4 settembre: drinking in L.A.

Da Ginny @ginnyna

Tutto ebbe inconsapevolmente inizio 233 anni fa (solo!!!) quando 45 coloni messicani si spostarono dal loro insediamento per fondare un piccolo centro agricolo ma dal nome lunghissimo: el pueblo de nuestra senora la reina de los Angeles sobre el rio porciuncola (i messicani non hanno il dono della sintesi). Esagerarono e gli venne fuori la città più grande del mondo.

Ora, su questa città se ne sono dette di tutti i colori e fatte di ogni. La prima volta che ci sono stata mi sono detta: certo che qui ci si fanno i film perché il cielo è naturalmente blu “stacco di scena” ed il sole è presente ogni mattina come il più puntuale degli impiegati con solo una decina di giorni di ferie l’anno.

Poi, quest’estate ci sono tornata e sono rimasta stupita da un’altra cosa: a L.A. (al contrario del messicani i californiani hanno uno spiccato dono della sintesi!) ogni negozio, caffetteria, bar o sala da biliardo si prende comoda tutto il suo spazio per attrarre come una sinuosa sirena i suoi clienti. Mentre in Europa in genere l’ insegna è un timido cenno funzionale ed informativo, li di gioca ad invogliare le persone, a prenderle per mano mentre sono per las strada. Così il più comune dei bar ha fuori un’insegna luminosa con un marrone cocktail che si versa nel bicchiere al neon, ogni ristorante ha un hamburger gigante che spunta dal tetto o l’uomo hot dog che ti apre la porta.

Insomma nel tessuto urbano la strada si mischia ed interseca con l’ interno dei negozi: tutto è luci, brand, neon, colori e scritte giganti.

A me piace un sacco.

E dato che in molti hanno detto molto altro forse tutto prima di me, io mi fermo qui.

LOS ANGELES È NATA DA UN ERRORE DI DISTRAZIONE IL 4 SETTEMBRE 1781 SOTTO L’UTILE E FILANTROPO SEGNO DELLA VERGINE.


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