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4 Way Street a cura di Luca Beatrice

Creato il 12 giugno 2012 da Roberto Milani
Uhmm... il Beatrice nazionale alle prese con una bella collettiva: Massimiliano Alioto, Agostino Arrivabene, Giorgio Ortona e Bernardo Siciliano insieme a Palazzo Te - Mantova
4 Way Street a cura di Luca Beatrice Dal 17 giugno al 9 settembre 2012 Palazzo Te a Mantova ospita la mostra 4 Way Street a cura di Luca Beatrice, che presenta le opere di quattro pittori figurativi tra i più interessanti del panorama italiano: Massimiliano Alioto, Agostino Arrivabene, Giorgio Ortona e Bernardo Siciliano.
“È necessario intendere questa mostra, che prende il titolo dalla suggestione del mitico doppio live di CSN&Y” – spiega Luca Beatrice – “non come una collettiva ma come la somma di quattro personali. Una cosa solo accomuna i nostri artisti: l’amore assoluto e incondizionato per la pittura. Il resto, sono davvero quattro strade diverse…”
Nel giugno 1970 la discografia rock si arricchisce di un nuovo capolavoro live. Si tratta della registrazione dei concerti tenuti al Filmore East di New York, al Chicago Auditorium e al Forum di Los Angeles, dal quartetto più famoso della West Coast, che insieme avevano pubblicato il fondamentale “Déja Vu”. CSN&Y, questo l’acronimo del supergruppo formato da David Crosby, Stephen Stills, Graham Nash e Neil Young, sono di fatto quattro solisti, proiettati verso la propria carriera d’autore, uniti dalla comune passione per la chitarra acustica. Pur risultando un insieme dal suono compatto e affiatato, i protagonisti sono già su quattro strade diverse.
Stesso destino corre per gli artisti italiani protagonisti della rassegna a Palazzo Te: li accomuna la ricerca sul colore, la forma, l’immagine, la convinzione che la bidimensionalità sia il territorio unico in cui esprimere le proprie sensazioni e il proprio mondo. Ma ognuno corre per sé, diverso dagli altri. Da anni ciascuno porta avanti la propria personale idea di pittura. Altrettando diversificati sono gli spunti e i temi che vengono indagati: dal paesaggio urbano a quello metropolitano, dal rapporto con la storia alla rappresentazione della natura e del corpo.
“Immersi nel concettuale per forzatura ideologica, stentiamo a credere la pittura ancora viva” – commenta Angelo Crespi. “La pur succinta antologia – continua il presidente del Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te – evidenzia quanto ancora può darci la pittura e la figurazione quando l’artista si misura innanzitutto col senso delle cose, usando gli strumenti estetici che gli sono propri: l’algida rappresentazione del paesaggio di Siciliano confrontata al lirismo del non finito di Ortona, il grottesco di Alioto paragonato al citazionismo mitologico di Arrivabene. Quattro modi diversi di rispondere all’eterna domanda perché non la tela bianca?”.
L’allestimento dei dipinti di Alioto, Arrivabene, Ortona e Siciliano, nell’ampio spazio delle Fruttiere, acquista un’intensità particolare nel confronto con il genio creativo di Giulio Romano, espresso nell’architettura e negli apparati decorativi di Palazzo Te, simbolo dell’arte manierista.

La mostra 4 Way Street – patrocinata dal Comune di Mantova e dal Museo Civico di Palazzo Te, organizzata dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te con Italiana e Italian Factory, e con la partecipazione del Main Sponsor Compass– è arricchita dal catalogo curato da Luca Beatrice e pubblicato da Maretti Editore.
DE RERUM NATURAE
Massimiliano Alioto (Brindisi, 1972. Vive a Domodossola)
Dopo un inizio attento a documentare le periferie urbane, le città dominate da grattacieli ingrigiti, i quartieri disabitati –i cosiddetti Non Luoghi –, Alioto sposta la sua ricerca artistica verso l’esterno, osservando quegli spazi aperti dove la natura si fa protagonista. Lo sguardo si estende, e così nel suo ciclo Naturale, a essere raccontato è l’elemento naturale, nelle sue diverse manifestazioni. Dalla montagna fino al mare, la natura è sinonimo di bellezza sublime, di potenza vigorosa, di forza superiore. Attraverso pennellate profonde e tocchi di colore, le tele di Alioto si animano di onde tempestose, di vette imperiose e di alberi padroneggiati dal vento. La presenza umana non è registrata, l’uomo è posto fuori dalla scena. La natura va ora osservata con doveroso rispetto: è ritornata a essere qualcosa con cui far i conti.
METALLO URLANTE
Agostino Arrivabene (Rivolta d’Adda, 1967. Vive a Gradella di Pandino, Cremona)
Con un fare artistico che trae ispirazione dalla pittura fiamminga di Jan Van Eyck e dall’arte incisoria di Albrecht Dürer, le opere di Arrivabene si caratterizzano per un’esplosione di fantasia. Figure oscure, avvolte da un alone di mistero, e nature morte abitano scenari dal sapore antico e surreale, ricchi di elementi simbolici. La tecnica pittorica si completa nel dettaglio, in un tratto preciso e composto che nel colore trova il suo codice narrativo: dai toni freddi e glaciali del Nuotatore di abissi (2010) fino alle tinte cupe e livide usate in Proserpina nutrice di pulci (2010).
CARO DIARIO
Giorgio Ortona (Tripoli, Libia, 1960. Vive a Roma)
La sua pittura, leggera e ariosa, rappresenta i luoghi dell’abbandono – periferie, quartieri popolari, scenari cari alla poetica pasoliniana – descritti attraverso una gamma cromatica viva, modulata su toni luminosi, che si contrappone nettamente a una lettura più cupa e pesante degli spazi del suburbano. Le vedute romane, osservate e riportate attraverso punti di vista e scorci sempre diversi, sono a volte accompagnate dalla presenza di figure umane incomplete nella loro rappresentazione; immagini quasi evanescenti. La tecnica pittorica appare in costante evoluzione, mai definita nei contorni ma non per questo priva di dettagli. Fino all’ultimo il racconto di Ortona sembra poter prendere un’altra e imprevista direzione.
ON THE BRIDGE
Bernardo Siciliano (Roma, 1969. Vive e lavora tra Roma e New York)
Dal 1996 risiede a New York e da allora la sua pittura è consacrata principalmente ai temi della città e del corpo. Il dentro e il fuori, gli interni e gli esterni, di una realtà - quella americana - da cui l’artista è profondamente attratto e che racconta attraverso un stile intenso e appassionato. Sobborghi silenziosi, strade vuote, palazzi illuminati da luci radenti, vengono definiti attraverso una pennellata vibrante che parla dell’America più vera e solitaria, lontana dai luoghi famosi e turistici. Siciliano passa poi a dipingere nudi femminili e maschili che mostrano se stessi attraverso la sinuosità dei loro corpi; una narrazione che trae chiaro spunto dalla fotografia di Helmut Newton -nei giochi di luci e ombre e nei contrasti tra figure umane e location – e che è avvolta da un’atmosfera sensibilmente seducente.
Il periodo conclusivo della mostra – aperta al pubblico fino al 9 settembre 2012 – è in contemporanea con la XVI° edizione di Festivaletteratura (5-9 settembre 2012) che ogni anno ospita a Mantova turisti provenienti da tutto il mondo.
La mostra è organizzata dal Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te, che dal 1990 progetta e organizza mostre nei settori dell'arte antica e moderna, dell'architettura e della fotografia ospitate a Palazzo Te, mensilmente visitato da oltre 30.000 persone.
Federica Leoni
Ufficio stampa Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te | T +39 0376 369198 | ufficiostampa@centropalazzote.it
4 Way Street
Massimiliano Alioto, Agostino Arrivabene, Giorgio Ortona, Bernardo Siciliano
a cura di Luca Beatrice
Mantova, Fruttiere di PALAZZO TE
Dal 17 giugno al 9 settembre 2012
Info: biglietteria Palazzo Te +39 0376 323266 | www.centropalazzote.it
Orari: domenica –martedì: 9-18 | lunedì: 13-18 | la biglietteria chiude alle 17.30
Luca Beatrice è nato nel 1961 a Torino.
Critico dʼarte, docente all’Accademia Albertina di Torino, nel 2009 ha curato il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia.
Ha pubblicato volumi e saggi sulla giovane arte italiana, tra cui Nuova Scena (G. Mondadori, 1995), Nuova Arte Italiana (Castelvecchi, 1998), la monografia dedicata a Renato Zero, dal titolo Zero, (Baldini Castoldi Dalai, 2007). Eʼ autore del libro Da che arte stai? Una storia revisionista dellʼarte italiana (Rizzoli 2010) e del volume incentrato sul rapporto tra musica e arte Visioni di suoni (Arcana 2010), mentre nel 2011 ha curato con Marco Bazzini Live! (Rizzoli 2011) e pubblicato Gli uomini della Signora (Dalai 2011), un omaggio alla “sua” Juventus.
Collabora con Il Giornale, scrive inoltre sul settimanale Torino Sette de La Stampa, sulle riviste Arte e Rumore. Curatore dellʼ XI, XII e XIII edizione del Premio Cairo, è Presidente del Circolo dei Lettori di Torino.
Nel marzo 2012 è uscito il suo nuovo libro Pop. L’invenzione dell’artista come star, edito da Rizzoli.
Palazzo Te fu costruito tra il 1525 il 1535 da Giulio Romano per volere di Federico II Gonzaga.
La celebre villa, destinata alle feste, ai ricevimenti e agli "ozi" del duca di Mantova, si ergeva su un'isola in diretta contiguità col centro cittadino, denominata sin dal medioevo Tejeto, o Te. Le ipotesi più probabili fanno derivare il temine da tilietum (località di tigli) oppure dal celtico tezza fuso col latino atteggia, entrambi col significato di capanna.
Gli ambienti del Palazzo – le sale dei Cavalli, di Psiche, dei Giganti - i loggiati e l’appartamento del Giardino Segreto, insieme al cortile d’Onore e al giardino dell'Esedra, rappresentano la più alta espressione dell'invenzione di Giulio Romano, grande architetto e pittore manierista.
Il Palazzo è sede del Museo Civico. Nelle sale al piano superiore sono ospitate le collezioni permanenti: la donazione dell'editore Mondadori con i dipinti di Spadini e Zandomeneghi; la sezione permanente gonzaghesca di medaglie, monete, coni, pesi e misure dal Trecento al Settecento; la Raccolta egizia di Giuseppe Acerbi, composta da 500 pezzi e la collezione di Ugo Sissa, architetto e artista mantovano che a Baghdad raccolse numerosi pezzi di arte mesopotamica.
Nei periodi espositivi è possibile disporre di alcuni ambienti del Palazzo per convegni, presentazioni e attività di corporate hospitality.

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