Per ora si tratta della Horror Night più vecchia essendo questo un romanzo del 1898. Inutile negarlo: lo si capisce fin dall’inizio! Lo stile risulta infatti piuttosto ridondante e a tratti un po’ difficoltoso ma del resto è il linguaggio tipico di quegli anni e soprattutto del genere gotico. Nonostante questo il romanzo stupisce per come rimanga impresso nella testa del lettore e per come insinui il dubbio e la confusione senza cadere nel macabro o nel truculento. Credo sia davvero uno dei primi esempi di horror psicologico; insomma se oggi vediamo tantissimi film horror in cui sostanzialmente non si “vede” nulla di strano ma riusciamo a farcela sotto dalla paura lo dobbiamo in parte al buon vecchio Mr. James. Tutta la trama si basa sul nondettononvistomelosaròimmaginato? tant’è che alla fine ci si chiede con un po’ di inquietudine se non sia stata solo la protagonista ad aver sbroccato di brutto.
In ogni caso gli elementi per una splendida ghost story ci sono tutti e in particolare:
- non uno ma ben DUE bambini inquietanti da cui partirà tutto;
- una antica villa costruita sui ruderi di un castello (con tanto di torre merlata);
- candele che all’improvviso si spengono e domestici morti;
- la campagna inglese novembrina cioè grigia e deprimente;
- un laghetto (avete notato come spesso ci siano specchi d’acqua nelle vicinanze di un posto infestato da fantasmi/mostri/ecc?)
- una protagonista decisamente irritante.
Insomma si tratta di un grande classico che non dovrebbe mai mancare nelle librerie, soprattutto per chi è appassionato al genere e vuole farsi un’idea su dove e come tutto sia nato. In formato e-book si trova a prezzi irrisori o comunque potete leggerlo qui e qui (in lingua originale). Lo consiglio a chi è piaciuto La donna in nero di Susan Hill. Ovviamente ringrazio Alessandro Cruciani che me lo ha consigliato e che ne parla qui.
Voto: ★★★✰✰ e mezza!
Livello di paura: ☠
Non erano mai importuni, eppure non si mostravano mai sbadati. Tutta la mia sorveglianza consisteva in realtà nell’osservarli mentre si divertivano immensamente senza di me, e questo spettacolo, allestito da loro con cura particolare, mi coinvolgeva nella parte di ammiratrice appassionata. Mi muovevo in un mondo di loro invenzione… né loro avevano occasione di entrare nel mio; sicché il mio tempo era impiegato solo nel rappresentare, per loro, qualche persona o cosa straordinaria che il gioco momentaneamente richiedeva; il che, grazie al mio ruolo superiore e onorevole, rappresentava una sinecura felice e molto rispettabile.