Magazine Cinema

4: 44 last day on earth

Creato il 14 gennaio 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno 2011

Durata 84′

Nazionalità Stati Uniti

Genere Drammatico

Regia Abel Ferrara

4: 44 LAST DAY ON EARTH

Quarto film dell’anno solare 2012, almeno stando alla top ten stilata da Cahiers du Cinèma. Prima di 4:44 Last day on earth solo, si fa per dire, il fenomeno di consensi e proseliti Holy Motors (2012), Cosmopolis (2012) di David Cronenberg e Twixt (2011) di Francis Fors Coppola.

La leggendaria rivista francese ora diretta da Stéphane Delorme, deve avere un debole per Abel Ferrara. Scorrendo la citata classifica, infatti, è possibile rintracciare all’interno di essa un altro film diretto dal cineasta newyorkese, ovvero Go Go Tales (2007). Pellicole queste ultime, che evidenziano quanto la produzione del regista natio del Bronx sia, negli ultimi anni, cambiata, facendosi mutevole e sempre più sfuggente alle etichette, schiava di un estro instabile e discontinuo, ciò nonostante mai indifferente all’occhio della critica specializzata, la stessa che continua a vedere in lui quell’autore ribelle e insofferente, un po’ punk e un po’ hippie seppur talvolta sgangherato e approssimativo nel suo volersi mostrare, anche attraverso le sue opere, a tutti i costi bohémien.

4:44 Last day on earth è condensa su pellicola dell’ultimo Abel Ferrara, probabilmente tanto amato dalle penne francesi perché il più nouvelle vague tra i registi statunitensi, intento a cimentarsi con un dramma dal motore fantascientifico, che più o meno involontariamente si riallaccia a quanto già mostrato da Don McKellar nel 1998 con Last Night: l’ultimo giorno di vita sul pianeta terra, prima che tutto finisca, appunto, alle quattro e quarantaquattro del mattino. 4:44 Last day on earth rappresenta il Melancholia (2011) di Abel Ferrara, cinema autoriale e per certi versi autoreferenziale (relativamente a spazi, personaggi, ambienti e storie) che rintraccia nel genere in questione il suo embrione d’ispirazione, al fine di prosciugarlo dall’interno. L’esatto opposto, insomma, di quanto avvenne con Ultracorpi – L’invasione continua (1993), diretto all’epoca da un Ferrara che scelse di “conformarsi” ai paletti imposti dal remake del classico di Don Siegel.

 4:44 Last day on earth non contempla follia alcuna: nessun isterismo di massa, bensì solo la pace dei sensi derivante da una fine imminente e ormai inevitabile. Meditativa e rilassata, la pellicola rintraccia in Al Gore e nel Dalai Lama i profeti di una salvezza ora irraggiungibile, non specificando le cause di tale situazione, limitandosi invero ad illustrare l’unica conseguenza possibile: la fine, di tutto.

Secondo Abel Ferrara il mondo terminerà in un giorno qualunque, lui lo vede svanire attraverso gli occhi della coppia Willem Dafoe-Shanyn Leigh, mal assortita eppure innamorata, maturo lui troppo giovane lei: sorpresi tra improvvisi slanci d’affetto e vecchie ferite mai rimarginate, necessità di incontrare gli amici di un tempo e desiderio, impellente, di contattare i propri, lontani cari via skype. Nonostante alcuni, innegabili difetti (l’insensata e insopportabile vena contenutistica della maggior parte dei dialoghi, ad esempio), 4:44 Last day on earth è film da non lasciarsi sfuggire. Fantascienza del reale messo dinanzi ad un evento straordinario. Ovvero l’ultimo della sua terrena esistenza.

Luca Lombardini

 


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