C’è un simbolo, uno strumento di tortura che attraversa tranquillamente il globo da ovest a est: il crocifisso, su cui venivano appesi e lasciati morire gli amanti segreti nel Giappone del 1600. Kenji Mizoguchi ce lo racconta alla sua maniera, con un pathos tanto intenso quanto poco patetico (nel senso dispregiativo del termine), un rigore visivo e un occhio sempre vicinissimo alle sue creature.
Gli amanti crocifissi, in 400 colpi.
Archiviato in:400 colpi, Cinema Giapponese Tagged: blog cinema, cineblog, cinema giapponese, cinemastino, film mizoguchi, gli amanti crocifissi, kenji mizoguchi, recensioni cinema, recensioni film