The Grandmaster è un film che si fa guardare con molta, molta vanità: quadri e fotografia raffinata, quasi leziosa; montaggio certosino (nei film di arti marziali è tutto), e la nostalgia tipica di quelle storie raccontate a blocchi, dove quello che vediamo è l’effetto di quello che non viene mostrato. Si rischia a escludere momenti così importanti dalla sceneggiatura. Ma non sempre si sbaglia.
The Grandmaster, in 400 colpi.
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