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4 + 4 + 4

Creato il 10 aprile 2012 da Istanbulavrupa

4 + 4 + 4Non ho ancora trovato il modo di parlare della riforma dell’istruzione in Turchia, che ha rappresentato per molti osservatori occidentali un ottimo pretesto per riesumare torbidi spauracchi sul rischio di “islamizzazione” (concetto di cui continua a sfuggirmi la portata concreta). La riforma, in sostanza, rende la frequenza scolastica obbligatoria per 12 anni, secondo la formula 4+4+4: 4 anni di scuola elementare/primaria, 4 anni di scuola media, 4 anni di scuola superiore; superando la formula imposta col colpo di stato del 1997 – 8 anni ininterrotti – sarà possibile iscriversi già dopo il primo ciclo quadriennale alle scuole che formano i predicatori (imam hatip, che però hanno un curriculum completo ed esteso anche alle discipline scientifiche), oltre che in qualsiasi scuola professionale (sarà anche possibile l’educazione a distanza, l’home schooling all’americana). In più, sono stati introdotti corsi facoltativi – ripeto: facoltativi – sul Corano e sulla vita del Profeta, in aggiunta all’ora di “cultura religiosa” già presente e per di più obbligatoria. Le opposizioni “laiche” sono insorte, denunciando rischi di ogni genere: soprattutto legati al fatto che le famiglie più povere o più conservatrici sfrutteranno il nuovo sistema per tenere le fanciulle a casa o comunque per indirizzare i loro figli verso le scuole professionali. La riforma è stata poi approvata a larga maggioranza.

Per quanto mi rigurda, da cittadino sosterrei l’assoluta separazione tra scuola pubblica e insegnamenti di carattero religioso; ma d’altra parte, visto che questi insegnamenti sono facoltativi e per di più preferiti dalla maggioranza dei turchi, perché dovrei invece presentare la riforma come un’imposizione forzosa, come un salto nelle tenebre, come un pericolo non si sa bene di cosa? Eppure un’agenzia di stampa italiana è riuscita a scrivere: “Criticato anche dall’ala laica degli imprenditori turchi (Tusiad) e’ l’aspetto della riforma che consente l’educazione a distanza il quale potrebbe essere sfruttato da famiglie povere o islamiche per mandare i ragazzi a lavorare o tenere le bambine a casa col velo.” Tenere le bambine a casa col velo? Magari anche incatenate? Eppure un quotidiano economico è riuscito a pubblicare un articolo che presenta solo ed esclusivamente il punto di vista delle opposizioni, col governo relegato alle ultime tre righe. Ma non sarebbe meglio sforzarsi di capire cosa vuole la maggiorana dei turchi, prima di avventurarsi in giudizi perentori e ingiustificatamente allarmisti?



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