Tra una settimana compirò (brrrrr....) 40 anni. Quale miglior occasione per un hornbyano di ferro come me per stilare un po' di classifiche???
Inizio oggi con i 40 album più rappresentativi; non necessariamente i più belli, ma quelli che per me hanno rappresentato qualcosa di speciale. Per capirci (SPOILER! SPOILER!), dei Velvet c'é "VU" e non "The VU & Nico", perchè io li scoprii con quel disco e senza quello per me nulla sarebbe stato lo stesso. Eccetera.
Naturalmente è stata un'impresa selezionarne solo 40, e per arrivarci senza troppe turbe mentali mi sono dato una regola piuttosto iniqua e di cui mi sono pentito più volte durante la selezione: di ogni cantante/gruppo ho scelto solo un album. Così ho penalizzato album fondamentali (degli stessi Velvet ne andavano messi almeno 3, ad esempio) ma sono riuscito a dare maggiore varietà all'elenco pur dovendo lasciar fuori cose importantissime (non ci sono i Clash, né i Pogues, né un sacco di altra roba incredibilmente bella). Insomma, pippe mentali con cui non vi tedio oltre. Sotto con la classificona quindi. L'ordine è puramente alfabetico.
- AMERICAN MUSIC CLUB: "Mercury" (1993) - Mark Eitzel era il miglior cantautore della sua generazione. Punto.
- THE BEATLES: "Revolver" (1965) - Perfetto. Semplicemente perfetto.
- BELLE & SEBASTIAN: "The Boy with the Arab Strap" (1998) - Back to the Sixties (and to the Smiths).
- EDOARDO BENNATO: "Burattino senza fili" (1977) - Mi comprai i bonghi per colpa di Bennato.
- JAMES BROWN: "James Brown and Friends, Live" (1988) - Il mio primo impatto col funk; nulla fu più come prima. E pensare che era il James in piena decadenza.
- NICK CAVE AND THE BAD SEEDS: "Henry's Dream" (1992) - La maglietta col faccione di Nick della copertina l'ho portata per anni.
- JULIAN COPE: "Peggy Suicide" (1991) - L'Arcidruido all'apice della sua lucida follia.
- THE CRAMPS: "Songs the Lord Taught Us" (1979) - Elvis punk. Lux Interior mi manca moltissimo.
- THE CURE: "Disintegration" (1989) - Forse, e dico forse, il n. 1 di questa lista. Forse.
- FABRIZIO DE ANDRÉ: "Creuza de mä" (1984) - Capolavoro. Bello essere l'unico a Milano che ne capiva i testi.
- EINSTÜRZENDE NEUBAUTEN: "Tabula Rasa" (1992) - Come si dice in inglese? Ah si, "mindblowing".
- THE FALL: "Your Future, Our Clutter" (2010) - La mia grande (ri)scoperta degli anni duemila.
- FLAMING LIPS: "Yoshimi Battles the Pink Robots" (2002) - Pazzi furiosi. Li adoro.
- THE JESUS AND MARY CHAIN: "Honey's Dead" - I wanna die just like Jesus Christ.
- LA CRUS: "Dentro me" (1997) - Il miglior gruppo italiano degli ultimi 20 anni.
- LED ZEPPELIN: "III" (1970) - L'album più equilibrato del quartetto, senza troppe deviazioni pipparole e con un bel po' di acustica in più.
- LITFIBA: "Pirata" (1989). All'epoca non ne capivo nulla, e fu un bel pugno nello stomaco.
- MASSIVE ATTACK: "Blue Lines" (1991) - All'epoca si chiamava "trip hop". Quest'album non é invecchiato di un giorno.
- NIRVANA: "Nevermind" (1991). Solo chi ha la mia età può capire cos'era ascoltare "Nevermind" allora, a 19 anni.
- PAVEMENT: "Crooked Rain, Crooked Rain" (1994) - Adorabili cazzoni, questo é il loro lavoro migliore.
- PINK FLOYD: "The Wall" (1979) - Ora direi "The Piper", ma questo l'ho consumato di ascolti.
- PIXIES: "Doolittle" (1989) - Geniali, i Pixies. Uno dei pochi gruppi davvero fondamentali.
- PRIMAL SCREAM: "Screamadelica" (1991) - Mi insegnarono a contaminare gli stili.
- PRIMUS: "Sealing the Seas of Cheese" (1991) - Ho ancora il vinile. C'é "Tommy the Cat", serve dire altro?
- PRINCE: "Sign of the Times" (1987) - Prince fu la mia prima infatuazione, e durò un bel po'. Doppio album che tutti dovrebbero avere.
- LOU REED: "New York" (1989) - Il Lou della maturità, secco ed essenziale.
- THE ROLLING STONES: "Exile on Main Street" (1972) - Il migliore degli Stones, per me.
- SIOUXSIE AND THE BANSHEES: "Nocturne (live)" (1984) - Sorta di greatest hits dal vivo che chiude il miglior periodo del gruppo. Fat Bob alle chitarre.
- PATTI SMITH GROUP: "Horses" (1974) - Ah, Patti!
- SONIC YOUTH: "Dirty" (1992) - In heavy rotation all'epoca, era il mio periodo cacofonico.
- THE JON SPENCER BLUES EXPLOSION: "Now I Got Worry" (1996) - "É blues!" "Si ma: explosion!!"
- THE STOOGES: "Fun House" (1970) - Iggy e i Williamson Bros. all'apice della loro violenza sonora.
- TALKING HEADS: "Remain in Light" (1980) - Decenni avanti. David Byrne é avanti ancora adesso.
- THE THE: "Dusk" (1993) - Matt Johnson, dove sei finito? Questo andrebbe dritto nella top10.
- THROWING MUSES: "Red Heaven" (1992) - Uno dei gruppi che ho adorato di più.
- TINDERSTICKS: "Tindersticks I" (1994) - Hammond+violino+la voce di Stuart Staples: folgorazione.
- THE VELVET UNDERGROUND: "VU" (1988) - Li scoprii così, con "I can't stand it". Poi scoprii il resto: John Cale, Nico, Warhol, un mondo che mi cambiò, letteralmente. Tutto nacque da lì.
- VIOLENT FEMMES: "Violent Femmes" (1983) - Avrei voluto suonare la batteria come Victor Delorenzo, in piedi e con le spazzole. Il mio primo concerto "serio". La prima scoperta realmente "mia".
- TOM WAITS: "Rain Dogs" (1985) - Il "nuovo" Tom Waits batte il vecchio per 3-0. E pure il vecchio Tom spaccava.
- NEIL YOUNG AND CRAZY HORSE: "Weld" (1993) - Scoperta tardiva. Come ho fatto a farne a meno così a lungo? Adoro la furia del Neil elettrico.
Se ho contato bene dovrebbero essere 40. Rileggendo, la prima cosa che mi balza agli occhi è che la stragrande maggioranza degli album è stata pubblicata negli anni 90; vi dico in confidenza che anche quelli pubblicati prima li ho scoperti in quel decennio. Normale, erano i miei 20 anni, quelli della crescita e della scoperta. Non direi che dopo non ci siano stati ascolti di qualità o di grande importanza; forse è solo che sono un inguaribile sentimentalone.
E un ringraziamento particolare a chi mi ha insegnato ad amare buona parte di questa musica: Matteo e Marta, Tommy, Checco, e il Mucchio Selvaggio. Senza di loro probabilmente starei ancora ascoltando Vasco Rossi e Zucchero.