La seconda guerra mondiale raccontata da un soldato americano, mediamente, ha una profondità concettuale che si esaurisce in “FUCKING NAZI!”. Ebbene, anche in Fury ci sono gli haters dei fucking nazi, ma c’è soprattutto qualcos’altro: la constatazione che la guerra potrebbe non finire mai, il suo nonsense, la parsimonia e la discrezione con cui si racconta l’odio anti-crucco. Romanzo di formazione.
Fury, in 400 colpi
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