Sono 4 anni.
4 anni che non mangio uova, latticini e miele e 5 anni e mezzo che non mangio animali.
4 anni che non compro cosmetici testati, maglioni di lana e prodotti di multinazionali e 5 anni e mezzo che non compro scapre di pelle.
Eppure tutto questo non serve praticamente a nulla.
Non salvo animali, non evito né la sofferenza né la morte a nessuno. Semplicemente non posso partecipare a questo abominio. Non potrei più guardarmi allo specchio, uscire di casa, continuare a vivere come se niente fosse. Vorrei solo, in questi 5 anni e mezzo, essere riuscita a farlo capire a qualcuno. Penso alla maggior parte delle persone, che non è consapevole nemmeno di una minima parte delle oscenità che gli esseri umani sono capaci di compiere, e penso a chi invece ne è consapevole e trova le motivazioni più assurde per giustificarle.
Probabilmente sono io quella strana. Mi immedesimo nei figli separati dalle madri e mandati a morire e nelle madri che non vedranno più i propri figli e destinate ad essere sfruttate per il resto della loro breve vita e piango. Cerco di immaginare il dolore che deve provare chi è sottoposto ad esperimenti senza anestesia e piango.Sono capace solo di piangere. Empatia del cavolo.
Sono passati 5 anni e mezzo, ma è come se fosse passato solo un giorno da quando la consapevolezza dell’orrore ha iniziato a far parte di me. Non se ne è mai andata via.
Sono 5 anni e mezzo che faccio finta di non vedere la morte nei piatti e nei vestiti, per andare avanti mantenendo un briciolo di sanità mentale.
Vorrei solo che almeno la smettessero di chiedermi scusa o di non ascoltare, quando parlano della morte e del dolore che hanno appena causato.