusa nel tuo dolore che nessuno sapeva o sospettava. E invece adesso sorrisi, domande, dita che ti indicano, sguardi curiosi e affettuosi (qualcuno a dire il vero un po' ambiguo, ma sorvoliamo). E io lì, a prendermi tutto avidamente. Perché si ne vado fiera, non lo nascondo e c'è anche del sano e compiaciuto narcisismo in tutto questo, perché non mi sono mai sentita così bella come adesso, anche con tutti i chili che ho preso, con i piedi a zampogna, le braccia da camionista. Ma non mi importa.
E quel che conserverò di questi ultimi giorni con Panza e con Lui e gli zii al mare sono momenti semplici, pieni di noi. Le colazioni opulente della mattina, con la tavola imbandita che manco a natale.
E io sempre la prima a sedermi, come te sbagli!
La cenetta di venerdì sera, per festeggiare gli anni del mio splendido 39enne. Lui che mi prende in sposa con un anello...di Totano!
E i gelati della sera, dal gelataio siciliano di Torva, che fa il Fior d'arancia che mischiato col cioccolato è la morte sua. E rischi la dipendenza. Non pensate che io mi sia fermata a questa misera coppetta, dopo ho DOVUTO fare il bis.
E domenica, prima di partire, dopo che loro 3 si sono ripuliti tutta casa, prenderci un'oretta prima di lasciare il mare, con papà Paul che suonava la chitarra e noi ad ammirare le acrobazie di Simone nella pancia. Ballava e non si fermava più. Pieno di vita e di gioia, il mio fascioletto.
E poi il ritorno a casa, girare per le stanze e sapere che presto riecheggeranno delle urla e dei pianti di un bimbo: il nostro. Lavare gli ultimi vestitini, prepararsi con quel che manca e quel che c'è, fare il punto della situazione, godersi le ultime cenette a due, con relativo sbracamento sul divano, con annessa serie tv. Che dopo non sarà più possibile, dopo sarà tutto diverso, nuovo, faticoso, spaventoso, meraviglioso e speciale. Ritrovarmi a sognare di lui, di noi e non sapere cosa mi aspetta. Provare una sensazione completamente nuova, che non ha nulla della paura di prima, ma somiglia molto a un cuore aperto e pronto ad accogliere. Che adesso mi sento più sicura. Ieri sera ho avuto la prima contrazione dolorosa, un assaggio di quel che proverò a breve. Ci siamo guardati in un modo nuovo io e Lui, difficile spiegare. Simone spinge e preme e io mi apro, da dentro, come un fiore che sta sbocciando.
Vi lascio con tre video, il primo è il singhiozzo di Simone, al mare. Il secondo è di qualche giorno fa, era mattina e lui era arzillo come spesso ultimamente. Il terzo l'ho fatto oggi, per ricordarmi dell'intesa profonda che sento di aver costruito in questo tempo con lui, che adesso riconosce le mie mani e quelle del papà, che risponde alle carezze, agli stimoli, ai richiami. E' presente come non mai, lo sento dentro e fuori di me, reale e vivo. Ci siamo quasi, oggi entro nella 39esima settimana e tra poco scatta il Totoparto!