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IL SALOTTINO RIAPRE. Le sorti di questo blog.

Da Nina

IL SALOTTINO RIAPRE. Le sorti di questo blog.
Ho ripreso in mano il mio picci dopo non so più quanto. A parlarmi del tempo che scorre è la polvere, due dita sul coperchio nero del laptop. Mi inveisce contro mentre passo lo straccetto in microfibra: - Oh je l'hai fatta eh! Era ora! -  Manco la bottiglia di Rum super invecchiato sul frigo è ridotta così male, anche perché lì ci passano le mani sante di Marinella, la ragazza che mi viene ad aiutare con le pulizie una volta a settimana. I soldi meglio spesi della mia vita. Robba (con due B perché so romana) che le prime volte mi sentivo pure in difficoltà all'idea che doveva pulire il mio sporco e adesso mi sento una regina invece. Mentre lei pulisce io posso stare col Pivellino a giocare, o a riposare se lui riposa. I meglio soldi spesi - ah già l'ho detto. E poi penso di essere una delle poche che prima che lei arriva le metto in ordine tutto, per facilitarle il lavoro. E tolgo quello che posso togliere io. Per far capire il mio rapporto con le pulizie la prima volta che è arrivata mi ha chiesto:- Pulisco a fondo? -La mia risposta è stata:- No, levami il grosso! -La seconda volta mi ha chiesto se Bartolo (il mio frigo è un quarto inquilino, perciò ha un nome) si poteva spostare. La mia faccia perplessa e attonita l'ha convinta a fornire ulteriori spiegazioni:- Per pulire sotto e dietro no? -- Ahaaaa. Già. Ma no guarda, non serve - è stata la mia chiosa. Credo che le braccia ci si sarebbero staccare a furia di tirare il colosso. E poi tanto non si vede, la fatica non vale la candela!Il terzo giorno, carica come solo una donna avvezza al lavoro sporco sa essere, mi chiede la scala. Di nuovo io, Miss Ingenuità:- Perché? - stavolta verbalizzo. Lei sbarra gli occhi, l'ho colta di sorpresa, non se l'aspettava.- Perchè... così arrivo in alto...e pu-li-sco.. -- Ah. Già. - Ennesima figura di merda. Avrà pensato che sono una zozzona, ma vi assicuro che non è così, solo che non mi ci addanno ecco, faccio il minimo sindacale e poi qui ci sto da soli due anni, chi ci pensa a quel che alberga nelle alture e negli anfratti di casa mia. Occhio non vede e cuore non duole. E poi sono una che tolto il grosso, uguale alleggerito la coscienza e si può uscire. Io ho scelto la vita (per citare un notissssimo film).Il quarto giorno mi ha sparato uno Shuiffer e un Fornet da comprare, altri emeriti sconosciuti in casa mia. Le ho detto che si poteva anche senza. No non li uso, eppure si sopravvive bene. Ma non ero qui per parlare di pulizie e Marinella, torno a bomba al punto nodale: Già, era ora. 
DEI MOTIVI CHE MI HANNO TENUTA LONTANA DAL BLOG (e dalla blogosfera tutta)
Primo fra tutti: un figlio. E già questo mi vale mille punti più il bonus.Poi abbiamo - pari merito - tutta una serie di fattori che sono diretta conseguenza del punto primo: stanchezza, attacchi di esaurimento acuto, interruzione sistematica del sonno, due neuroni all'attivo, che gli altri sono tutti dedicati all'accudimemento della prole. Attività cerebrale ridotta ai minimi storici, anche a causa dell'allattamento esclusivo al seno, che io non lo sapevo ma rende idiota (come testimonia lo sguardo vacuo e assente della donna mammifero) e incline alla narcolessia e agli attacchi di fame tossica. Ah, anche la Sindrome di Memento, che ce la vogliamo scordare? Ecco ricordarsi di avere un blog con questo quadro clinico la vedo dura. Figurarsi preoccuparsi di aggiornarlo quando devi scegliere fra mangiare, espletare i tuoi bisogni corporali, fare una doccia, uscire a fare due passi, fare una ceretta che i calciatori so più femminili de te, leggere due righe e tutto quello che della vita hai messo in sospeso. Con gioia certo, ma pur sempre in stand by. E siamo a duemila punti più altro bonus (che allattare è sfiancante, anche questo non lo sapevo).Al secondo posto una serie di pippe mentali mie che vi verrò ad elencare minuziosamente, per la vostra gioia.
Questo blog nasce per accogliere le voci delle donne diversamente fertili. E già questo basterebbe, ma mi spiego meglio. Io racconto la mia esperienza e creo il terreno per lo scambio di opinioni e il confronto, senza giudizio. Un posto dove sfogarsi, buttare fuori tutto senza pudore e ritegno, anche quello che ci farebbe vergognare se detto alla migliore amica. Tutto il corollario delle Panze che fanno venire l'orticaria, delle Mamme Ragioniere e non, che 'cci loro ci fanno rabbia e invidia, il senso di inferiorità e inadeguatezza quando ce le ritroviamo intorno e puntuale come l'orario dei treni che se esci, pure per andare a un Rave, te le ritrovi lì. E le loro chiacchiere fastidiose, che fanno male e trafiggono costole, cuore, polmoni e fegato. Guardo loro e vedo quel che non ho. Non è invidia, o almeno non sempre, è la fatica di sentirsi escluse e diverse. Tutto ma proprio tutto quello che ci ferisce di questa maternità negata, che pare un obbligo morale tante sono le domande scomode che ci vengono rivolte, ma noi no, non riusciamo e non per scelta nostra. E poi io faccio un figlio. Con la Pma certo, che mica so Hudini, però fatto sta che ora HO un figlio. E quella madre divento io. Quella che rompe le balle con la cacca del figlio. Quella che te le frantuma perché la notte è un party ormai a cui non vorrei essere invitata. Quella che ce l'ha fatta, che sta dall'altra parte mentre tutte le altre quel ponte non sono ancora riuscite a oltrepassarlo. Riuscite a immaginare le remore, gli eccessi di discrezione, il bisogno di rispettare voi che siete ancora in cerca della vostra stella, i dubbi, il cosa gliene frega a loro, il chissà quanto potrei far male o ferire, indirettamente, inconsapevolmente? Perché poco più di un anno fa c'ero io su quella sponda del fiume. E ricordo tutto.
Altra pippa colossale è stata: la mia vita ormai è così ordinaria e routinosa, così normale (Evviva! Sta cosa scusate non smetterà mai di sorprendermi) che a chi vuoi che interessi? Finirei per ammorbarvi lo so e di mommy blog ne è piena la rete. Sono blog ironici, caustici, che svelano i lati oscuri della maternità, che sviscerano croci e delizie, che sfatano miti e distruggono stereotipi. Io lo facevo con l'infertilità, quello era il mio ruolo. Con la maternità no, non ci riesco. Non è nelle mie corde, io ci sono arrivata per altre strade e il mio blog ha un altro compito, sociale se vogliamo. E allora? Come si fa? Come rimanere in linea con quel che si è creato, anche se la mia vita ora è stravolta, sommersa di bave, pannolini sporchi, schiacciata da manine appiccicose e sorvegliata da due occhi che mi frugano l'anima e non mi mollano un attimo? Ardua la sfida, anche per una come me. Converrete.
Però ci sono le conchiglie, ancora tante, delle amiche di viaggio, delle compagne di (dis)avventure e io non voglio certo interrompere il filo che si è creato, spezzarlo. No, voglio vederlo crescere ancora questo posto, che è nato insieme a voi tutte, che senza di voi non avrebbe avuto un senso. Sarebbe stato il confessionale sfigato in cui riversare i miei sproloqui, le mie amarezze. Invece si è fatto grande, morbido, colorato e accogliente grazie alle vostre voci. C'è ancora tanta strada, mi sono detta. Anche se il mio tempo è sempre più stringato e la mia presenza mentale, diciamo la mia lucidità, un antico e dolce ricordo. Non sono più quella di prima, non lo nego e anzi, ne vado fiera, che altrimenti tutto il percorso per arrivare a Simone, per diventare madre, sarebbe stato sprecato e inutile. Tutto questo mi ha cambiato in modo definitivo, in un modo che non saprei neanche spiegare. Eppure per alcuni versi sono ancora io, anche se fatico a ritrovarmi. Ma Simon ha solo 6 mesi e per ritrovare il mio essere individuo e donna c'è ancora tempo. Ora è il tempo della simbiosi, dell'interdipendenza e a me piace e voglio che sia così.
Perché al quarto posto c'è la mia voglia di esserci per lui, completamente e senza riserve. C'è il mio bisogno di intimità, di vivere tutto quello che la mia nuova vita di mamma comporta, nel silenzio della mia tana. Perché tanto ho dato di me, perché troppo ho dovuto condividere e far vedere, anche quando avrei preferito che rimanesse mio, nostro, quattro mura e un letto. E invece no: occhi che ti studiano, mani che ti toccano, dita che frugano, strumenti che scavano nel tuo corpo. E ora, ora, ci siamo solo noi tre e per me è una conquista. E' qualcosa di talmente grande da non trovare neanche le parole per esprimerlo, è la voglia di viverlo, finalmente, invece di raccontarlo. E' la necessità di chiudere con l'esterno e lasciare che questa porzione della mia vita sia davvero mia. solo mia. Proprio nostra.Che tanto poi raccontare le proprie scelte di maternage, i propri problemi quotidiani, le difficoltà, gli scazzi, i punti di vista, significa esporsi al giudizio pubblico. E non ditemi che non è così. Quando si tratta di maternità sono tutti pronti a sparare sentenze, ad accusare, a sentirsi a loro volta accusati. E io sono per la libertà di azione e pensiero e non voglio più dovermi giustificare, spiegare, mettermi sulla difensiva. Non ora che sono esattamente dove voglio essere e quel che decido per la mia famiglia è quanto di meglio si addice a noi e a quel che siamo. O almeno ci provo.
Perciò si, voglio continuare ad abitare questi luoghi, anche in questa mia nuova veste. E visto che questo l'ho sempre definito un blog corale, nato con me e cresciuto con il vostro apporto, è a voi che mi rivolgo ora, perché ho bisogno di chiarirmi le idee e capire anche le vostre aspettative in merito. Cosa vi manca di questo spazio? Cosa vi piacerebbe continuare a trovare tornando qui? Cosa vi interessa e di cosa potreste fare a meno?Ecco, penso che così come è nato così dovrebbe continuare: un luogo aperto allo scambio. Io farò del mio meglio, questo non vuol dire che asseconderò tutto quello che emergerà da questo confronto, ma voglio continuare a venirvi incontro, a capire cosa può diventare questo luogo, secondo voi e compatibilmente con i miei nuovi impegni. Per ora so solo che riprenderò le conchiglie a breve, ma cambieranno alcune cose e di questo vi parlerò poi con calma che già sto post mi è venuto lunghissimo.Avevate detto che vi mancavo? Ecco ve la siete cercata! 
Il salottino riapre, prendete posto e dite la vostra che io ho detto la mia :)

Postilla importante. Grazie, grazie e ancora mille grazie per i vostri commenti al post precedente. Mi avete commossa, mi avete fatta riflettere, mi avete dato l'idea per questo post che spero apra un confronto costruttivo (donna delle pulizie a parte che lei non la condivido con nessuno. E' mia). Voglio continuare ad esserci per voi, come voi ci siete state per me.
IL SALOTTINO RIAPRE. Le sorti di questo blog.

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