A Brindisi, la mano di un attentatore ancora ignoto ha fatto esplodere delle bombole mietendo una giovane vittima e ferendone altre.
Uno sfregio sul volto della speranza, una ferita aperta sul futuro di una generazione, l'ennesimo rintocco che scuote la nostra fiducia.E' un'Italia già scossa di suo, quella che si assopisce la sera sul tardi con, sullo schermo, la vittoria tardiva di Alessandra Amoroso ad Amici e con una Maria de Filippi che ha deciso di andare ugualmente in onda per reagire a suo modo all'affronto, per mettere in scena il coronamento di un sogno adolescenziale, uno di quelli che la piccola Melissa di soli 16 anni non potrà comunque coltivare più.Ma a volte non c'è proprio tempo per elaborare le brutte sensazioni. A volte non si riesce a giungere all'alba. Sembra sia un privilegio concesso al solo Innominato di manzoniana memoria che nelle tribolazioni notturne trovò la luce e la forza per la conversione.Alle 4 di mattina, un movimento ondulatorio ci strappa nuovamente ai nostri sogni, i sogni che possiamo ancora nutrire per lo meno ad occhi chiusi. E' un momento che riconosco subito, pur faticando a distinguerlo dal frutto dell'immaginazione. Chi ha sperimentato il terremoto almeno una volta non si addormenta mai sul serio ma resta sentinella vigile per sempre. Per tutta la vita.Subito la mente corre. E penso che possa essere un'avvisaglia, che fra poco ci lanceremo fuori dai letti per guadagnare le uscite con il poco che abbiamo addosso. Il ricordo dell'Abruzzo è ancora troppo vicino. Ma è vivido, seppur lontano, anche quello del 6 maggio del 1976. Le onde raggiungono il loro apice, persistono. Ti chiedi ancora per quanto. Ti rassicuri dicendo che è normale, che la Terra deve fare il suo corso, che queste scosse rientrano nell'economia del sistema per evitare uno sfogo peggiore. E alla fine, un po' irresponsabilmente, ti lasci riabbracciare da Morfeo, cullato da queste convinzioni.Il sonno rimanda la preoccupazione, mentre il nemico 5.9 subdolamente colpisce altrove, sfrattando e facendo vittime tra Modena e Ferrara. Crolla la Torre dell'orologio a San Felice sul Panaro. Crolla il castello a Finale Emilia. Crollano chiese. Crolla il credo. Crollano i sogni.Ma rinasce la consapevolezza di quanto la speranza sia forte. E verde. E giovane. E imperitura.E la mia speranza in questo momento è tutta per gli emiliani. E per l'Italia, doppiamente ferita, strappata, scossa. Ma rinnovata nella consapevolezza e mai facile alla resa.